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Tag: elezioni regionali Marche 2025

Astensionismo ed elezioni: un segnale verso qualcuno o un dispetto verso se stessi?

Ad “Appunti di vista“, la trasmissione di Radio Duomo Senigallia in cui si prova a riflettere sull’attualità (in onda il mercoledì dopo il GR delle 12:30 e poi in replica il sabato alle 12:30, alle 18:30 e alle 20:30, sempre su 95.2FM), abbiamo affrontato il tema dell’astensionismo, che è risultato lampante in queste ultime elezioni regionali svoltesi nelle Marche il 28 e 29 settembre 2025. Una tornata elettorale in cui si è visto che a votare c’è andato soltanto il 50% degli aventi diritto, cioè 660 mila marchigiani su circa 1,3 milioni di aventi diritto al voto. Una cifra impressionante, se non fosse per il fatto che siamo un po’ abituati a vedere dei significativi cali di partecipazione. Nel 2015 c’era stata una partecipazione leggermente inferiore, 49%, poi nel 2020 si era raggiunto il 60% del corpo elettorale e adesso si registra un nuovo calo di ben 10 punti percentuali. Cosa sta a significare? Ne abbiamo parlato con tre esponenti politici locali di cui vi forniamo anche l’AUDIO nel player integrato. 

Paolo Battisti (Movimento 5 Stelle): «Questo secondo me è il dato più triste, non è né chi ha vinto né chi ha perso, è il calo della partecipazione alle urne. C’è chi pensa di fare un dispetto a qualcuno non votando, in realtà il dispetto è solo verso se stessi, verso il futuro del Paese e soprattutto verso i nostri ragazzi, i nostri figli, i nostri nipoti. Forse è arrivato il tempo di smettere di tifare per una bandiera e iniziare a guardare le persone, quello che dico sempre io, chi sono, cosa propongono e se hanno davvero la capacità di realizzare quello che dicono, quello che promettono». «La rabbia c’è, è fortissima, ma se non si vota la rabbia resta impotente, perché non ci si informa, non ci si muove, non si pretende di più. Si crede che bastino andare a votare per mandare un segnale, ma loro, i politici, meno voti hanno e meno responsabilità hanno nei confronti del popolo, ci godono se noi non andiamo alle urne». 

Maurizio Mangialardi (Partito Democratico): «È un dato ormai che non ci deve sorprendere, la politica non riesce più a coinvolgere, dobbiamo fare uno sforzo bipartisan per farlo e dare esempio sui comportamenti, condannare reciprocamente soggetti che sono odiatori di professione, i leoni da tastiera. Dobbiamo cercare insieme e dare argomenti reali e non strumentalizzare quelli degli altri. Su questo dobbiamo fare un grande lavoro perché vedere dati così impressionanti vuol dire che Acquaroli governa con meno del 25% dei consensi su scala regionale ed è, al di là della proposta, veramente triste, non imbarazzante, proprio triste. Non va bene. Io ero il candidato presidente nel 2020, si sfiorò il 60% e in 5 anni perdiamo il 10%, è un dato che ci deve assolutamente ma tutti interrogare e riflettere». «Tra la gente si raccoglie uno scoramento, poi si ritrova un po’ di entusiasmo intorno alle persone, è capitato a me, è capitato ad altri, si ritrova un entusiasmo puntuale e anche questo non fa bene alla politica. Noi dobbiamo avere delle proposte e molti non sapevano neanche che ci fosse il voto, se non ci fosse stata una mobilitazione da parte dei candidati. L’entusiasmo, tutto, da una parte e dall’altra, era limitato ai soggetti che sono direttamente coinvolti e questo non può andare bene, non può andare bene e fa male alla politica ma fa male ai cittadini, vuol dire che perdiamo il senso della democrazia, perdiamo il senso della scelta della politica perché la politica è quella che determina il nostro fare quotidiano, che ci piaccia o meno, così è perché sennò poi lo determinano altre cose».

Massimo Bello (Fratelli d’Italia): «Diciamo che negli ultimi dieci anni se guardiamo le competizioni elettorali, amministrative, politiche, regionali ed europee ci accorgiamo che il dato dell’astensione è un dato importante, è un dato che raggiunge dei numeri importanti. Quindi ci dobbiamo interrogare un po’ tutti su questo dato dell’astensionismo che è un dato che preoccupa e credo che la soluzione vada individuata in tante ragioni che non provengono dalle ultime competizioni elettorali. C’è un percorso che questo astensionismo ha fatto nel corso del tempo, probabilmente c’è poca fiducia nella politica, c’è poco interesse nella politica. Noi dobbiamo tornare a creare la politica con la P maiuscola. Per fare questo ci dobbiamo lasciare da una parte la cosiddetta propaganda e parlare di politica di qualità. Quando non c’è un progetto politico di qualità è ovvio che i cittadini si astengono». 

Fateci sapere cosa ne pensate voi sul tema dell’astensionismo, su come tornare a coinvolgere centinaia di migliaia di persone che non vanno a votare. Scrivete a redazione@vocemisena.it.

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Elezioni regionali Marche: le riflessioni post voto

Le recenti elezioni regionali nelle Marche, tenutesi il 28 e 29 settembre, hanno sancito una netta vittoria per il centrodestra. Il risultato ha imposto una profonda riflessione all’opposizione, che vede nella riconferma del presidente Francesco Acquaroli anche il segnale di errori politici che dovranno essere analizzati in vista delle prossime sfide elettorali, sia a livello nazionale che locale. Qui vi riportiamo una sintesi degli interventi di Maurizio Mangialardi (Pd), Massimo Bello (FdI) e Paolo Battisti (M5S): l’AUDIO dell’intervista ai tre esponenti, in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) mercoledì 1 ottobre alle ore 20 e in replica giovedì 2 alle ore 13:10 e alle 20, e domenica 5 alle 17:10, è però disponibile anche qui grazie al lettore multimediale.

Il centrodestra dei progetti concreti

Massimo Bello, presidente del consiglio comunale nonché esponente di Fratelli d’Italia, accoglie la vittoria come la conferma dell’impegno e del buon governo degli ultimi cinque anni. Il dato elettorale, afferma, è stato estremamente chiaro, una netta vittoria determinata dalla concretezza del lavoro svolto. Secondo Bello, i temi che hanno convinto l’elettorato sono stati principalmente gli investimenti infrastrutturali, la questione sanitaria e l’utilizzo dei fondi europei. Ma la differenza è stata nella proposta: il centrodestra ha presentato un «progetto per i prossimi 5 anni» su cui ha chiesto la fiducia degli elettori per continuarlo, mentre l’obiettivo del centrosinistra sarebbe stato quello di creare una «politica contro il governo Meloni» concentrandosi su temi nazionali e internazionali, fallendo nel proporre «programmi concreti».

