Ponte Garibaldi: prendere o lasciare?

Ripercorriamo il consiglio grande che si è tenuto lo scorso 5 febbraio a Senigallia, focalizzandoci su alcuni aspetti degli interventi succedutisi in aula. Da sottolineare che di fatto c’è e c’è tuttora una spaccatura molto evidente tra chi quel progetto di ponte lo vorrebbe subito e chi invece non lo vorrebbe affatto. Nell’audio, in cui abbiamo “condensato” sei ore di discussione in meno di venti minuti, potrete riascoltare le voci di alcuni dei protagonisti del dibattito. Basterà cliccare sul tasto “riproduci” del lettore multimediale.
Iniziamo con la voce del vicecommissario dell’emergenza alluvione 2022, l’ingegner Stefano Babini.
Una delle questioni più ricorrenti è quella della possibilità di rialzare il ponte con dei martinetti o dispositivi elettromeccanici, prima o durante la piena. Cosa che non è più possibile fare dal 2009. Un ponte deve avere le due spalle che reggono l’impalcato al di fuori dell’alveo del fiume, dalle arginature, deve essere superiore con l’intradosso del ponte – quindi con la parte bassa – posto al di sopra del massimo livello delle arginature e deve rispettare il franco idraulico, non può in ogni caso interrompere le arginature. Qui a Senigallia c’è una situazione particolare dove gli argini sono costituiti dai muraglioni che contengono il fiume. Sappiamo purtroppo che quella sezione idraulica non è sufficiente a smaltire le portate in caso di eventi catastrofici. La sezione murata è in grado di smaltire 300 metri cubi al secondo, 600 metri cubi dobbiamo praticamente toglierli dal fiume con le vasche di laminazione. Sono opere complesse, ce ne sono tre in progettazione in questo momento da parte di Sogesid, anche su queste contiamo di non mandarle alle calende greche ma dovrebbero essere pronti i progetti fra un paio di mesi, poi per realizzarle vogliamo essere bravi ci mettiamo due anni, ce ne mettiamo tre per come vanno le opere pubbliche in Italia? Queste opere consentiranno sicuramente di ridurre il franco idraulico ma io lo chiedo alla città, possiamo rischiare di stare tre anni con una piena che potrebbe arrivare e creare ulteriori problemi. Bisogna che questo ponte lo facciamo subito in modo che possa funzionare e che non induca ulteriori situazioni di criticità. Visto che il ponte si dovrà per forza alzare è stato fatto tutto quanto ragionamento con l’amministrazione comunale per vedere come fare per inserirlo nella maniera meno impattante possibile nel tessuto urbano, ovviamente il ponte dovendo essere così rialzato non poteva essere mantenuto nella posizione del vecchio ponte Garibaldi perché avrebbe murato in pratica la vista, impedito la vista dei portici Ercolani. E allora, pur penalizzando la viabilità in qualche modo, si è deciso di spostarlo una cinquantina di metri a monte. Perché non siamo andati ancora più a monte? Prima di tutto perché ci sarebbero stati dei costi d’esproprio molto più importanti: mettendolo nella posizione dove è stato previsto adesso c’è da demolire sostanzialmente quella palazzina dell’associazione cacciatori, e abbiamo già raggiunto una sorta di accordo; la posizione era un po’ un compromesso di tutte le esigenze, metterlo in quel modo lì.
E ora l’intervento di Marco Leon, presidente di Italia Nostra, sezione di Senigallia.
Un progetto che sicuramente segnerà la storia di questa città. Un ponte sopraelevato per quasi due metri, sopra i parapetti del fiume, ad arco, di tipo autostradale, con tortuose e ingombranti rampe d’accesso, che non tiene conto dell’impatto devastante sul paesaggio urbano del centro storico e di quello, non meno problematico, sul traffico di via Rossini e di via portici Ercolani. Senza considerare poi la barriera architettonica che la pendenza delle rampe verrebbe a costituire. Lo stile architettonico del manufatto contrasta violentemente con l’architettura storica della lungofiume, uno dei più importanti organismi identitari di Senigallia. Già ad agosto abbiamo deciso di lanciare una petizione in cui si chiede di ritirare il progetto presentato e di lavorare a nuove soluzioni. Ad oggi stiamo arrivando a 10.000 adesioni. E’ stata suggerita da professionisti la proposta del sollevamento della struttura con i martinetti, già sperimentata altrove, ma nessuno pensa di sollevare i ponti durante la piena. Comunque è evidente che non si sono voluti cercare altre soluzioni.
