Skip to main content

Divario salariale e altre disparità di genere nel lavoro: l’impegno della Fidapa di Senigallia

C’è ancora parecchia strada da fare per ridurre il divario nel mondo del lavoro tra uomini e donne. Un divario che si traduce molto spesso con paghe inferiori per quanto riguarda l’aspetto retributivo, ma anche con ridotte possibilità di far carriera o una marginale presenza nei consigli di amministrazione o nelle posizioni apicali. Di tutto questo abbiamo parlato con Giulia Mancinelli, presidente della sezione senigalliese della Fidapa, e con Lucia Cherici, referente task force “Parità di genere nel lavoro” della Fidapa per il distretto centro. L’intervista, in onda lunedì 24 e martedì 25 marzo alle ore 13:10 e alle ore 20 su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM), sarà in replica anche domenica 30 marzo, a partire dalle ore 16:50. L’audio integrale è disponibile anche qui in questo articolo, assieme a un breve testo: basterà cliccare sul tasto play o riproduci per ascoltare le loro parole.

La Fidapa è un movimento di pensiero con oltre 30 mila iscritte in Italia e una presenza internazionale in 144 stati. Si impegna a eliminare le discriminazioni e a promuovere lo sviluppo delle donne in vari ambiti. A Senigallia, la sezione locale presieduta da Giulia Mancinelli e composta da 51 socie, ha avviato un programma per sensibilizzare la città su diverse tematiche, tra cui la violenza di genere e la parità salariale.

Giulia Mancinelli
Giulia Mancinelli

L’evento del 25 marzo, in collaborazione con il Comune di Senigallia, prevede la firma di un atto di intesa per realizzare azioni congiunte volte a informare e sensibilizzare sulla parità salariale e sul gender gap nel mondo del lavoro. Un’attenzione particolare è rivolta all’Equal Pay Day, il giorno in cui le donne iniziano a lavorare “gratuitamente” a causa del divario salariale rispetto ai colleghi uomini.

L’avvocata Lucia Cherici, esperta di parità di genere nel mondo del lavoro per la FIDAPA, ci ha fornito un’analisi sul divario salariale tra uomini e donne. In Italia si attesta intorno al 5-6%, un dato relativamente basso rispetto ad altri paesi europei. Tuttavia, anche una piccola percentuale di disparità salariale ha un impatto significativo sull’economia, con una potenziale crescita del PIL in caso di riduzione del divario.

Divario di genere che si manifesta però sia nel contesto retributivo ma anche in altre diverse forme, tra cui la segregazione lavorativa verticale, che impedisce alle donne di accedere a posizioni dirigenziali e di ottenere gli stessi benefit dei colleghi uomini. Un’altra causa è l’interruzione della carriera dovuta a maternità e responsabilità familiari, spesso aggravate dalla mancanza di adeguate politiche di welfare.

Nonostante i progressi compiuti, persistono difficoltà nell’accesso al mondo del lavoro per le donne, dovute a stereotipi culturali e alla mancanza di servizi di supporto per l’infanzia e per la cura degli anziani. In fondo è nella stragrande maggioranza dei casi la donna che si occupa della famiglia. L’impegno è a ridurre dunque questo gap, confrontandosi con le istituzioni perché si possano superare gli ostacoli che impediscono una reale parità di genere.

Tuttavia, il cambiamento culturale è un processo lento e complesso: la parità di genere non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche un fattore chiave per la crescita economica e il benessere della società nel suo complesso.

Segui La Voce Misena sui canali social Facebook, Instagram, X e Telegram.