Il centrosinistra analizza la sconfitta

Dall’altra parte, il centrosinistra prende atto dell’esito delle urne. Maurizio Mangialardi, esponente di spicco del Partito Democratico esprime una «marcata delusione» per la proposta di Matteo Ricci, che pur essendo «innovativa e di discontinuità» rispetto al governo Acquaroli, non è stata sufficiente a convincere la base elettorale. Mangialardi riconosce una «sconfitta netta» causata anche da errori di natura politica. Il dibattito, a suo avviso, si è troppo spesso spostato su temi nazionali e internazionali (come il tema della Palestina), inopportuni per una competizione regionale: «Se fossimo rimasti solo sui temi marchigiani oggettivamente si potevano trovare molte più fragilità e farle capire meglio ai marchigiani» afferma, ammettendo che concentrarsi su «infrastrutture, assetto del territorio, sanità o del problema di carattere economico» sarebbe stato più efficace. E poi c’è la questione delle liste civiche che potrebbero non aver allargato la platea di elettori ma solo eroso consensi all’interno del Pd.

Movimento 5 Stelle tra radicamento e campo largo

Paolo Battisti del Movimento 5 Stelle di Senigallia evidenzia la necessità di una «seria riflessione». Il M5S, pur facendo parte del «campo largo» con il centrosinistra, ha visto una contrazione dei voti (passando da oltre il 7% a meno del 6% rispetto alla precedente regionale). Battisti attribuisce il calo alla mancanza di un proprio candidato governatore in questa tornata elettorale. Il problema principale del M5S, secondo Battisti, risiede nella rappresentanza territoriale. Sebbene il partito sia forte a livello nazionale, è necessario «essere più a contatto con la gente» e costruire un radicamento capillare sul territorio. Caposaldo almeno per il momento è l’alleanza nel «campo dei progressisti», un percorso indicato da Giuseppe Conte. L’obiettivo, specialmente in città come Senigallia, è rendere la città un “simbolo” dove tutto il centrosinistra si allea su un «programma ambizioso ma realizzabile», basato su temi chiave come sanità, istruzione, casa, lavoro e ambiente, invitando a mettere da parte le divisioni.

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Elezioni regionali Marche 2025, intervista a Antonio Mastrovincenzo (Matteo Ricci Presidente)

Si chiude con l’intervento di Antonio Mastrovincenzo, candidato nella lista “Matteo Ricci Presidente”, il ciclo di interviste di “20 minuti da Leone” in vista delle elezioni regionali delle Marche 2025. Il consigliere uscente ha analizzato il clima della campagna elettorale, definita «abbastanza tesa» per il forte coinvolgimento dei leader nazionali, e ha illustrato le priorità del centrosinistra unito, «un’occasione unica» per la regione. L’audio dell’intervista è disponibile grazie al lettore multimediale: basterà cliccare “play” o “riproduci”. Qui vi proponiamo un estratto testuale con i temi principali.

Il campo largo” come laboratorio nazionale

Il candidato ha sottolineato la rilevanza politica e simbolica della compattezza del centrosinistra marchigiano, che, a eccezione di una parte di Azione, si presenta unito. «Ha una grande valenza, è evidente che fa anche un po’ di laboratorio», ha dichiarato Mastrovincenzo, evidenziando come l’unità raggiunta non sia di facciata ma fondata su punti fermi condivisi tra le liste che sostengono Matteo Ricci. L’auspicio è che questo progetto, definito “Alleanza per il cambiamento” possa proseguire oltre la competizione elettorale.

Sanità: peggioramento e rilancio territoriale

Il tema più caldo della campagna elettorale, la sanità, è stato affrontato con un’immediata assunzione di responsabilità sugli errori del centrosinistra in passato e con una dura critica all’attuale gestione di centrodestra. «La situazione negli ultimi 5 anni è assolutamente peggiorata» ha affermato Mastrovincenzo, puntando il dito contro le liste d’attesa bloccate e i pronto soccorso intasati. Le ricette proposte dal centrosinistra si concentrano sulla medicina territoriale, sulla prevenzione e sulla riorganizzazione dei servizi sanitari.

Difesa del suolo ed economia

Sul fronte della difesa del territorio, in particolare a Senigallia e nella vallata, Mastrovincenzo ha indicato le vasche di espansione come «opere prioritarie» la cui realizzazione è ancora in sospeso, criticando il centrodestra che, pur vantando l’attenzione al territorio, nega a livello internazionale il «cambiamento climatico con tutte le sciagure che porta dietro». Per quanto riguarda la Zona Economica Speciale (ZES), pur riconoscendone l’importanza come opportunità il candidato ha sottolineato che di fatto «certifica la condizione non felice dell’economia marchigiana». Inoltre si è ancora nella fase di annunci e promesse elettorali: si parla di un disegno di legge e non di un decreto legge, il che ne rallenta l’attuazione. Per di più, senza alcuno stanziamento di risorse e senza considerare tutti i comuni marchigiani.

Lavoro tra precariato e formazione

Infine, sul fronte economico e del lavoro, il candidato ha posto l’accento sul problema dell’occupazione precaria, che affligge soprattutto giovani e donne, sottolineando come le Marche detengano il primato italiano per numero di lavoratori intermittenti. La proposta del centrosinistra si basa su incentivi alle imprese finalizzati alle assunzioni stabili e a un lavoro sicuro, in considerazione dell’allarmante aumento del 30% delle morti sul posto di lavoro nel primo semestre 2025 rispetto all’anno precedente. La formazione assume dunque un ruolo centrale, valorizzando l’istruzione tecnica superiore e ampliando l’offerta formativa per offrire alle imprese personale adeguatamente formato.

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Elezioni regionali Marche 2025, intervista a Beatrice Marinelli (Evoluzione della rivoluzione)

Beatrice Marinelli è candidata alla presidenza della Regione Marche con una lista civica “Evoluzione della rivoluzione” che si presenta per la prima volta all’elettorato marchigiano. Per saperne di più abbiamo realizzato un’intervista, in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM), che è disponibile in questo articolo grazie al lettore multimediale. Di seguito una sintesi del suo intervento.

