Antenne e salute: Senigallia svenduta ai giganti delle telecomunicazioni? – L’INTERVISTA

Ancora polemiche per il piano antenne approvato dal comune di Senigallia. Dopo alcune esternazioni da parte del comitato Senigallia Facciamo Eco, che muove accuse ben precise all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Massimo Olivetti, abbiamo deciso di parlarne con il diretto interessato, il primo cittadino che è intervenuto ai microfoni di Radio Duomo Senigallia. Per chi volesse, oltre al testo, è disponibile grazie al lettore multimediale anche l’audio integrale dell’intervista.
Partiamo dalle contestazioni, qui solo riassunte, meglio spiegate però nel file audio che accompagna l’articolo. Dalla questione della trasparenza relativamente al piano antenne si passa alla questione paesaggistica, con l’esempio della collina del Cavallo; dalla problematica relativa alla salute delle persone nei pressi dei ripetitori e quindi dalla questione delle onde elettromagnetiche alle autorizzazioni per l’installazione sul territorio comunale delle infrastrutture, per concludere con le leggi nazionali che impongono standard, opportunità e limitazioni all’azione delle imprese e degli enti pubblici.
Sindaco Massimo Olivetti, quindi c’è il rischio di un’antenna ‘selvaggia’ a Senigallia?
No, devo dire che mi dispiace perché oramai l’abbiamo scritto in ogni salsa, la normativa nazionale ed europea che è entrata in vigore da alcuni anni prevede che il comune debba fare, possa fare un piano antenne per individuare i luoghi di proprietà comunale dove mettere le antenne. Se questo non avviene il gestore può mettere le antenne dove vuole, senza ascoltare il parere del comune, quindi veramente lì potevano venire fuori mille antenne, in qualunque posto, perché bastava che un privato dava la loro proprietà e il comune non avrebbe avuto parola, questo è successo con l’antenna del Cavallo. Sono arrivati, hanno posto l’antenna, hanno fatto un accordo con il privato e hanno tirato su l’alto palo. Con questo piano delle antenne noi abbiamo individuato dei luoghi dove saranno possibili insistere, mettere questi pali – peraltro non è vero che ci siano 1500 antenne, ma saranno molto più limitate – nelle quali e sono di proprietà comunali poste lì non potranno essere poste altrove nel nostro territorio, avranno una forte limitazione, è una semplice pianificazione di quelle che sono le aree, evidentemente possono essere solo aree comunali.
Che altro poteva fare il comune?
L’alternativa è sempre la solita, il comune poteva non fare niente e quindi lasciare veramente all’antenna selvaggia quello che era, il lavoro che è stato svolto a parte dei tecnici incaricati per fare questo processo, per fare questa individuazione è durato circa due anni, all’interno del quale per la prima volta noi abbiamo fatto un’analisi, abbiamo demandato la parte che è costata di più, la parte che ha approfondito di più e la parte relativa all’esposizione che la cittadinanza ha in relazione alla presenza delle antenne. Se voi andate a vedere nel 2019 era stata posta un’antenna, ma anche dal 2017 sono state poste antenne in qualunque posto, se voi vi mettete davanti al foro annonario, vedrete lì dietro una bellissima antenna che è messa dietro uno dei maggiori monumenti, ho fatto il caso della Rotonda, se andate davanti alla Rotonda, girate gli occhi dietro le vostre spalle e vedete come minimo 8 antenne e così via, tutto il territorio senigalliese. Se non avessimo messo questa situazione non avremmo individuato dei luoghi dove potranno essere poste queste antenne.
Ma quante saranno?
Non saranno così numerose come è stato scritto, non so da dove prendono loro l’indicazione, è evidente che non esiste un sistema per impedire ai gestori di poter mettere antenne nel territorio comunale, esiste semplicemente invece un potere dei comuni di pianificare delle aree di proprietà comunale in cui il gestore è tenuto a metterle, non obbligato, ma semplicemente perché ha un costo inferiore rispetto a quello che potrebbe essere un privato, quindi un costo abbastanza irrisorio nell’ambito della postazione, questo è previsto da una normativa che arriva da parte dell’Europa ed è previsto da una normativa nazionale.
Questo canone annuo sarebbe di 800 Euro per le postazioni? Perché così basso?
Il canone è fissato per legge in 800 Euro l’anno e una volta che arriva il soggetto uno dice guarda se vuoi mettili per 800 Euro l’anno ed è finalizzata la ratio della norma è finalizzata a dire le antenne possono essere poste solo in luoghi, non posso imporlo perché la normativa europea mi dice che siccome si tratta di un’infrastruttura superiore salta tutte le regole, è un criterio per il quale si allettano le società a mettere questi ripetitori in zone che sono individuate da parte del comune.
Quindi comunque rimane la possibilità per la società delle telecomunicazioni di installare una postazione, un’antenna in altra area però pagando un canone maggiore?
Ovvio, questo rimane, però permette al comune di fare quella trattativa che in più di uno ci hanno detto che dovevamo fare, senza questo strumento non avremmo potuto farlo, non a caso è stato approvato da poco a Pesaro, sta partendo Fano, Jesi, le maggiori città lo stanno facendo un po’ tutte, perché altrimenti noi avremmo un discorso selvaggio. La norma che è stata prevista in Italia e ammessa in Europa è una norma che aggira il divieto da parte dei comuni o delle realtà territoriali di potersi opporre all’installazione di strutture così importanti, ma permette agli enti di poter individuare delle aree dove in teoria c’è una proposta migliore da un punto di vista economico per il soggetto che arriva in modo tale che le mette lì, se le mette lì non le può mettere da un’altra parte.
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