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Referendum 8-9 giugno su lavoro e cittadinanza, intervista alla CGIL di Senigallia

Guido Pucci

A due settimane dal referendum dell’8 e 9 giugno, che vedrà gli italiani alle urne per cinque quesiti abrogativi, la CGIL di Senigallia, attraverso il suo segretario Guido Pucci, ha offerto un’analisi approfondita delle proposte di modifica legislativa. L’intervista, rilasciata ai microfoni di Radio Duomo, ha cercato di superare la scarsa copertura mediatica sull’argomento. Ci siamo focalizzati molto sul contenuto dei quesiti promossi anche dall’organizzazione sindacale e meno sulle posizioni ideologiche. Il servizio è in onda lunedì 26 e martedì 27 maggio, alle ore 13:10 e alle ore 20, oltre a una replica ulteriore domenica 1 giugno alle ore 16:50, sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM). Per riascoltarlo, è disponibile anche il lettore multimediale integrato a questo articolo in cui trovate un riassunto delle tematiche affrontate con il segretario Cgil.

Quesito 1 (scheda verde): jobs act e tutele dai licenziamenti illegittimi

Il primo quesito mira a superare la disparità di trattamento in caso di licenziamento illegittimo, introdotta con il Jobs act in nome dell’equazione più flessibilità = più assunzioni. Attualmente, chi è stato assunto prima del marzo 2015 ha diritto al reintegro obbligatorio in caso di licenziamento ritenuto illegittimo da un giudice. Per i lavoratori assunti successivamente, invece, non è previsto il reintegro ma solo un indennizzo economico. Il “sì” al referendum eliminerebbe questa distinzione, ristabilendo il diritto al reintegro per tutti i lavoratori illegittimamente licenziati, una misura che interesserebbe circa 3,5 milioni di persone.

Quesito 2 (scheda arancione): licenziamenti e indennità nelle piccole imprese

Per le piccole imprese, quelle con meno di 16 dipendenti, si ripropone la questione dei licenziamenti illegittimi. Attualmente, l’indennità è standardizzata a sei mensilità. Con il “sì”, si tornerebbe alla condizione precedente, consentendo al giudice di stabilire un indennizzo in base alle specificità del caso. Questa modifica coinvolgerebbe circa 3,7 milioni di lavoratori.

Quesito 3 (scheda grigia): precariato e reintroduzione della “causale”

Il terzo quisito del referendum propone l’abrogazione delle norme che hanno eliminato l’obbligo di motivare l’assunzione con contratti a termine, la cosiddetta “causale”. La CGIL intende reintrodurre l’obbligo di specificare il motivo di un contratto a tempo determinato, almeno per il primo anno. Secondo Pucci, l’eliminazione della causale ha favorito un abuso dei contratti precari: a Senigallia, su circa 19 mila avviamenti al lavoro nel 2024, solo poco più di 1.000 sono con contratti a tempo indeterminato. Questa precarietà incide negativamente sulla vita dei lavoratori, impedendo accesso a mutui, formazione e progressione salariale. Il quesito riguarda circa 2,3 milioni di lavoratori.

Quesito 4 (scheda rosa): sicurezza sul lavoro e responsabilità del committente

Il quarto quesito affronta il tema della sicurezza sul lavoro, con l’obiettivo di estendere la responsabilità anche all’azienda committente nella catena di appalti e subappalti. Attualmente, la legge esclude la responsabilità del committente nonostante la piaga di circa mille morti sul lavoro ogni anno e circa 500 mila denunce di infortuni in Italia. Il “sì” a questo quesito porterebbe secondo la Cgil a una responsabilità in soilido, incentivando una maggiore attenzione alla sicurezza da parte di tutti gli attori della filiera produttiva.

Quesito 5 (scheda gialla): dimezzamento del tempo di residenza per la cittadinanza

L’ultimo quesito, promosso da un comitato più ampio di cui la CGIL fa parte, propone il dimezzamento da dieci a cinque anni del tempo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza italiana. Pucci ha sottolineato che tutti gli altri requisiti rimarrebbero invariati: conoscenza della lingua, reddito, assenza di precedenti penali e regolarità fiscale. La proposta mira a integrare più rapidamente i cittadini stranieri che lavorano, pagano tasse e contributi in Italia, considerandoli un elemento fondamentale per il futuro demografico ed economico del paese.

L’incognita dell’affluenza e l’appello al voto

Un tema centrale dell’intervista è stato quello dell’affluenza alle urne, cruciale per il raggiungimento del quorum del 50% utile per il referendum. Nonostante alcuni partiti, in particolare di centro-destra, abbiano espresso posizioni astensioniste, Pucci si è detto fiducioso, citando una crescente intenzione di partecipazione. Ha criticato duramente la campagna per l’astensione da parte di alcune figure istituzionali, invitando tutti i cittadini a recarsi alle urne per esercitare il proprio diritto di voto.

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