E’ la stessa candidata a presentarci la lista: «Evoluzione della rivoluzione è un movimento giovane che è stato concepito circa un anno e mezzo fa, ma che affonda le proprie radici in tanti anni di attivismo e impegno sui territori a difesa dei diritti e delle libertà. Noi veniamo da comitati spontanei, associazioni indipendenti, tutte autofinanziate, fatte da volontari che hanno abbracciato in varie zone delle Marche le battaglie per la tutela degli interessi diffusi, per i diritti fondamentali e per la tutela delle famiglie, dei lavoratori».

Tra i comitati fondatori, ad esempio sulla sanità, c’è il Comitato pro ospedali pubblici delle Marche, un comitato spontaneo storico della Regione, con oltre 20 comitati locali, «i cui primi nuclei risalgono ai primi anni 2000 e che si sono opposti alla chiusura drastica di ospedali, agli accorpamenti, allo smantellamento dei reparti». Ma altri nuclei vedono varie associazioni che si occupano di disabilità, associazioni che da anni lottano contro la privatizzazione dei servizi idrici dell’acqua, comitati di protesta e tutela dei lavoratori dalle imposizioni legate alla pandemia. «L’essere umano è il fulcro della nostra missione, della missione di Evoluzione della rivoluzione, in quanto soggetto dotato di doveri, ma soprattutto di diritti».

Forte il radicamento nella regione: «Il nostro luogo sono le Marche – afferma Marinelli – noi siamo tutti cittadini marchigiani, radicati sul territorio, i nostri candidati sono presenti capillarmente in ogni angolo della nostra regione e ne sono espressione, proprio perché la rivoluzione comincia da qui e deve essere dal basso. Non siamo frutto di compromessi politici o di accordi tra segreterie di partito» 

Una lista civica difficilmente collocabile negli schieramenti tradizionali: «Noi non siamo né con il centrodestra né con il centrosinistra. Non abbiamo nessun apparentamento e non vogliamo nessuna vicinanza con queste che riteniamo ormai delle scatole vuote, prive di qualsiasi ideologia e anche di qualsiasi progettualità. Centrodestra e centrosinistra hanno dimostrato di essere due facce della stessa medaglia, che rispondono alle stesse cerchie di potere che sono lontane e avulse dagli interessi e dai bisogni dei cittadini. Quindi la nostra collocazione è individuale, apartitica, asistemica. Post-ideologica si direbbe adesso, ma naturalmente rispettiamo il percorso individuale ideologico di tutti.  Il punto è che non c’è più una destra, una sinistra. C’è un sotto, un sopra, c’è un basso e un alto. E noi dal basso vogliamo riportare le cose all’ordine naturale. Rivoluzione viene dal latino. Revolvo significa proprio questo: ritornare all’ordine naturale». 

Evoluzione della Rivoluzione ha suscitato, negli incontri in giro per le Marche, grande interesse e curiosità.  Marinelli sottolinea ancora una volta la visione critica, perché è il motore del miglioramento. «Queste elezioni regionali devono essere un’occasione per i marchigiani da non perdere, perché se non si critica, se si accetta sempre quello che si riceve, ci si abitua alla logica del meno peggio. Dobbiamo uscire dalla logica del voto utile che ci hanno inculcato in questo bipolarismo spinto, che poi in definitiva è un oligopolio che assomiglia molto a una tirannia, perché le minoranze non vengono rappresentate, le istanze di poche, per quanto valide, non vengono più recepite ed ascoltate».

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Elezioni regionali Marche 2025, intervista a Sergio Taccheri (Democrazia Sovrana e Popolare)

Sergio Taccheri, candidato per Democrazia Sovrana e Popolare (DSP) a sostegno del candidato presidente Claudio Bolletta, ha delineato le priorità del partito in vista delle elezioni regionali 2025 ormai alle porte. Durante l’intervista andata in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM), Taccheri, con un passato nella Lega, ha presentato DSP come un movimento trasversale e alternativo ai due blocchi centrodestra e centrosinistra, focalizzato sulla centralità del popolo e sulla lotta ai cortocircuiti politici. L’intervista è disponibile in questo articolo grazie al lettore multimediale. Di seguito una sintesi del suo intervento.

Sanità: la proposta di sottrarre il bilancio alla politica regionale

Il nodo cruciale del bilancio regionale, dove la sanità assorbe oltre l’80% delle risorse, è al centro della sfida elettorale. Taccheri ha denunciato come la gestione regionale della sanità sia spesso preda di «cortocircuiti» politici, tra nomine facili e sperpero di denaro con l’uso dei medici a gettone. Da qui la proposta rivoluzionaria di DSP è di «sottrarre la gestione economico-sanitaria dalle mani della Regione e trasferirla a livello nazionale». L’obiettivo è eliminare l’influenza politica locale sulla sanità per indirizzare i fondi verso nuove attrezzature e l’assunzione di personale medico e ATA.

Sociale e famiglie

Per quanto riguarda un altro settore affine a quello sanitario come l’assistenza alle famiglie e alle fragilità, DSP propone un aumento significativo degli aiuti economici per sostenere le disabilità: 800 euro mensili per invalidità dal 34% al 99% e 1.200 euro mensili per invalidità al 100%. Cifre che secondo Sergio Taccheri potrebbero essere un segnale di dignità.

Difesa del territorio: le priorità

Riguardo alla tutela del territorio senigalliese e vallivo – ma l’esempio si può estendere anche ad altre zone delle Marche – reso fragile dalle recenti alluvioni, il candidato è intervenuto sul dibattito che c’è a Senigallia riguardo la ricostruzione di ponte Garibaldi. Si è detto assolutamente contrario all’attuale progetto del «ponte a brugola» per ragioni estetiche e funzionali. Meglio sarebbe invece utilizzare i martinetti idraulici per il sollevamento, in caso di piena, sia di ponte Garibaldi che di ponte degli Angeli, una soluzione che non stravolgerebbe le strutture e sarebbe più economica. Prioritaria è la prevenzione idraulica, attraverso la realizzazione celere delle casse di espansione necessarie. Da ultimo ha criticato le amministrazioni Ceriscioli e Acquaroli per i ritardi nell’esecuzione dei lavori e per non aver predisposto un piano efficace di salvaguardia del fiume Misa.

