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Senigallia: consegnate le oltre 10mila firme contro il progetto del nuovo ponte Garibaldi

Senigallia: consegnate le oltre 10mila firme contro il progetto del nuovo ponte Garibaldi

Oltre diecimila firme contro il progetto del nuovo ponte Garibaldi sono state consegnate e protocollate in Comune a Senigallia, ma l’assenza del sindaco Massimo Olivetti all’appuntamento ha scatenato una dura polemica. Le associazioni culturali e ambientaliste, tra cui Italia Nostra, Gruppo Società Ambiente, Confluenze, Archeoclub d’Italia e Amici della foce del fiume Cesano, si sono presentate puntuali alle 10 in municipio, ma nessuno dell’amministrazione comunale si è fatto vivo per ricevere la documentazione.

Marco Lion, presidente della sezione senigalliese di Italia Nostra, ha parlato di «imbarazzante fuga dalle responsabilità» da parte del sindaco, accusando l’amministrazione di non essere in grado di confrontarsi con i propri cittadini. Le associazioni sottolineano come la città sia di fatto «senza una guida», e che la gestione del territorio e dei beni storici sia stata appaltata al vicecommissario per l’emergenza Babini. Le 10.019 firme raccolte, sia in piazza che online, esprimono una netta contrarietà al progetto, giudicato «devastante per l’identità, la vivibilità e la storia urbana di Senigallia».

Le critiche al nuovo ponte sono molteplici: l’elaborazione dei progettisti Anas prevede una struttura ad arco superiore alta e impattante, con rampe di accesso giudicate «tortuose e ingombranti». Il progetto, secondo le associazioni, non tiene conto dell’impatto sul paesaggio urbano del centro storico, impedirà il traffico su via Rossini, creando ulteriore caos alla viabilità cittadina, e costituirà una barriera architettonica per le persone con disabilità, oltre a comportare l’abbattimento dell’ultimo filare di pini rimasti in zona.

Non solo impatto architettonico e paesaggistico, la questione è anche economica: il nuovo ponte costerà circa 6 milioni di euro, a cui si aggiungono i 700 mila euro già spesi per la demolizione della vecchia infrastruttura. Le associazioni, dopo il rigetto del ricorso al Tar delle Marche, hanno annunciato un ricorso al Consiglio di Stato. Ribadiscono, inoltre, che per la riduzione del rischio idrogeologico di Senigallia non serve il ponte, ma «vasche di espansione e laminazione a monte che trattengano almeno 8 milioni di metri cubi di acqua» e «interventi di rinaturalizzazione del territorio».

Il sindaco Massimo Olivetti ha replicato alle accuse, esprimendo il suo dispiacere per la ricostruzione dei fatti. Ha confermato di aver indicato lui stesso il giorno e l’orario per la consegna delle firme, ma di aver poi avuto un impegno improvviso. La sua segreteria avrebbe contattato ieri le associazioni per spostare l’incontro, ma, a suo dire, non c’è stata alcuna comunicazione in tal senso da parte loro. «Se ci fosse stata una maggiore correttezza istituzionale, tutto si sarebbe potuto svolgere nella piena normalità», ha dichiarato Olivetti, aggiungendo di non sapere se la polemica sia stata “strumentale” per dipingerlo in un’altra veste. Il primo cittadino ha sottolineato che le firme verranno trasferite al vicecommissario all’alluvione 2022 Stefano Babini.

Sul progetto, Olivetti ha precisato che la scelta della forma del nuovo ponte Garibaldi non è stata del Comune, ma della struttura commissariale, legata a motivazioni tecniche e di sicurezza. Ha assicurato che il Comune farà presente alla struttura commissariale la volontà dei cittadini di Senigallia, e che continuerà a monitorare l’evoluzione del progetto dal punto di vista tecnico.