Elezioni regionali Marche 2025, intervista a Chantal Bomprezzi (Partito democratico)
Negli studi di Radio Duomo Senigallia inBlu (95.200 FM) abbiamo incontrato la segretaria regionale Pd e consigliera comunale a Senigallia, Chantal Bomprezzi. E’ candidata nelle fila del Partito Democratico al Consiglio regionale delle Marche. L’audio integrale è disponibile in questa pagina grazie al lettore multimediale: basterà cliccare “play” o “riproduci” per ascoltare le sue parole. Qui vi proponiamo anche un estratto testuale con i temi principali.
La sanità, il tema dei temi
È quasi scontato iniziare la conversazione toccando il tema dei temi, la sanità. Lei è decisa: “Posso dire che nonostante la nenia della destra sia ormai quella riassumibile in ‘è sempre colpa di chi c’era prima’, mi permetto di sottolineare che cinque anni fa su questo tema il centrodestra ha sostanzialmente vinto le elezioni. Poi ci sono state scelte politiche regionali che sono andate in una diversa direzione ma che non hanno prodotto risultati: riforma dell’organizzazione della sanità, approvazione del nuovo piano sociosanitario regionale, opzioni politiche forti che però non hanno portato ad un miglioramento, anzi! Vediamo il peggioramento della condizione della sanità pubblica marchigiana”. Bomprezzi ribadisce come questa percezione sia molto diffusa tra la gente, anche non vicina alle posizioni della sua area politica: “Le lamentele sono diffuse e sono supportate da dati di realtà: un marchigiano su dieci rinuncia a curarsi, il problema delle liste d’attesa è noto a tutti e tutte. Io preferisco chiamarle ‘lista sospesa’, perché se mentre prima ci limitavamo ad un grande tempo di attesa, adesso rimaniamo proprio sospesi. Molto spesso quando si chiama il Centro unico prenotazioni regionale ti dicono che le liste sono chiuse. E’ una precisa scelta che costringe i pazienti a rivolgersi alla sanità privata, naturalmente quelli che se lo possono permettere”.
Zona economica sociale e dintorni
Chantal Bomprezzi si sofferma poi sull’economia marchigiana. L’annuncio da parte del centrodestra, presidente Meloni in testa, della creazione della Zona economica speciale ha animato il dibattito elettorale: “Se parliamo di Zona economica speciale quello che ci sorprende è che noi da tempo, a tutti i livelli, a partire dai nostri parlamentari marchigiani del Partito Democratico, fino ad arrivare alle posizioni dei nostri consiglieri regionali del PD, l’avevamo proposta, io stessa sono stata prima firmataria in una mozione nel Comune di Senigallia. Ebbene, questo nostro grido di allarme è stato ignorato; la Zona economica speciale non è un regalo né una conquista, è un prendere consapevolezza del fatto che siamo una regione che sta scivolando verso sud e quindi c’è bisogno di aiuto e di sostegno. Le nostre proposte in questo senso, però, sono state sempre bocciate. La Zes è la certificazione del fatto che in questi cinque anni per l’economia marchigiana non si è fatto nulla. È stata venduta come un regalo, in maniera populista perché viviamo in un tempo di decreti legge, della legiferazione di emergenza, a colpi di voto di fiducia e i parlamenti contano sempre meno. Invece stavolta si è scelto lo strumento del disegno di legge che significa fare molti più passaggi: l’impressione è che si sia voluta fare l’ennesima promessa elettorale buttando la palla in avanti. Inoltre, non è stato previsto un euro, l’ennesima passerella mentre la realtà ci dice che siamo una regione dove gli imprenditori stessi, le associazioni di categoria e i sindacati esprimono più di un grido di allarme”.
Anziani, salute mentale, persone con disabilità
Le tante fragilità sollecitano più di un’attenzione. “Mi viene spontaneo citare nuovamente il piano socio – sanitario, arrivato inoltre in grande ritardo, atto che non ha programmato nulla. C’è tutto un mondo, quello degli anziani, quello della disabilità, della salute mentale che è stato completamente dimenticato, se non per elargire mancette elettorali, tipo dare un sostegno alle famiglie volendo anche porre un freno agli aumenti delle rette delle strutture convenzionate su cui non si è intervenuto come si doveva dal punto di vista del pubblico, senza predeterminare o senza chiarire bene i criteri con cui queste risorse saranno date. Ho avuto modo in questa campagna elettorale di aprire la mia sede elettorale parlando di temi concreti, tra cui anche proprio quello della disabilità ed è emerso un grande disagio non solo per le persone direttamente interessate, ma anche per le loro famiglie. Alcune avrebbero voluto partecipare ai dibattiti, ma non sapevano come poter garantire, muovendosi da casa, assistenza ai loro cari”.
Emergenze, dal sisma alle alluvioni
Parlando di emergenze, sisma e alluvioni in particolare, Chantal Bomprezzi ribadisce un metodo: “Penso sempre che il modo migliore per fare politica sia quello di ascoltare e di andare sul territorio, ascoltare le voci di chi quei luoghi li vive. E posso fare tre esempi di persone che sono a me vicine, conosciute grazie al mio incarico regionale. C’è il mio organizzatore regionale che è di Camerino, un luogo che ancora nel centro storico è completamente abbandonato. Abbiamo un nostro parlamentare marchigiano, Augusto Curti, che è stato sindaco di Force. Ancora, il sindaco di Arquata del Tronto, Michele Franchi. Basta ascoltare le loro voci e quelle delle persone che vivono quei territori e la prima cosa che ti dicono è che non hanno apprezzato il cambio dell’allora commissario Giovanni Legnini, il quale stava mettendo in piedi tutta una serie di azioni che stavano invertendo la rotta. E’ subentrato il commissario Castelli, a conferma del modo di operare di questa destra, cioè mettere sempre prima davanti gli interessi di partito prima di quello delle istituzioni”. L’ente Regione ha tante possibilità: “La Regione ha questa ricchezza in sé, è proprio l’ente in cui si programma, perché ci sono delle competenze che vengono previste dalla nostra Costituzione e quindi ha la possibilità di legiferare, di programmare, di fare delle scelte e di inserire le risorse dedicate. Quello che noi abbiamo visto – vale anche sul tema dell’alluvione e del fiume e dissesto idrogeologico – è un non agire in una maniera integrata, ma piuttosto sulla base dell’appartenenza politica di questo o quell’amministratore, muoversi a macchia di leopardo. Invece i territori sono tutti collegati, basti pensare alla recente alluvione a Senigallia, la connessione tra entroterra e costa è fortissima. Questo rende necessaria una politica di programmazione”.
Una candidatura in una vivace squadra
Chantal Bomprezzi è anche segretaria regionale del PD. Non avverte, però, il pericolo di una sorta di referendum sul suo operato: “Io penso che non conta il risultato del singolo ma conta il risultato della squadra. Ho avuto una visione privilegiata, quella di vedere nascere e crescere un progetto di cambiamento, perché c’è un partito che da due anni e mezzo è ripartito che ha portato avanti un percorso anche con altre forze politiche e civiche, sedendosi al tavolo, coinvolgendosi fino ad arrivare a mettere la firma su quel programma, anche con grande emozione, in un percorso di grande collaborazione. Poi naturalmente la mia candidatura vuole essere, e io la vivo così, una testimonianza: quella di una classe di giovani amministratori che si sono fatti la gavetta sul territorio, hanno fatto un percorso politico, nel mio caso iniziato a 19 anni, per rappresentare anche la parte più bella, a mio parere, del partito”.
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