Economia e turismo

Sul fronte economico e turistico, in particolare a Senigallia, Democrazia Sovrana e Popolare si schiera contro le direttive europee calate dall’alto e percepite come dannose per il tessuto produttivo marchigiano, in particolare l’artigianato, le PMI e il turismo. La direttiva Bolkestein è stata definita una «maledizione per il turismo balneare di Senigallia», poiché favorirebbe le multinazionali a discapito delle famiglie locali che gestiscono gli stabilimenti da anni. Utile è un ruolo più forte della Regione per tutelare l’economia locale, contrastando le logiche europee almeno a livello nazionale.

La sfida dell’astensionismo

Sergio Taccheri ha concluso parlando dell’alto astensionismo, che il partito intende combattere proponendo «idee nuove» e un programma «semplice ma efficace». DSP mira ad attirare gli indecisi e i delusi della politica, vedendosi come l’unica vera alternativa al bipolarismo che definisce «le facce della stessa moneta».

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Elezioni regionali Marche 2025, intervista a Fabiola Caprari (Progetto Marche Vive)

In vista delle prossime elezioni regionali, Fabiola Caprari, candidata per la lista civica “Progetto Marche Vive – Matteo Ricci Presidente”, ha presentato la sua visione per la regione, criticando aspramente l’attuale amministrazione e proponendo un’alternativa basata su riforme e unità. L’intervista, andata in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) dove ogni giorno potete trovare una voce diversa, è disponibile grazie al lettore multimediale: basterà cliccare “play” o “riproduci” per ascoltare l’audio con le sue parole. Di seguito vi proponiamo una sintesi dell’intervista.

Sanità in crisi: il dipartimento salute

Caprari ha puntato il dito contro lo stato della sanità marchigiana, definendo i cinque anni trascorsi un fallimento, in particolare per l’aggravarsi delle liste d’attesa e l’inaccessibilità alle cure. «Un marchigiano su dieci non può permettersi le cure e rinuncia», ha dichiarato. La proposta di “Marche Vive” è l’istituzione immediata di un Dipartimento “Salute e Sanità” per un approccio completo che includa prevenzione e cura. «Non basta costruire i muri dei nuovi ospedali, bisogna organizzarli» con l’impiego di più medici e infermieri.

Sociale dimenticato, giovani emarginati

La candidata ha denunciato la mancanza di attenzione per le fragilità, rivelando che l’amministrazione uscente non ha mai avuto un assessore regionale ai servizi sociali. Questo disinteresse si è tradotto in un peggioramento delle condizioni per famiglie, caregiver e persone con disabilità o anziane, con liste d’attesa enormi per le strutture residenziali e tagli ai fondi per l’assistenza. Per i giovani, Caprari e “Marche Vive” propongono misure concrete contro la precarietà: un salario equo per il primo ingresso, l’accesso facilitato al credito e la reintroduzione di un fondo regionale di 30.000 euro per le giovani coppie per l’acquisto della prima casa.

ZES: annuncio non finanziato, crisi riconosciuta

Riguardo alla Zona Economica Speciale (ZES) promossa dal governo, Caprari la definisce una «opportunità vuota» allo stato attuale delle cose. La critica si focalizza sulla natura della misura normativa, l’assenza di finanziamenti («ad invarianza di spesa») e l’esclusione di aree chiave come il porto di Ancona. Secondo Caprari, la necessità stessa della ZES è un’ammissione implicita che l’economia marchigiana è in crisi, in contrasto con le dichiarazioni ottimistiche del Presidente uscente.

L’alleanza unita per il cambiamento

“Progetto Marche Vive” si pone come il centro che guarda a sinistra all’interno di un’alleanza per il cambiamento guidata da Matteo Ricci. Caprari ha sottolineato che l’unità è la lezione appresa dalle sconfitte passate e l’unica via per proporre un’alternativa credibile. Le Marche, osservate speciali in questa tornata elettorale, sono chiamate a dare un segnale a livello nazionale, in vista della costruzione di un’alternativa all’attuale governo Meloni.

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Elezioni regionali Marche 2025, intervista a Federico Filonzi (I marchigiani per Acquaroli)

A pochi giorni dalle elezioni regionali del 28 e 29 settembre 2025, il candidato Federico Filonzi, in corsa con la lista “I marchigiani per Acquaroli”, ha rilasciato un’intervista a Radio Duomo Senigallia, che potete riascoltare grazie al lettore multimediale: basterà cliccare “play” o “riproduci”. Qui vi proponiamo un estratto testuale con i temi principali. Brand manager e musicista di 49 anni, Filonzi si presenta per la prima volta come candidato, un neofita della politica come ha affermato lui stesso, sostenendo che proprio il suo background civico e professionale gli permetta di portare un approccio nuovo ed energico.

Una scelta basata sui dati

La sua decisione di candidarsi a sostegno del governatore uscente Francesco Acquaroli è stata guidata dai dati, numeri e statistiche sull’operato della giunta negli ultimi cinque anni. «I risultati mostrano un’inversione di rotta» per la regione. Pur riconoscendo le criticità ancora esistenti, Filonzi ha lodato il percorso intrapreso, definendolo «nella direzione corretta».

Sanità, cultura e territorio: i temi

Il candidato ha affrontato alcuni dei temi più sentiti dai marchigiani. Per quanto riguarda la sanità, Filonzi ha evidenziato un aumento del 15% delle prestazioni sanitarie, un segnale importante di miglioramento, nonostante l’incremento del 36% della domanda. Ha inoltre sottolineato la riapertura di 10 ospedali, a suo avviso, una prova di programmazione a lungo termine, non una semplice mossa elettorale. Parlando di economia e cultura, Filonzi ha rimarcato l’importanza di valorizzare le piccole e medie imprese, che rappresentano il vero tessuto produttivo della regione. Ha citato il distretto musicale tra Castelfidardo, Loreto e Osimo come esempio di eccellenza artigianale. Il candidato ha poi sottolineato l’impegno per il rilancio delle aree interne, con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento attraverso infrastrutture e norme, come la legge sui borghi.

La visione per Chiaravalle

Essendo originario di Chiaravalle, Filonzi ha espresso una particolare attenzione per il suo territorio. L’obiettivo è valorizzare il patrimonio storico e culturale di Chiaravalle, a partire dall’abbazia Cistercense del XII secolo, con un progetto di ristrutturazione e creazione di un polo culturale. Ha poi parlato della Manifattura Tabacchi, ultima rimasta in Italia, e del “brand” di Maria Montessori, con l’impegno di creare un corso triennale in collaborazione con un ateneo per attrarre giovani e promuovere l’offerta formativa.

