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Intelligenza artificiale: vantaggi e rischi di una tecnologia che è già presente nelle nostre vite (e a volte non lo sappiamo)

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Torniamo a parlare di intelligenza artificiale. L’ultima volta avevamo pubblicato l’intervista a don Fabio Pasqualetti, decano della facoltà di scienze della comunicazione sociale dell’Università pontificia salesiana e consultore del Dicastero per la comunicazione. L’argomento è però oggetto di continui e accesi dibattiti ma anche fonte di parecchia incertezza dovuta per lo più alla marcata disinformazione. E allora quale miglior motivo per un approfondimento, come siamo soliti fare noi di Radio Duomo Senigallia e Vocemisena.it? Ecco qui di seguito la chiacchierata con Mattia Crivellini, direttore di “Fosforo”, la festa della scienza di Senigallia. L’intervista sarà in onda venerdì 21 e sabato 22 febbraio alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 23 è prevista un’ulteriore replica a partire dalle 16:50 (la terza di tre interviste). Dove? Sempre su Radio Duomo Senigallia, ovviamente, sulla frequenza 95.2 FM. L’audio integrale è disponibile anche qui, assieme a un breve testo. Basterà cliccare sul tasto “riproduci” del lettore multimediale che accompagna questo articolo.

E’ in procinto di partire un seminario, un ciclo di tre appuntamenti, “con il nome di “Tech It Easy”, sulle potenzialità di questa intelligenza artificiale.
Sì, racconta la tecnologia in maniera facile dentro il progetto Agorà. E’ capofile il comune di Senigallia con tante associazioni che collaborano. Oggi si parla di un aspetto particolare dell’intelligenza artificiale, quella generativa, quindi la generazione di test, la generazione di immagini, ChatGPT, tutti questi strumenti che ormai sono diventati quotidianità. Fino a qualche tempo fa si parlava di questi strumenti come prodotti. In queste proprie settimane, in questi mesi, stanno diventando delle caratteristiche, sono più pervasivi, incominciano ad essere dentro gli software che già utilizziamo. Se utilizzate Canva per le immagini, dentro Word, dentro i telefoni, dentro gli iPhone da aprile forse arriverà questa fantomatica Apple Intelligence che era stata promessa con l’iPhone 16 e che ancora non è arrivata perché l’Europa protegge molto i cittadini, quindi vuole capire bene cosa accade rispetto a magari una certa deregolamentazione americana. Ecco perché è importante conoscerla e sapere come funziona.

Facciamo un po’ di storia: qual è l’input che ha fatto sviluppare questo prodotto?
Se vogliamo tornare indietro alla nascita di queste idee si torna indietro al 2015, quando Elon Musk discute con Larry Page, fondatore di Google, di come l’umanità potrebbe progredire e come si arriverà a creare un giorno una intelligenza artificiale globale, una AGI, quella che è proprio di Ultron per i fan della Marvel, quella di Terminator, di Skynet, no? Subito dopo Musk fonda OpenAI e vi mette a capo Sam Altman. OpenAI ha forti finanziamenti di Microsoft ma poi Elon Musk viene estromesso, ma fonda una nuova ditta XAI, l’attuale ditta con cui funziona l’intelligenza artificiale dentro Twitter, cioè X. Da tutte queste situazioni arriviamo ai giorni d’oggi a Trump: Elon Musk è al suo fianco, ma alla partenza del nuovo governo Trump c’erano presenti anche Larry Page, c’era OpenAI con Sam Altman, c’era addirittura l’Apple.

E perché?
Qquesto mondo geopolitico ha oggi un’importanza molto strategica in relazione a quello che farà l’America, in relazione all’Europa, ma in relazione anche alla Cina. Di pochi giorni fa l’arrivo di DeepSeek che millantava di fare le stesse cose di OpenAI con una frazione dell’investimento.

Perché millantava?
Perché in Cina le cose non sono così pubbliche. Se tu interroghi DeepSeek, faccio un esempio nel novecento, uno dei fatti più importanti, la piazza Tienanmen e ricorderemo tutti lo studente davanti al carro armato, DeepSeek non risponde. Quindi capisci che è drammatica un’intelligenza artificiale che noi già vediamo essere censurata.

E Chat GPT, OpenAI fanno lo stesso lavoro, nicchiano su alcune domande?
Diciamo che ci sono grossi punti oscuri anche su OpenAI, però non c’è, da quello che sembra a livello di ricerca, una censura così forte su certi temi.

Mattia Crivellini
Mattia Crivellini

Quali sono gli sviluppi, gli utilizzi principali di questa intelligenza artificiale? Poi quali conseguenze, quali repercussioni?
La situazione è complessa; è importante che ognuno di noi segua queste tematiche per farsi un’idea propria e cerchi delle fonti il più possibile attendibili, perché una delle cose che accadono con l’intelligenza artificiale generativa è la grande facilità di creare video in cui dico cose che non ho mai detto, è facile girare il web e incontrare i personaggi famosi che incontrano Gesù Cristo. Oggi una cosa come questa i nostri studenti di scuola la sanno fare. Anche qui a Senigallia questi deepfake oggi sono facilmente rieplicabili.

Dove non si riesce più a capire se è un falso o meno ciò che vediamo o ascoltiamo?
Su tante cose effettivamente è molto più inquietante perché sono suddole e quindi è molto facile creare siti che danno fake news. L’intelligenza artificiale velocizza molto certi processi creativi di testi e di fake news e questo ci deve far tenere le antenne molto dritte. Da un certo punto di vista l’Europa è molto conservativa, questo per noi cittadini europei è molto buono perché siamo più protetti. L’Europa vuole vederci chiaro, appena c’è la GPT è uscito dopo poco è stato bloccato in Europa perché ci devono essere delle garanzie per gli utenti; DeepSeek quella cinese uscita poche settimane fa è stata subito bloccata perché non dava garanzie a livello di privacy.

Possiamo dire che nella pratica quotidiana e nella vita di tutti i giorni in realtà l’intelligenza artificiale è già presente e già in qualche modo viene utilizzata in maniera più o meno consapevole.
Sì, stanno arrivando a essere caratteristiche dei prodotti che già utilizziamo. Sicuramente…

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