Genitori in ascolto: oltre le parole, il valore della testimonianza verso i propri figli

L’ascolto e la comunicazione rivestono un ruolo cruciale nella società attuale. Dovrebbero essere anche al centro delle dinamiche familiari e intergenerazionali, specialmente nel rapporto tra genitori e figli adolescenti. Ma così non è. Per comprenderne le ragioni e intraprendere un percorso comune che possa per lo meno parlare un linguaggio condiviso, abbiamo voluto intervistare Federico Paino, presidente dell’associazione Heta di Ancona. L’intervista è in onda lunedì 14 e martedì 15 aprile, alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 20 a partire dalle 16:50, sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM). L’audio integrale è anche presente in questo articolo assieme a un breve testo.
L’ascolto attivo come chiave di volta
Paino evidenzia come l’ascolto attivo, da parte degli adulti, sia fondamentale per comprendere il mondo dei giovani, un universo a sé rispetto a quello adulto. Questo ascolto non si limita alle parole, ma si estende alla comprensione dei linguaggi non verbali, come l’arte e i social media. L’arte, in particolare il disegno e la musica, si rivela un canale comunicativo efficace per i giovani che incontrano difficoltà nell’espressione verbale. Paino porta l’esempio di un ragazzo che, dopo mesi di silenzio, ha iniziato a comunicare attraverso un murale.
I “naturali” conflitti intergenerazionali
I conflitti tra generazioni sono considerati da Paino come parte integrante del processo di crescita. Tuttavia, è essenziale che gli adulti si impegnino a comprendere i giovani e a instaurare un dialogo aperto e costruttivo. Gli adulti spesso presumono di sapere tutto sui propri figli, sui giovani, ma non c’è niente di più sbagliato secondo Paino che giudicare il loro mondo, i loro linguaggi e le loro forme di espressione. È fondamentale un atteggiamento di apertura e curiosità, volto all’apprendimento dai giovani stessi.
Genitori, scuola, testimonianze
I genitori rivestono un ruolo primario nell’ascolto e nel supporto dei figli, ma anche la scuola ha un compito cruciale nell’educazione e nella comunicazione. È auspicabile una collaborazione tra genitori e istituzioni scolastiche, affinché queste ultime forniscano strumenti e supporto ai genitori. L’adulto è chiamato a dare testimonianza, non a impartire lezioni. L’autorevolezza deriva dall’esperienza di vita e dalla capacità di apprendere continuamente, persino facendosi guidare dall’adolescente, se serve, in alcuni processi, senza che questo pregiudichi il rapporto genitori/figli.
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