L’astensionismo: un problema da affrontare con una nuova comunicazione

Filonzi ha anche riflettuto sul problema dell’astensionismo, che rappresenta la principale sfida per la democrazia. Riconoscendo che i cittadini sono stanchi, ha sottolineato l’importanza di comunicare in modo diverso, più fresco ed efficace, per coinvolgere soprattutto i giovani. «Dobbiamo lavorare per fare in modo che tutti i cittadini si sentano coinvolti politicamente», ha concluso, ribadendo che il voto è un «diritto-dovere» e che solo così si può sconfiggere il «partito dell’astensionismo».

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Elezioni regionali Marche 2025, intervista a Chantal Bomprezzi (Partito democratico)

Negli studi di Radio Duomo Senigallia inBlu (95.200 FM) abbiamo incontrato la segretaria regionale Pd e consigliera comunale a Senigallia, Chantal Bomprezzi. E’ candidata nelle fila del Partito Democratico al Consiglio regionale delle Marche. L’audio integrale è disponibile in questa pagina grazie al lettore multimediale: basterà cliccare “play” o “riproduci” per ascoltare le sue parole. Qui vi proponiamo anche un estratto testuale con i temi principali.

La sanità, il tema dei temi
È quasi scontato iniziare la conversazione toccando il tema dei temi, la sanità. Lei è decisa: “Posso dire che nonostante la nenia della destra sia ormai quella riassumibile in ‘è sempre colpa di chi c’era prima’, mi permetto di sottolineare che cinque anni fa su questo tema il centrodestra ha sostanzialmente vinto le elezioni. Poi ci sono state scelte politiche regionali che sono andate in una diversa direzione ma che non hanno prodotto risultati: riforma dell’organizzazione della sanità, approvazione del nuovo piano sociosanitario regionale, opzioni politiche forti che però non hanno portato ad un miglioramento, anzi! Vediamo il peggioramento della condizione della sanità pubblica marchigiana”. Bomprezzi ribadisce come questa percezione sia molto diffusa tra la gente, anche non vicina alle posizioni della sua area politica: “Le lamentele sono diffuse e sono supportate da dati di realtà: un marchigiano su dieci rinuncia a curarsi, il problema delle liste d’attesa è noto a tutti e tutte. Io preferisco chiamarle ‘lista sospesa’, perché se mentre prima ci limitavamo ad un grande tempo di attesa, adesso rimaniamo proprio sospesi. Molto spesso quando si chiama il Centro unico prenotazioni regionale ti dicono che le liste sono chiuse. E’ una precisa scelta che costringe i pazienti a rivolgersi alla sanità privata, naturalmente quelli che se lo possono permettere”.

Zona economica sociale e dintorni
Chantal Bomprezzi si sofferma poi sull’economia marchigiana. L’annuncio da parte del centrodestra, presidente Meloni in testa, della creazione della Zona economica speciale ha animato il dibattito elettorale: “Se parliamo di Zona economica speciale quello che ci sorprende è che noi da tempo, a tutti i livelli, a partire dai nostri parlamentari marchigiani del Partito Democratico, fino ad arrivare alle posizioni dei nostri consiglieri regionali del PD, l’avevamo proposta, io stessa sono stata prima firmataria in una mozione nel Comune di Senigallia. Ebbene, questo nostro grido di allarme è stato ignorato; la Zona economica speciale non è un regalo né una conquista, è un prendere consapevolezza del fatto che siamo una regione che sta scivolando verso sud e quindi c’è bisogno di aiuto e di sostegno. Le nostre proposte in questo senso, però, sono state sempre bocciate. La Zes è la certificazione del fatto che in questi cinque anni per l’economia marchigiana non si è fatto nulla. È stata venduta come un regalo, in maniera populista perché viviamo in un tempo di decreti legge, della legiferazione di emergenza, a colpi di voto di fiducia e i parlamenti contano sempre meno. Invece stavolta si è scelto lo strumento del disegno di legge che significa fare molti più passaggi: l’impressione è che si sia voluta fare l’ennesima promessa elettorale buttando la palla in avanti. Inoltre, non è stato previsto un euro, l’ennesima passerella mentre la realtà ci dice che siamo una regione dove gli imprenditori stessi, le associazioni di categoria e i sindacati esprimono più di un grido di allarme”.

Anziani, salute mentale, persone con disabilità
Le tante fragilità sollecitano più di un’attenzione. “Mi viene spontaneo citare nuovamente il piano socio – sanitario, arrivato inoltre in grande ritardo, atto che non ha programmato nulla. C’è tutto un mondo, quello degli anziani, quello della disabilità, della salute mentale che è stato completamente dimenticato, se non per elargire mancette elettorali, tipo dare un sostegno alle famiglie volendo anche porre un freno agli aumenti delle rette delle strutture convenzionate su cui non si è intervenuto come si doveva dal punto di vista del pubblico, senza predeterminare o senza chiarire bene i criteri con cui queste risorse saranno date. Ho avuto modo in questa campagna elettorale di aprire la mia sede elettorale parlando di temi concreti, tra cui anche proprio quello della disabilità ed è emerso un grande disagio non solo per le persone direttamente interessate, ma anche per le loro famiglie. Alcune avrebbero voluto partecipare ai dibattiti, ma non sapevano come poter garantire, muovendosi da casa, assistenza ai loro cari”.

