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Tag: cittadinanza

Referendum lavoro e cittadinanza: 4 “no” e 1 “sì” da Azione Senigallia

A pochi giorni dai referendum dell’8 e 9 giugno, Maurizio Perini, referente locale di Azione, è intervenuto ai microfoni di Radio Duomo Senigallia per illustrare le posizioni del partito di Carlo Calenda sui cinque quesiti referendari. Perini ha sottolineato l’importanza del voto come espressione democratica, pur non avendo Azione partecipato alla raccolta firme per i primi quattro quesiti. L’invito è a recarsi alle urne, ma con posizioni chiare e motivate. L’intervista è in onda venerdì 30 e sabato 31 maggio, alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 1 giugno alle ore 17:15, sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM). L’audio, disponibile anche con il player integrato, accompagna anche questo articolo.

Jobs Act e licenziamenti (scheda verde)

Sul quesito che chiede l’abrogazione del Jobs Act per disciplinare il reintegro dopo licenziamenti illegittimi, Azione vota “No”. Secondo Perini, un eventuale “sì” produrrebbe un effetto indiretto negativo, non un ritorno all’articolo 18, ma alla riforma Fornero. Tra i rischi, una diminuzione del massimo risarcibile o in caso di crisi aziendale, si perderebbe la possibilità di risarcimento in favore del reintegro.

Piccole e medie imprese e licenziamenti (scheda arancione)

Anche sul secondo quesito, relativo ai licenziamenti illegittimi nelle imprese con meno di 16 dipendenti, la posizione di Azione è “No”. L’abrogazione parziale della norma lascerebbe al giudice, caso per caso, la determinazione dell’indennità, con possibili squilibri tra piccole e grandi imprese. Con il “sì” il rischio diventa quello di mettere in ginocchio l’impresa stessa, portando a un aggravamento delle loro situazioni rispetto alle grandi aziende che hanno altri strumenti di tutela e risorse per fronteggiare un reintegro.

Contrasto al precariato e contratti a termine (scheda grigia)

Il terzo quesito propone il reinserimento della “causale” nei contratti a termine per contrastare il precariato. Azione vota “No” anche su questo punto. L’obbligo di causale fin dal primo anno non faciliterebbe le assunzioni, ma potrebbe al contrario scoraggiarle o, peggio, favorire il lavoro in nero, senza, di contro, aiutare a risolvere i problemi di disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile.

Sicurezza sul lavoro (scheda rosa)

Il quarto quesito riguarda la sicurezza sul lavoro e la responsabilità solidale del committente nella catena di appalti e subappalti. Azione esprime un “No”, sostenendo che esiste già la  responsabilità del committente, limitata nel perimetro dell’azienda. Estenderla anche a rischi specifici non attinenti all’attività principale del committente, genererebbe un eccesso di responsabilità per chi non ha la capacità di un controllo efficace. Servirebbe invece aumentare il numero degli ispettori addetti ai controlli.

Cittadinanza italiana (scheda gialla)

Azione esprime un “Sì” convinto al quinto quesito, che propone il dimezzamento da 10 a 5 anni del tempo di residenza per poter richiedere e ottenere la cittadinanza. Sarebbe un riconoscimento per chi ha costruito una vita e un centro di interessi nel nostro paese. Perini ha criticato le strumentalizzazioni politiche sulla questione, ricordando che Azione propone uno “ius scholae”, basato su requisiti anagrafici (genitore con permesso di soggiorno definitivo o lungo) e la conclusione di un percorso formativo o scolastico. Non è una concessione, secondo Perini, ma il riconoscimento di uno stato già raggiunto.

Maurizio Perini ha concluso l’intervento ribadendo l’invito a tutti i cittadini a recarsi alle urne l’8 e 9 giugno per esprimere la propria preferenza sui quesiti referendari, sottolineando che serve un approccio più ampio e strutturato in sede parlamentare.

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Referendum, da Senigallia la Lega annuncia l’astensione. Campagnolo: «Strumentali»

Continua il nostro approfondimento sul tema dei cinque referendum per cui si voterà l’8 e il 9 giugno prossimi. Dopo l’intervista al segretario della Cgil di Senigallia Guido Pucci, andata in onda lunedì 26 e martedì 27, è il turno di Elena Campagnolo, assessora del Comune di Senigallia nonché segretaria provinciale della Lega. Nel servizio audio che abbiamo preparato, in onda mercoledì 28 e giovedì 29 maggio alle ore 13:10 e alle ore 20, con un’ulteriore replica domenica 1 giugno alle ore 17 sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2FM), l’esponente leghista ha espresso la netta volontà di astenersi dall’andare a votare. L’audio integrale è disponibile anche in questo articolo riassuntivo, accompagnato dal lettore multimediale.

La sua decisione di non partecipare al voto per i referendum dell’8 e 9 giugno si estende a tutti e cinque i quesiti, sia ai quattro sul lavoro (Jobs Act, licenziamenti illegittimi, precariato, sicurezza negli appalti) sia al quinti che riguarda la cittadinanza.

Referendum sul lavoro

Campagnolo ritiene che l’istituto referendario non sia la sede appropriata per modificare leggi complesse come quelle sul lavoro. A suo dire, in caso di vittoria dei “sì”, i referendum creerebbero “lacune normative”. Motivo per cui preferirebbe che eventuali modifiche venissero discusse in maniera più organica in parlamento. Non manca la critica della Lega ai referendum proposti dalla CGIL, definiti “strumentali”, un tentativo della sinistra di “rimediare a errori” passati nonché di riavvicinarsi a un elettorato di cui ha perso la fiducia da tempo.

Referendum sulla cittadinanza

Per quanto riguarda il quesito con cui si vorrebbe dimezzare il requisito temporale dei dieci anni di residenza nel Paese per poter richiedere la cittadinanza, Campagnolo si è invece detta contraria. Ha affermato che l’attuale situazione è adeguata, che il tema non sarebbe assolutamente un’urgenza e ha definito il quesito come un tentativo poco trasparente di “incamerare in un bacino elettorale” persone che al momento non votano. 

La protesta

In sintesi, la decisione di Campagnolo di non andare a votare è un atto di protesta contro l’uso, a suo parere, strumentale del referendum per affrontare questioni che dovrebbero essere risolte dal parlamento attraverso un iter legislativo completo e rispettoso delle norme.

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