Diminuisce la cassa integrazione nelle Marche, ma siamo ancora sopra il periodo pre-pandemia

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Lavoro, occupazione, imprese

Diminuisce, di poco, il ricorso alla cassa integrazione nelle Marche rispetto al 2022 ma il dato generale della prima metà del 2023 è ancora sopra i livelli pre-pandemia. A registrare il maggior utilizzo di CIG (ordinaria, straordinaria e in deroga) sono i settori dell’industria, dove si osservano incrementi significativi nella carta, stampa ed editoria (+683,6%), nel legno (+166,2%) e nella chimica-gomma-plastica (+146,7%); moderato l’aumento della CIG nel settore della meccanica (+1,4%), mentre il calzaturiero e l’abbigliamento registrano una diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2022. 

Questi i principali dati che emergono dai report dell’Inps elaborati dall’IRES CGIL Marche. Altro ramo in cui c’è preoccupazione è l’edilizia: sono quasi 385 mila le ore di CIG autorizzate, in crescita del 61,9% – pari a +147 mila ore – rispetto allo stesso periodo del 2022. La causa è ascrivibile per lo più al blocco dei bonus e dei crediti incagliati che hanno generato paura nel settore.

Complessivamente, nel periodo gennaio-giugno 2023 sono state richieste e autorizzate 6,5 milioni di ore di Cassa integrazione, mentre il ricorso a FIS e altri fondi di solidarietà arriva a circa 227 mila ore. Un dato che secondo Eleonora Fontana, segretaria della Cgil Marche, «è in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma sempre al di sopra del periodo pre-pandemia. Tutto questo conferma il perdurare di una crisi ampia e stratificata, trasversale a diversi settori, in particolare la meccanica, il legno, la carta-stampa editoria, i trasporti e le comunicazioni. Crisi che viene da lontano e della quale non si intravede la fine».

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