Emergenze, dal sisma alle alluvioni
Parlando di emergenze, sisma e alluvioni in particolare, Chantal Bomprezzi ribadisce un metodo: “Penso sempre che il modo migliore per fare politica sia quello di ascoltare e di andare sul territorio, ascoltare le voci di chi quei luoghi li vive. E posso fare tre esempi di persone che sono a me vicine, conosciute grazie al mio incarico regionale. C’è il mio organizzatore regionale che è di Camerino, un luogo che ancora nel centro storico è completamente abbandonato. Abbiamo un nostro parlamentare marchigiano, Augusto Curti, che è stato sindaco di Force. Ancora, il sindaco di Arquata del Tronto, Michele Franchi. Basta ascoltare le loro voci e quelle delle persone che vivono quei territori e la prima cosa che ti dicono è che non hanno apprezzato il cambio dell’allora commissario Giovanni Legnini, il quale stava mettendo in piedi tutta una serie di azioni che stavano invertendo la rotta. E’ subentrato il commissario Castelli, a conferma del modo di operare di questa destra, cioè mettere sempre prima davanti gli interessi di partito prima di quello delle istituzioni”. L’ente Regione ha tante possibilità: “La Regione ha questa ricchezza in sé, è proprio l’ente in cui si programma, perché ci sono delle competenze che vengono previste dalla nostra Costituzione e quindi ha la possibilità di legiferare, di programmare, di fare delle scelte e di inserire le risorse dedicate. Quello che noi abbiamo visto – vale anche sul tema dell’alluvione e del fiume e dissesto idrogeologico – è un non agire in una maniera integrata, ma piuttosto sulla base dell’appartenenza politica di questo o quell’amministratore, muoversi a macchia di leopardo. Invece i territori sono tutti collegati, basti pensare alla recente alluvione a Senigallia, la connessione tra entroterra e costa è fortissima. Questo rende necessaria una politica di programmazione”.

Una candidatura in una vivace squadra
Chantal Bomprezzi è anche segretaria regionale del PD. Non avverte, però, il pericolo di una sorta di referendum sul suo operato: “Io penso che non conta il risultato del singolo ma conta il risultato della squadra. Ho avuto una visione privilegiata, quella di vedere nascere e crescere un progetto di cambiamento, perché c’è un partito che da due anni e mezzo è ripartito che ha portato avanti un percorso anche con altre forze politiche e civiche, sedendosi al tavolo, coinvolgendosi fino ad arrivare a mettere la firma su quel programma, anche con grande emozione, in un percorso di grande collaborazione. Poi naturalmente la mia candidatura vuole essere, e io la vivo così, una testimonianza: quella di una classe di giovani amministratori che si sono fatti la gavetta sul territorio, hanno fatto un percorso politico, nel mio caso iniziato a 19 anni, per rappresentare anche la parte più bella, a mio parere, del partito”.

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Elezioni regionali Marche 2025: la “sfida” di Azione tra protesta e pragmatismo

Azione non è presente con il proprio simbolo alle elezioni regionali nelle Marche del 28 e 29 settembre 2025. Una scelta motivata da una profonda critica al sistema politico attuale. A spiegarne i dettagli è Maurizio Perini, commissario locale del partito, che nell’intervista a Radio Duomo Senigallia definisce i due poli principali di centrodestra e centrosinistra come meri «cartelli elettorali» in cui i programmi passano in secondo piano e i partiti sono spesso «intercambiabili». L’audio integrale è disponibile in questa pagina grazie al lettore multimediale: basterà cliccare “play” o “riproduci” per ascoltare le sue parole. Qui vi proponiamo anche un estratto testuale con i temi principali.

Sanità, la ricetta di Azione

Pur non correndo in prima persona, Azione si impegna a influenzare in qualche il dibattito politico, proponendo soluzioni concrete a problemi annosi. Un esempio su tutti è quello della sanità, con le liste d’attesa che affliggono i cittadini marchigiani. Perini non ha dubbi: la soluzione è pragmatica e richiede coraggio. «Le apparecchiature come quelle per TAC e esami ecografici devono essere utilizzate 7 giorni su 7, non solo 5», dichiara. «Ci vogliono più risorse per assumere il personale necessario, come radiologi e medici. La politica deve avere il coraggio di togliere da una parte per mettere dall’altra». Perini sottolinea anche come proposte come queste possano apportare benefici alla sanità marchigiana, dove cresce in maniera costante la mobilità passiva, la tendenza dei cittadini a curarsi in altre regioni, causando un notevole deficit per il bilancio regionale.

Occupazione e turismo, le concessioni balneari

Anche sul fronte dell’occupazione, la ricetta di Azione è chiara. Con l’aumento dei contratti precari, la regione deve sfruttare al meglio le proprie risorse. Per il territorio di Senigallia, in particolare, la priorità è il turismo. Perini invita a intervenire immediatamente sulle concessioni balneari, sottolineando l’urgenza di avviare subito bandi che possano dare certezze agli imprenditori, favorendo investimenti e creando occupazione di qualità. «Siamo in ritardo, la scadenza è il 2027 e non possiamo permetterci di perdere altro tempo», afferma.

Libertà di scelta e dialogo con i candidati

Nonostante la mancanza di liste, Azione ha lasciato i propri iscritti liberi di candidarsi a titolo personale. L’obiettivo, spiega Perini, non è dare indicazioni di voto, ma «confrontarsi con tutti i candidati» per capire chi è disposto a sposare le idee del partito. Il commissario locale si impegna a «porre in continuazione dei temi», offrendo un sostegno a chi accoglierà le proposte di Azione. Questo approccio riflette la volontà di Azione di non restare immobile. La strategia, infatti, è orientata verso il futuro: quella delle elezioni amministrative del 2026 che vedranno Senigallia al voto, quando il partito si presenterà – confida Perini – con una base solida, frutto del lavoro di confronto e riorganizzazione in corso. «Noi siamo qui per costruire una base nei vari territori e lo faremo confrontandoci con chi ci ascolta», conclude Perini. «C’è un elettorato d’Azione, e immagino che i candidati vogliano fare proprie queste nostre idee».

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Elezioni regionali Marche 2025, intervista a Enrico Pergolesi (Alleanza Verdi Sinistra)

Enrico Pergolesi è consigliere comunale, a Senigallia, nella lista ‘Diritti al futuro’. Ora si candida per il Consiglio regionale delle Marche nella lista di AVS, Alleanza Verdi Sinistra. Particolarmente attivo nel volontariato sociale, Pergolesi decide di candidarsi in un progetto politico di recente costituzione. L’intervista, andata in onda nei giorni scorsi, è disponibile qui grazie al lettore multimediale: per riascoltarsi le sue parole basterà cliccare sul tasto “riproduci” o “play”.

È lo stesso consigliere a raccontare la genesi di questo percorso: «Alleanza Verdi Sinistra nasce dalle politiche del 2022, confermata alle europee del 2024, dove ha ottenuto un buon risultato. A Senigallia siamo nati come lista civica, quella che una volta era la Città futura e poi diventata Diritti al futuro. Ci siamo trovati, favorevolmente colpiti dal fatto che finalmente la sinistra si è unita e questo ci ha convinto a dare fiducia a questa formazione». 