Apre invece alla possibilità di un progetto più importante uno dei referenti del coordinamento dei comitati alluvionati del 2014, Marco Bellagamba.
Qui bisogna parlare di un progetto globale. C’è un contratto di fiume in piedi che di questa storia non ne ha parlato, nonostante le lettere fatte. E questo è un problema a monte. Dall’altra però, ovviamente, bisogna che gli enti si assumano la propria responsabilità.
Paolo Landi, invece, per l’associazione Novum, ha sottolineato invece la differenza tra le varie altezze in alcuni punti lungo l’asta fluviale.
In corrispondenza di ponte Garibaldi noi abbiamo un’altezza di 5 metri, in corrispondenza delle sponde del ponte degli Angeli abbiamo 2 metri. Significa che il livello liquido della piena praticamente andrebbe a fuoriuscire in corrispondenza delle sponde del ponte degli Angeli. Praticamente le sponde degradano da 5 a 2 metri. La situazione è ulteriormente più critica se si pensa che il ponte degli Angeli è incastonato tra le sponde, per cui l’altezza di 3 metri del livello idrometrico di quel punto si abbassa ulteriormente di un altro metro, quindi l’effetto diga è sicuro. Noi dobbiamo risolvere prima il problema del ponte degli Angeli.
A seguire è stata la volta del presidente di Confluenze, Luciano Montesi.
Non sono state fatte verifiche, non ci sono relazioni ufficiali circa questa demolizione di ponte Garibaldi. Per costruire il famoso ponte del fiaton’ si è usato questo ponte come base per il grosso macchinario che ha montato l’altro ponte, però si è avuta fretta, fretta di demolire quel ponte. Se già chi ha dato l’ordine di demolire quel ponte, avesse preso visione, perché qui si pasticcia un po’ troppo forse, su quella che è la normativa vigente e quindi su quelle che sarebbero state le condizioni per ricostruire, forse ripensare a recuperare questo e restaurarlo sarebbe stata la scelta più saggia. Sarà realizzato in sicurezza. In effetti un ponte a quell’altezza è chi se lo porta via, però concedetemi che ci sia quel ponte o che non ci sia, nulla cambia per quello che è la sicurezza della città.
L’aspetto economico è stato sollevato dal Presidente di Confcommercio Marche Centrali, Giacomo Bramucci.
Devo fare una sottolineatura su quello che è il dato stringente economico e che è un dato fortemente negativo degli effetti che la carenza di questo ponte, la mancanza di questo ponte, sta portando alla nostra città. In termini di economie che insistono proprio in prossimità del ponte, molte attività hanno smesso di investire, questo è drammatico, molte attività hanno chiuso e molte attività si sono spostate da quella zona. Il tempo è un lusso che le attività non possono concedersi.
Chi ha parlato invece delle ripercussioni legali e giudiziarie dietro ad alcune vicende legate all’alluvione è stato l’avvocato Corrado Canafoglia.
Voi sapete che cinque tecnici che hanno progettato il ponte degli Angeli sono sotto processo? Ma sapete perché? Perché il progetto per realizzarlo non rispettava la normativa che imponeva un franco idraulico di un metro e mezzo. Le interpretazioni in una situazione come questa sono problematiche, perché laddove poi arriva la Procura in caso di alluvione, il tecnico ha paura. E la soluzione alternativa è stata questa, quella che oggi voi vedete, che con tutto rispetto è un ponte bello, è un plasticone che tra l’altro ha fatto la diga. Questo è quello che dice la Procura. Ma quale tecnico serio può mettere una firma andando sull’interpretazione dei martinetti, ma voi sapete cosa sono i martinetti? Sono dei sistemi idraulici che hanno una manutenzione pazzesca, tant’è vero che la normativa dice fermi, non vi muovete. La cultura, la bellezza, tutti questi acculturati che girano per questa città possono imporre a un tecnico di mettere una firma secondo i vostri desiderata e poi rischiare di andare sotto processo? Ma voi siete pazzi. Ricordatevi che noi siamo in una situazione tremendamente seria. Giustamente chi mi ha preso ha detto progetto globale, vasche d’espansione, tutto, dobbiamo far tutto e non dobbiamo cercare di farci prendere soprattutto dalla fazione politica.
Poi è stata la volta del direttivo dell’Anpi di Senigallia, con Roberto Primavera.
