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Ponte Garibaldi, progetto «indifendibile e senza dialogo: non vi meravigliate ora del ricorso»

Da giorni, dopo l’annuncio del ricorso al Tar contro questo progetto di ponte Garibaldi, si parla di possibile restituzione dei soldi che gli alluvionati hanno ricevuto come primo e parziale indennizzo per i danni subiti. Non sembrano essere bastate le rassicurazioni di quanti hanno fatto ricorso: l’accusa lanciata inizialmente dal vicecommissario Babini, a cui hanno replicato le associazioni di Senigallia, e poi ripresa da altri esponenti politici continua a fare il giro della città. Anche l’ex sindaco Maurizio Mangialardi è voluto intervenire, definendo «vergognosa la strumentalizzazione delle paure», un «terrorismo ingiustificabile e ingiustificato».

«Olivetti e Acquaroli dovrebbero al contrario rassicurare i cittadini dicendo la verità, ovvero che nessuno dovrà restituire nulla – spiega ancora Mangialardi – e che se gli alluvionati non hanno ancora ricevuto quanto spetta loro è per i ritardi della “filiera”, non certo per un ricorso al Tar su ponte Garibaldi. Ancora ad oggi molti alluvionati sono costretti a vivere in albergo senza poter tornare nelle proprie case. Cittadini e imprese (diversamente da quanto accade in Emilia Romagna) non avranno il 100% dei ristori, ma solo una parte, per una scelta consapevole e precisa del governo nazionale e giunta regionale. Le infrastrutture su tutta la vallata da Arcevia fino a Senigallia non sono ancora state ripristinate, con interventi a macchia di leopardo, senza alcuna coerenza, e in forte ritardo. Tutta colpa del ricorso al TAR?».

Maurizio Mangialardi
Maurizio Mangialardi

Ma l’ex primo cittadino di Senigallia, attuale vicepresidente dell’assemblea legislativa regionale delle Marche va anche oltre. In particolare, oltre a sottolineare di non aver mai presentato ricorsi o esposti, ritiene «ingiusto e ingeneroso incolpare le associazioni ambientaliste. Al contrario, è proprio il fatto che ci siano ricorsi a rappresentare in modo plastico (purtroppo) il fallimento della politica, dovuto all’incapacità di ascoltare e intessere qualsiasi tipo di dialogo da parte del sindaco Olivetti e del presidente e commissario Acquaroli».

In sintesi: tutta colpa della mancata capacità o volontà della politica di ascoltare la città – quasi diecimila firme raccolte significano un quarto di città mica bruscolini – se siamo arrivati al ricorso contro un «indifendibile progetto di obbrobrioso ponte autostradale». «Escludendo ogni possibilità di modifica, andando avanti per la loro strada senza interloquire con nessuno, avendo liquidato in modo brutale le associazioni e i cittadini, non ci si può stupire adesso se qualcuno ha deciso di ricorrere al TAR» conclude Mangialardi che accusa Olivetti e Acquaroli di aver sbattuto «la porta in faccia» a cittadini e associazioni.

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