Laureato in Filosofia, appassionato di storia, al vertice della sua proposta programmatica Pergolesi ha messo la ‘Costituzione contro ogni fascismo’: «Il fatto che il Consiglio regionale abbia sostanzialmente funzioni amministrative, non significa che non abbia la possibilità di incidere anche su grandi temi. L’attività di un Consiglio regionale impatta nel momento in cui altre regioni (Toscana, Emilia Romagna…), per fare un esempio, decidono di interrompere i rapporti con Israele durante questo disastro umanitario. Le Marche sono una piccola regione ma fanno parte di uno stato importante dell’Unione Europea e l’Unione Europea è una parte importante del mondo. Ogni piccola azione, ogni piccola elezione che va in contrasto ad una direzione che sembra irreversibile (basti vedere i vari Trump, Putin, Erdogan, Orban) ogni piccola cosa che si può fare è un passo verso la democrazia e il ripristino di alcuni valori che noi credevamo intoccabili».

Tornando alle nostre latitudini e possibilità concrete, interpelliamo Pergolesi sul tema dei temi, la sanità: «Sulla sanità in tanti hanno parlato, io voglio ottenere un risultato molto piccolo che differenzia la destra dalla sinistra, per il quale servono pochi soldi ed è un principio di libertà. Faccio riferimento alla vera e completa applicazione della legge 194 anche nella nostra regione. Per questo non c’è bisogno di spostare miliardi di risorse, c’è da attivare la volontà politica e fare in modo che i consultori funzionino, nei quali la donna può decidere in piena libertà cosa fare del proprio corpo». 

Scorriamo i punti programmatici e ci imbattiamo nella proposta di salario minimo regionale: «Non ci inventiamo nulla, sono cose già state fatte da altre regioni del centro-sinistra, in cui ogni appalto pubblico finanziato da Regione Marche dovrebbe prevedere degli standard minimi di garanzia sociale per i lavoratori. Nulla di nuovo sul fronte del lavoro che non sia già stato fatto, sperimentato con successo in altre regioni».

Alleanza Verdi Sinistra appoggia Matteo Ricci anche sui temi che riguardano l’ambiente. Pergolesi ha spesso le mani in pasta nel settore, nella tutela dell’ambiente, nella sorveglianza del territorio, anche perché ha subito notevoli danni dall’alluvione: «Anche in questo caso mi collego alla Costituzione e al rafforzamento della democrazia. La priorità principale è avere un’amministrazione regionale che sia democratica sulle scelte territoriali, sulle scelte che incidono sul territorio. Siamo in una città dove scelte imposte dall’alto ci obbligano ad avere un ponte sul Misa per il quale 10mila persone hanno firmato per averne invece uno fatto diversamente. Tutto questo è sfociato in un Consiglio grande, o meglio, in un Gran Consiglio, dove il Presidente della Regione ha detto ‘va bene, se poi non lo volete basta che ce lo dite’. Abbiamo chiesto di poter fare un referendum per chiedere alla cittadinanza di esprimersi, ci è stato risposto ‘no’, il referendum sul ponte non si può fare».

«Su tutto questo io ho un atteggiamento molto laico, non sono a prescindere contro i pannelli solari sui campi, perché so che purtroppo l’alternativa adesso sarebbe peggiore; fino a due mesi fa, se uno sentiva la televisione, c’erano esperti di energia che ci spiegavano che il gas costa troppo e che dobbiamo scommettere sul mini nucleare. Ecco, ora questo non si sente più, perché siamo in fase elettorale. Tra due mesi, quando la partita elettorale sarà compiuta, torneranno con forza a parlare di mini nucleare e io, tra un pannello solare a terra, che tra vent’anni magari riesco anche a smontare, perché non è un capannone che mi rimane lì in eterno, e una centrale nucleare, anche piccola, con tutto il problema della gestione delle scorie, preferisco il pannello solare che magari troveremo il mondo di riciclare una volta usato».

Infine, non per importanza, il tema della scuola: «In questi giorni in cui c’è un via vai di ministri di ogni ordine e grado, è venuto anche il ministro Valditara che prospetta una scuola 4 più 2 per chi ha qualifiche professionali. In poche parole chi frequenta l’Ipsia, per fare un esempio, al momento, dopo 5 anni, può decidere giustamente di andare a lavorare perché si sente qualificato o magari, viceversa, può avere incontrato un insegnante di italiano o di biologia che lo ha particolarmente invogliato a continuare gli studi e sceglie l’università. Nel progetto del ministro attuale, chi farà il percorso di quattro anni non potrà frequentare l’università e questo significa tornare ad una scuola in cui dividiamo le persone tra chi deve lavorare e chi ha un’ambizione culturale».

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Elezioni regionali Marche 2025, intervista a Ilaria Bizzarri (Civici Marche)

Proseguono gli incontri di Radio Duomo Senigallia in blu con le candidate e candidati al prossimo consiglio regionale delle Marche. Una voce nuova e concreta è quella di Ilaria Bizzarri, ex assessora per un breve periodo al Comune di Senigallia, e oggi pronta a portare in politica la sua esperienza di madre, lavoratrice e professionista a sostegno del presidente uscente Francesco Acquaroli. L’intervista, in onda giovedì 18 settembre, è disponibile in questo articolo grazie al lettore multimediale. Bizzarri ha delineato i punti chiave del suo programma, incentrato su un forte sostegno alle famiglie, alle imprese locali e alla valorizzazione del patrimonio regionale.

Priorità sociali: dalle famiglie alle fragilità

Uno dei temi centrali per Bizzarri è l’attenzione al welfare sociale, con un focus particolare sulle famiglie e sulle persone con disabilità. «Dobbiamo rimettere al centro della nostra politica le persone», ha affermato, sottolineando l’importanza di un sostegno concreto alla natalità. L’esperienza diretta come madre di due bambini (con un terzo in arrivo) la spinge a denunciare una problematica spesso sottovalutata: la carenza di posti negli asili nido. «Il problema non sono gli asili gratuiti, ma il fatto che non ci sono abbastanza posti», ha spiegato, evidenziando la necessità di creare nuove strutture per permettere alle donne di conciliare lavoro e maternità e mantenere la propria indipendenza economica. 
Un altro punto dolente è il supporto alle famiglie con familiari disabili. Bizzarri ha parlato della necessità di valorizzare queste persone, sia a livello scolastico che lavorativo, ma soprattutto di affrontare il problema del “dopo di noi”. «Bisogna creare strutture e una rete capace di dare un sostegno a chi resta», ha dichiarato, mettendo in luce l’angoscia che molte famiglie vivono pensando al futuro dei propri cari.