Dobbiamo ringraziare l’associazionismo ambientalista senigallese per averci portato a questo dibattito, che sarebbe stato doveroso averlo fatto molto prima da parte di chi ci amministra. Non si sta parlando semplicemente di un manufatto, qui si sta parlando di un ponte che è stato distrutto – e non siamo proprio convinti che lo sia stato fatto con oculatezza – un ponte che verrà sostituito da un manufatto che andrà ad incidere però in un contesto urbano pesantemente, modificandolo. Ha molta importanza il dato di come viene gestita amministrativamente e politicamente questa partita. Questa cosa perché viene fatta oggi? Perché non è stata fatta mesi prima? Cioè questo consiglio grande è stato concesso, usiamo questo termine, poi dopo due giorni si viene a sapere ma già è tutto deciso, allora questo consiglio grande diventa una farsa. Qual è la fretta di rifare questo ponte senza ascoltare la città e senza aver in qualche modo dichiarato un progetto più ampio di visione del traffico del centro, per esempio, non c’è nulla.
Ha sottolineato invece l’aspetto della responsabilità verso le famiglie, verso le imprese alluvionate il referente del comitato “Tra due fiumi, le imprese per il territorio”, Andrea Morsucci.
Io credo che ridurre tutto a Ponte Garibaldi sia solamente una propaganda politica. Con l’alluvione del 2022 sono crollati 30 ponti. Noi dobbiamo portare una risposta a quelle famiglie che purtroppo oggi piangono, ma anche a molti imprenditori, non solo a Senigallia, in tutta la vallata del Misa e del Nevola. Negli ultimi 50 anni, perdonatemi, prima dell’amministrazione Acquaroli cosa avete fatto? Cosa è stata fatta nell’asta del Misa e del Nevola? I ponti sono stati ristrutturati, alcuni, cito ponte del Coppetto dieci volte, dieci ristrutturazioni e non vi dico quanto sono costate, è caduto a pezzi. E voi, qui qualcuno si è permesso di dire che non rispettiamo il franco idraulico. Io devo andare a dire alla famiglia di Barbara che ha perso la madre e una ragazza di 17 anni, che ha preso l’acqua in due secondi perché il ponte ha fatto da diga, io gli devo dire guarda che non hai chances, vi dovete vergognare. Ci sono imprenditori che vanno in psichiatria; ci sono bambini che non vanno più a fare la pipì da soli alle tre di notte perché hanno paura che arrivi l’acqua. Qui è ora di cambiare cultura cari signori.
Terminata la fase dell’ascolto della città, delle associazioni portatrici di interessi, si è poi virati sui gruppi consiliari comunali. Per prima, ha parlato la consigliera Alessandra Barucca di Forza Italia-La Civica.
Mi aspettavo che al centro del dibattito ci fossero la sicurezza e la legalità. Non c’è nulla di più importante della messa in sicurezza della città. Non dobbiamo fare un grosso sforzo di memoria per capire quanto puntare tutto sull’estetica ci abbia portato a tragici risultati. Il ponte degli Angeli, fortemente evoluto proprio per questo, oltre ad essere non a norma, è stato una delle cause della vasta inondazione del centro storico nel 2022. Perché dunque, a mio avviso, il ponte è necessario? Per due motivi ben chiari, il primo perché una parte della città è in grande sofferenza e non parliamo solo delle attività, ma anche dei residenti; in secondo luogo, dato che il ponte degli Angeli deve essere abbattuto urgentemente, è consequenziale che il ponte Garibaldi debba essere realizzato il primo possibile.
Alle sue parole hanno fatto seguito quelle di Stefania Pagani, capogruppo di Vola Senigallia.
Ricordo che esiste un piano particolareggiato del centro storico e che per centro storico sono comprese anche le mura perimetrali e le aree a ridosso. Per non parlare della criticità oggettiva del traffico cittadino. Mentre le città moderne vanno verso la pedalizzazione e la mobilità sostenibile, qui si va in controtendenza. Il ponte proposto non è urbanisticamente strategico, risolverà il problema di far passare la piena sotto di sé, rinviandolo però ad altri tre ponti in direzione mare, poco più avanti a circa 200 metri, quindi non credo che risolverà il problema.
Sul tema è intervenuto anche Dario Romano, capogruppo del Partito Democratico.
È un’infrastruttura che per come è stata concepita, commissario, rischia di diventare il simbolo non di una rinascita di Senigallia, ma della sua sconfitta culturale e soprattutto urbanistica, e inutile alla mobilità delle auto, il cui transito aggraverà ulteriormente la zona interessata, e non aumenterà commercio e turismo, anzi i dati empirici su questo parlano dell’esatto contrario sulle pedalizzazioni e citando anche le visioni che sono apparse sui giornali di carta e online. Mi rivolgo anche a lei sindaco, sa quanto abbiamo discusso di questo ponte e delle tematiche legate al fiume: lei è il primo cittadino ed è il garante di quel dialogo che la popolazione deve avere con le istituzioni e purtroppo è stato uno dei propulsori di questa frattura.
