Skip to main content

Tag: Iraq

Il nuovo ambasciatore in Iraq è di Senigallia

Maurizio Greganti
Maurizio Greganti

Ha 55 anni, è sposato, con due figli ed è originario di Senigallia il nuovo ambasciatore d’Italia a Baghdad, in Iraq. La sua designazione da parte del Consiglio dei ministri risale all’agosto scorso ma l’annuncio del nuovo incarico a Maurizio Greganti è arrivato solo pochi giorni fa dal Ministero degli affari esteri, dopo il gradimento del paese interessato.

Un curriculum di tutto rispetto. Nasce a Senigallia il 13 settembre 1966 e, dopo il diploma al liceo, consegue la laurea in scienze politiche presso l’Università «Luiss» di Roma nel 1990. In seguito, ottiene anche un master in studi amministrativi al Collegio d’Europa a Bruges.

Il suo percorso verso una carriera diplomatica inizia nel 1993 presso la Direzione generale per il personale e l’amministrazione. Nel 1995 è in servizio presso l’Ambasciata d’Italia ad Amman, Giordania, dove rimane fino al 2000, prima di spostarsi all’ufficio commerciale dell’Ambasciata italiana a Berlino. Nel 2003 rientra a Roma e lavora fino al 2009 nella Direzione generale per l’integrazione europea. Per i successivi sei anni svolge il proprio lavoro presso la Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione europea a Bruxelles, mentre dal 2015 è nuovamente alla Farnesina come capo dell’Unità per la Federazione russa, i paesi dell’Europa orientale, del caucaso e dell’Asia centrale della Direzione generale per gli affari politici e di sicurezza, incarico che svolge fino a fine 2016; poi assume l’incarico come ministro all’Ambasciata d’Italia a Washington, Stati Uniti.

Dal 14 dicembre 2021 è il nuovo ambasciatore d’Italia a Baghdad, Iraq. «È un grande onore per me – ha dichiarato – prestare servizio come Ambasciatore d’Italia nella Repubblica dell’Iraq, Paese cruciale per gli equilibri del Medio Oriente a cui l’Italia è legata da un’antica e profonda amicizia. Lavoro intensamente insieme a tutta la squadra dell’Ambasciata a Baghdad e del Consolato a Erbil per rafforzare le relazioni in tutti gli ambiti, dalla politica all’economia, dalla cultura alla società, alla cooperazione universitaria ed archeologica, nel segno della pace, della sicurezza e della prosperità condivisa».

Papa Francesco a Ur, da qui partì Abramo

L’incontro interreligioso ad Ur, nel Sud dell’Iraq

Il ‘solito’ Papa che, mentre il mondo è imprigionato e ferito da una pandemia che non dà tregua, va a trovare un Paese, l’Iraq, dimenticato dalle carte geografiche che contano e dai palinsesti più blasonati. Lo stesso posto che qualche anno fa godeva delle aperture dei tg, ‘grazie’ alle sue tragedie infinite: dittatori (ex amici), due guerre decise a tavolino dal saggio Occidente, la presenza dei nostri militari, il terrorismo e la follia dell’Isis, la guerra nella vicinissima Siria. Poi, il nulla! Un paese e il suo popolo semplicemente spariti dal nostro sguardo, inesistenti.

Fino a ieri, fino a quando il vecchio papa, quasi incurante dei tanti buoni consigli che lo avrebbero fatto desistere, parte. Del resto va a trovare Abramo, uno che di partenze se ne intendeva. Quasi con la stessa incoscienza, in un salto nel buio che rimette al centro della scena un tema antico, quanto fuori moda: la fratellanza, la capacità degli esseri umani di fare spazio a quanto di più bello vive in loro. Il Papa incoraggia i superstiti cristiani, sorelle e fratelli di quei troppi martiri dei giorni nostri; incontra il capo spirituale supremo degli Sciiti, si spinge verso la desertica Ur, splendido sito che parla dell’origine della civiltà mediorientale (e quindi anche occidentale).

Accetta il paradosso di parlare ai capi delle religioni monoteiste proprio quando il loro peso sulle coscienze, sulle politiche è drasticamente diminuito. Ed è singolare come le stesse religioni, quando contavano di più, non si siano sottratte ad essere piattaforme ideologiche di guerre e conflitti di ogni tipo. È come se dicesse: “Ora che ci siamo stancati di usare politicamente le nostre fedi, torniamo alla loro carica profondamente umana, torniamo al loro cuore”.

Tra il vento del deserto, a due passi dalla Ziggurat, una delle più grandi antiche torri al mondo, ha il coraggio di indicarci la strada, di farci fermare e desiderare un mondo che già su questa terra profuma di eternità.

L.M.

http://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2021/march/documents/papa-francesco_20210306_iraq-incontro-interreligioso.html#DISCORSO

Il Papa in viaggio per l’Iraq, sui passi di Abramo

Vie di Baghdad addobbate a festa

“Desidero tanto incontrarvi, vedere i vostri volti, visitare la vostra terra, antica e straordinaria culla di civiltà”. Comincia così il videomessaggio del Papa, alla vigilia del viaggio apostolico in Iraq, in programma da oggi all’8 marzo. “Vengo come pellegrino, come pellegrino penitente per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite”, prosegue Francesco: “E giungo tra voi come pellegrino di pace, a ripetere: ‘Voi siete tutti fratelli’ (Mt 23,8). Sì, vengo come pellegrino di pace in cerca di fraternità, animato dal desiderio di pregare insieme e di camminare insieme, anche con i fratelli e le sorelle di altre tradizioni religiose, nel segno del padre Abramo, che riunisce in un’unica famiglia musulmani, ebrei e cristiani”.

Baghdad; la Piana di Ur legata alla memoria del patriarca Abramo; la città di Erbil; Mosul e Qaraqosh nella Piana di Ninive. Sono i cinque appuntamenti di Papa Francesco nel viaggio (5-8 marzo 2021) in Iraq. Venerdì 5 arrivato a Baghdad, incontra presidente, autorità, corpo diplomatico; nella Cattedrale siro cattolica Nostra Signora della salvezza incontra vescovi, sacerdoti e religiosi. Sabato 6 a Najaf incontra il Grande Ayatollah Sayyid Ali al-Husaymi al-Sistani e nella Piana di Ur ha un incontro interreligioso; nella capitale Messa nella Cattedrale caldea San Giuseppe. Domenica 7 molti spostamenti: a Erbil nel Kurdistan iracheno; a Mosul prega per le vittime della guerra; a Qaraqosh incontra la comunità nella chiesa Immacolata Concezione; a Erbil Messa nello stadio «Franso Hariri». Lunedì 8 rientro a Roma.

Tv 2000 – canale 28 – seguirà gli eventi principali.