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L’esigenza di una seria comunità educante adulta: dibattito a Senigallia

Affollato l'incontro del 7 ottobre 2025 all'oratorio parrocchiale alla Cesanella di Senigallia, dal titolo "Non esistono ragazzi cattivi"

Sotto il titolo evocativo di “Non esistono i ragazzi cattivi“, l’unità pastorale ‘Buon Samaritano’ ha recentemente animato un importante dibattito all’oratorio della parrocchia Cesanella di Senigallia, chiamando a raccolta educatori, genitori e membri della comunità educante per riflettere sul disagio giovanile e sul ruolo degli adulti. Qualche giorno fa vi abbiamo proposto l’audio con le parole di Simone Ceresoni, dirigente scolastico dell’istituto d’istruzione superiore Corinaldesi-Padovano di Senigallia, che potrete riascoltarvi a questo link.

Oggi passiamo il microfono a Catia Sorcinelli, criminologa e operatrice sociale, e a don Andrea Rocchetti, parroco di Marina e Montemarciano: entrambi hanno messo in luce la necessità di un profondo «salto di qualità» da parte degli adulti. L’AUDIO, in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) lunedì 13 e martedì 14 ottobre, alle ore 13:10 e alle ore 20, avrà un’ulteriore replica domenica 19 alle 16:50, ma è disponibile anche qui grazie al lettore multimediale.

La responsabilità della comunità educante

Catia Sorcinelli ha ripreso il concetto di “comunità educante”, sottolineando come non si possa delegare ad altri la responsabilità del malfunzionamento sociale. «Ognuno faccia la propria parte», ha incalzato la criminologa, invitando a una profonda auto-riflessione: «Quanto io sto facendo per i giovani di oggi, come mi pongo io di fronte a quel giovane che manifesta la sua ribellione?». Perché, magari non lo si nota spesso, ma le parole e gli sguardi degli adulti, ha avvertito, hanno il peso «di un macigno» sui ragazzi. Di fronte a questo, l’operatrice sociale ha esortato al «coraggio della vicinanza» nei confronti dei giovani, con i quali co-costruire processi e progetti per rispondere ai loro bisogni dopo averli prima ascoltati e accolti. Molti ragazzi e ragazze infatti lanciano sfide agli adulti che, se non colte in tempo o disattese, possono manifestarsi con forme di devianza.

Superare il giudizio e l’infantilismo adulto

La prospettiva di don Andrea Rocchetti si è concentrata sulla critica radicale al giudizio e alla dicotomia “buono-cattivo”, “bianco-nero”. Il parroco di Marina e Montemarciano ha definito questa tendenza come una «dinamica di infantilismo» che nasconde una «banalizzazione delle problematiche». Questa modalità di pensiero, che colpisce tutti indistintamente, di fatto scarica la responsabilità solo sui giovani evitando il confronto con se stessi e con i nodi irrisolti del proprio vissuto. Il «salto di qualità» richiesto agli adulti è quello di superare questa polarizzazione. Da qui l’appello alla comunità educante a «diventare adulta»: l’accoglienza in parrocchia e nella società, ha concluso, non può avvenire se l’adulto per primo non si libera della «patina dagli occhi» che vuole un mondo «carino, coccoloso, alla Mulino Bianco».

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