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Ricorso ponte Garibaldi: mentre il Tar prende tempo, la politica prende campo

Senigallia, il vuoto lasciato dopo la demolizione di ponte Garibaldi. In secondo piano la provvisoria passerella ciclopedonale

Si è tenuta oggi, mercoledì 7 maggio, l’udienza al TAR delle Marche per il ricorso di alcune associazioni ambientaliste di Senigallia che vorrebbe far annullare, previa sospensione, il decreto che ha dato il via libera al progetto del nuovo ponte Garibaldi. L’esito però lo si conoscerà solo più avanti poiché, fanno sapere le ricorrenti, «il collegio si è riservato la decisione che uscirà nei prossimi giorni». Se a breve verrà accolta o meno la sospensiva, comunque il Tar si esprimerà – forse tra alcune settimane – nel merito del ricorso. E quindi mentre dal Tar tutto tace, com’era forse anche prevedibile dato che è stato presentato un controricorso solo due giorni fa, è l’area politica a far sentire la propria voce. 

Da un lato ci sono le realtà che hanno promosso l’azione legale e cioè: Italia Nostra (Sezione di Senigallia), Gruppo Società Ambiente (GSA), associazione Confluenze, Archeoclub d’Italia (Sede di Senigallia) e associazione Amici della foce del fiume Cesano, sostenute da circa 10mila firme raccolte per lo più on line e da numerosi cittadini e cittadine che hanno anche contribuito economicamente alla causa. Dall’altro ci sono varie persone, politici e realtà imprenditoriali: temono che la richiesta di annullamento del decreto del Vice-Commissario delegato per gli eventi meteorologici del settembre 2022 n. 7 del 27 gennaio 2025, contenente l’approvazione del progetto per la ricostruzione di ponte Garibaldi a Senigallia, possa fermare tutto il processo di messa in sicurezza del territorio coinvolgendo persino la partita dei ristori agli alluvionati.

Dopo l’annuncio del ricorso al Tar, sono intervenuti in sequenza quanti temono che questo scenario possa pregiudicare il lavoro svolto finora. In particolare ne sono convinti Fratelli d’Italia di Senigallia: «Queste associazioni, alle quali riconosciamo il merito di essersi occupate nel tempo di questioni ambientali e architettoniche della nostra città, nell’intento di fermare la costruzione del ponte Garibaldi, non hanno considerato che stanno mettendo in discussione anche tutti i provvedimenti del Governo che hanno garantito fondi per migliorare la sicurezza idrogeologica del bacino del Misa e Nevola, compresi i relativi ristori agli alluvionati».

Stessa opinione che hanno dal Comitato tra 2 fiumi – Le imprese per il territorio: «II ricorso al TAR delle associazioni ambientaliste rappresenta uno schiaffo al territorio in particolare a quanti hanno subito danni nell’alluvione del 2022 e attendono la messa in sicurezza della vallata. […] Questo ricorso oltre a rigettare nell’angoscia la cittadinanza, ritarderà i lavori programmati e appaltati». 

Diffidente anche la sindaca di Arcevia Marisa Abbondanzieri che è intervenuta nel dibattito pubblico, lamentando il fatto di non essere stata coinvolta, lei come gli altri amministratori, su un tema che potrebbe avere conseguenze per l’intera messa in sicurezza del territorio. «Ci coinvolge inevitabilmente e nessuno ci ha interpellato, nessuno ha chiesto il parere degli amministratori, dei cittadini e delle attività dell’area alluvione 2022» spiega. Abbondanzieri va anche oltre, chiedendo con forza che non vi siano ripercussioni al di fuori del progetto di ponte Garibaldi: «Il ricorso riguarda una porzione delle aree alluvionate, un intervento in un Comune, non può e non deve coinvolgere il resto del territorio. Né deve aggiungere ulteriori difficoltà ai Comuni, ai cittadini e alle imprese».

Anche l’ex sindaco Maurizio Mangialardi è voluto intervenire, definendo «vergognosa la strumentalizzazione delle paure», un «terrorismo ingiustificabile e ingiustificato». Roberto Paradisi, segretario di Forza Italia, ha chiesto attraverso i microfoni di Radio Duomo Senigallia di rivedere il progetto del ponte Garibaldi che «nessuno vuole».

Le associazioni ricorrenti al Tar sono invece intervenute per fermare alcune voci e, anzi, per togliersi qualche sassolino dopo essere state messe alla gogna politica e mediatica. «Sono irritualmente intervenuti nel processo gli avvocati del “Comitato tra 2 fiumi” con argomentazioni totalmente estranee rispetto all’oggetto della causa, tipo l’elencazione delle opere realizzate dal commissario all’emergenza. Argomenti completamente non pertinenti che, invero, apparivano più uno spot elettorale per il presidente della Regione che inerenti all’oggetto del nostro ricorso, che, lo ripetiamo per chi ancora non lo avesse capito, è contro il progetto del nuovo ponte Garibaldi. Un progetto sbagliato, incredibilmente costoso, inutile per la sicurezza dalle alluvioni e che comprometterà il sistema della viabilità e la bellezza monumentale del centro storico e dei portici Ercolani. E’ ormai evidente che in quel comitato c’è qualcuno che strumentalmente pensa di costruirsi una base elettorale per le prossime elezioni regionali e/o comunali, ma a noi questo non interessa».

«Ci interessano, e le respingiamo con sdegno, le menzognere affermazioni circa ipotizzati, o assurdi, effetti collaterali di un eventuale accoglimento del ricorso proposto. Tesi palesemente false, ingannevoli e soprattutto giuridicamente infondate, proposte solo per alimentare un clima di incertezza e di paura tra i cittadini. Indecenti forzature della realtà che lucrano sul dolore e i danni subiti dai nostri concittadini alluvionati. Ricordiamo che ci sono alluvionati anche tra i cittadini firmatari della nostra petizione contro il progetto del nuovo ponte Garibaldi. Le nostre associazioni guardano al bene comune e, da sempre, sono impegnate per la salvaguardia del nostro territorio e del suo ambiente. Per questo attendiamo fiduciosi la decisione del giudice e, in ogni caso, continueremo la nostra battaglia per la salvaguardia del nostro territorio, della sua storia e dell’identità della città di Senigallia».

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