Volontariato e sicurezza: investire sui giovani

L’intervista ha toccato anche il tema del volontariato, che secondo Bizzarri sta vivendo un momento di crisi. La candidata ha proposto un ritorno alle attività di sensibilizzazione nelle scuole, come quelle a cui ha partecipato durante gli anni delle superiori. «Dobbiamo sensibilizzare i giovani a queste tematiche per fargli capire che non vince sempre il più forte», ha ribadito, collegando questo punto al disagio giovanile e al crescente problema della sicurezza. Secondo lei, investire nella partecipazione civica e nell’educazione al volontariato può essere una prevenzione efficace contro comportamenti violenti e antisociali.

La politica come ponte tra imprese e amministrazioni pubbliche

La sua esperienza nasce dal mondo produttivo. Bizzarri intende farsi portavoce delle esigenze delle imprese, chiedendo un maggiore supporto regionale attraverso bandi per l’assunzione, la formazione e il welfare aziendale. Ha inoltre sottolineato l’importanza di migliorare la comunicazione tra la Regione e le aziende, proponendo l’invio diretto di informazioni sui bandi tramite PEC, per raggiungere anche le piccole realtà che non sono sempre strutturate per la ricerca autonoma di opportunità. Guardando alle valli Misa-Nevola, Bizzarri ha evidenziato la necessità di valorizzare non solo le grandi industrie, ma anche il piccolo artigianato locale e il commercio di prossimità, riconoscendo in essi un «indotto notevole» e un pilastro dell’economia del territorio.

Turismo e percorso civico

Non sono mancati i riferimenti al turismo, con un forte appello a promuovere l’immagine delle Marche a livello internazionale, proponendo un rilancio turistico basato sui borghi storici, sulla vicinanza tra mare e montagna, senza dimenticare il patrimonio enogastronomico. Un percorso civico il suo, con “Civici Marche per Acquaroli Presidente”, «una scelta per uscire dalle logiche di partito», dove l’idea di base è quella di «una collaborazione alla pari», e dove le competenze professionali di ciascuno possano emergere senza essere «all’ombra di una bandiera».

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Elezioni regionali Marche 2025, intervista a Elena Campagnolo (Lega)

In vista delle elezioni regionali del 28 e 29 settembre, Radio Duomo Senigallia ha ospitato Elena Campagnolo, assessora all’ambiente del Comune di Senigallia nonché candidata nelle file della Lega. Nell’intervista, in onda alle ore 13:10 e alle ore 20 sui 95.2 FM e ascoltabile anche qui grazie al lettore multimediale, si è potuto chiarire il motivo della sua candidatura e soprattutto parlare dei temi centrali per il territorio. La sua scelta di impegnarsi in Regione è vista come una naturale evoluzione del suo lavoro a livello locale, un servizio alla comunità che può estendersi per un respiro più ampio.

Alluvione e ricostruzione

Uno dei punti focali dell’intervista è il tema della ricostruzione post-alluvione. Campagnolo ha ricordato il suo impegno immediato dopo l’evento del 2022, che l’ha portata a Roma per sollecitare aiuti concreti. «Grazie al lavoro del Presidente Acquaroli e una concertazione durata alcune settimane, siamo riusciti a stanziare 400 milioni di euro per il territorio, che sono serviti in parte a mettere in sicurezza la zona, e per il resto a risarcire la popolazione duramente colpita», ha affermato. Campagnolo ha sottolineato come il territorio delle valli Misa e Nevola sia «più sicuro di tre anni fa», pur riconoscendo che c’è ancora molto da fare. In particolare, ha menzionato la questione delle vasche di espansione, precisando che la prima è entrata in funzione dopo 40 anni dalla sua progettazione e che la giunta Acquaroli ha velocizzato le procedure per le successive. 

Turismo e aree interne: Senigallia modello per le Marche?

Il turismo è un altro argomento di grande importanza. Nonostante si sia in attesa dei dati ufficiali sulla stagione estiva, la candidata leghista si dice convinta che il successo di Senigallia possa essere un modello per l’intera regione. «Esiste un sistema Senigallia da cui la Regione Marche deve partire», ha detto, ricordando come in tre anni la città sia diventata la «regina del turismo marchigiano», superando il milione di presenze dopo oltre un decennio. A questo si lega il tema delle aree interne: Campagnolo ha espresso la necessità di valorizzare i borghi, spesso colpiti da spopolamento e carenza di servizi, attraverso bandi come ha fatto la giunta Acquaroli e iniziative come ‘Marche Storie’.

Economia e sanità: gli impegni per la Regione

L’intervista ha toccato anche i temi dell’occupazione, dell’agricoltura e della sanità. Campagnolo ha lodato l’attuale situazione occupazionale a livello nazionale, che a suo dire offre maggiori opportunità di lavoro a tempo indeterminato rispetto al passato. Per quanto riguarda l’agricoltura, ha espresso l’impegno per sburocratizzare l’accesso ai bandi e per il sostegno alle famiglie e imprese di agricoltori che promuovono prodotti di eccellenza nazionale. Sulla sanità, la candidata ha difeso la riforma avviata dalla Giunta Acquaroli, definendola un «cambiamento necessario» che potenzierà i servizi sui territori, nonostante non sia ancora pienamente percepibile dai cittadini. Campagnolo si è detta ottimista sulla costruzione delle case di comunità, sottolineando che i lavori sono partiti in diversi territori. Infine, parlando di ambiente, ha menzionato i controlli elevati sulla raffineria di Falconara, pur riconoscendo il disagio degli abitanti vicini, e ha rimarcato l’impegno delle aziende locali del settore del trattamento rifiuti verso la sostenibilità.

L’astensionismo: un appello al voto

Concludendo l’intervista, Campagnolo ha espresso fiducia nella vittoria del presidente Acquaroli, ma ha voluto sottolineare una preoccupazione: l’astensionismo. «Mi dispiace che tante persone non vedano come una questione importante quella di andare al voto», ha affermato, auspicando che i cittadini si rechino alle urne il 28 e 29 settembre per il bene del loro futuro e di quello dei loro figli, indipendentemente dalla loro preferenza politica. Ha concluso ribadendo la sua visione della politica non come un lavoro, ma come un modo per servire la comunità, forte del suo impegno personale a Senigallia e della sua professione.

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