Torna sul tema dei martinetti e sull’eventuale gestione in emergenza il consigliere Filippo Crivellini della Lega.
Non è così facile, non è stato mai così facile prevedere puntualmente come si alzerà la piena e come bisognerebbe gestire una struttura del genere, per cui dal nostro punto di vista bisogna favorire una struttura che sia stabile all’interno di quello che è la norma prevista, quindi il rispetto pieno del franco idraulico.
Appassionato e a tratti veemente l’intervento del sindaco di Senigallia Massimo Olivetti che ha citato più volte il tema di ponte degli Angeli e ne trae le conseguenti riflessioni per il nuovo ponte Garibaldi.
Sembra che non abbiamo imparato niente e ogni volta ci dimentichiamo di quello che alcuni degli alluvionati oggi ci hanno detto. Io vi dico che questa è una città strana e che questo dibattito, soprattutto fatto da persone che sono cittadini sì, ma che hanno rivestito negli ultimi anni funzioni politiche a livello nazionale; a livello provinciale, sono stati amministratori della provincia quando la provincia gestiva il fiume; dirigenti regionali che conoscevano quella situazione e ancora di più rappresentanti lo stesso politici provinciali. La prima domanda che vi chiedo è, ma dove eravate? Secondo: ci si chiedono le deroghe a norme di sicurezza. Ma una città che è stata ferita più e più volte può chiedere le deroghe a norme di sicurezza? E allora la domanda è, ci serve questo ponte oppure no? Perché il secondo ponte tanto lo dovremo rifare, quel ponte va tolto, perché quando è stato concepito è stato concepito non rispettando una norma che il politico poteva non sapere, e quindi non do nessuna responsabilità a chi mi ha preceduto, ma un ingegnere doveva e deve conoscere. Qui c’è solo una decisione: prendere o lasciare, non lo facciamo questo ponte? Benissimo, potremmo non farlo? Io l’unica cosa che vi chiedo, ed è una sola, il ponte va fatto rispettando la norma!
Ha chiuso la sessione straordinaria del consiglio comunale allargato alla cittadinanza, infine, il presidente della giunta regionale nonché commissario all’emergenza 2022, Francesco Acquaroli.
Non mi sono mai sottratto al confronto in questi anni, sono venuto altre volte. A due anni e cinque mesi da quel giorno si stanno per attuare una serie di progettazioni che daranno maggiore sicurezza in questo territorio. Il rischio non sarà mai zero. Possiamo fare la manutenzione; il dragaggio anche al centro di Senigallia; la realizzazione di infrastrutture che possono mitigare il rischio, qualora purtroppo si possa verificare un’esondazione. A me interessa che quello che noi facciamo sia rispettoso delle norme. Se c’era una possibilità diversa da quella attuale, secondo voi noi non l’avremmo percorsa? Il tema è che tutte le verifiche che abbiamo fatto, per evitare questo progetto, sono andate a vuoto con anche una certa perplessità degli interlocutori. Ci si chiedeva: ma con 13 vittime, con milioni di euro di danni, voi ci chiedete deroghe? Noi non vogliamo assolutamente dire che questa soluzione va fatta: se l’amministrazione comunale di Senigallia, che è l’unica deputata a esprimere un parere dice “noi il ponte non lo vogliamo”, io devo prenderne atto. Ma se il ponte lo dobbiamo fare, come noi vorremmo, bisogna farlo nel rispetto delle leggi, non c’è un’alternativa. Non mi aspettavo sinceramente un atteggiamento di ostruzionismo a chi vuole mettere in sicurezza questo territorio. Non facciamo ostruzionismo a un’opportunità che non si era mai verificata su questa valle: perché 400 milioni di euro non erano mai stati destinati per tutto il territorio per la messa in sicurezza e a cui oggi se voi dite no, lascerete un buco profondissimo, destinando le generazioni future di amministratori, di cittadini, di giovani, di imprenditori di questo territorio in una situazione di precariato, continuo e perpetrato, perché se non si mettono in campo le opere per mettere in sicurezza la città, la città vivrà nell’incertezza e questo spero che non avvenga.
Segui La Voce Misena sui canali social Facebook, Instagram, X e Telegram.
