Giornata mondiale della Gioventù 2023: da Senigallia a Lisbona, ne parla don Paolo Vagni

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Siamo prossimi alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, capitale del Portogallo. unica GMG posticipata di un anno rispetto i programmi, neanche a dirlo a causa del Covid. L’icona biblica indicata da Papa Francesco per la GMG di Lisbona è tratta dal vangelo di Luca: “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39). Sembra una notazione redazionale di poco conto, ma nulla, nelle Scritture, è casuale.

Papa Francesco sottolinea tre aspetti di queste poche e pregnanti parole, cioè l’alzarsi, in fretta, per scegliere un (A)altro. Alzarsi oggi, in movimento, non un movimento sterile ma non fermi. Siamo reduci da uno sprofondamento del cuore a cui ci siamo abituati a rimanere fermi, ma non fermi perché in contemplazione, fermi dentro. Allora “si alzò” ci indica un movimento del cuore. Poi il Papa ricorda come spesso sia la fretta a muoverci ma va cercata una fretta buona, farsi muovere da questa fretta, non dall’ansia vorace che cerca appagamento, ma dalla fretta di scegliere ciò che fa intrecciare la mia felicità a quella degli altri. La fretta di alzarsi e di andare di Maria è l’icona da cui ci faremo guidare, alzandoci dalle nostra buona quotidianità, per fare un passo straordinario, che innervi anche la nostra vita ordinaria prima e dopo il movimento verso Lisbona.

Alcuni dati dell’esperienza: saremo circa 120 giovani dalla nostra Diocesi di Senigallia, viaggeremo insieme alla Diocesi di Jesi che aggiungerà al nostro gruppo 45 giovani. Il viaggio inizierà la sera del 29 luglio e durante il tragitto fermeremo la carovana già in Spagna, a Monserrat, un monastero Benedettino a nord-est del paese iberico. Oltre alla scia luminosa di San Benedetto, ci fermeremo in questo luogo per incrociare la via di un pellegrino illustre, S. Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti. A Monserrat il giovane Ignazio, già dentro la sua crisi profonda e in un cammino di purificazione dalla sua vita da cavaliere, decide di confessare ad un monaco la sua vicenda; per ricevere il perdono sacramentale, ci vollero tre giorni, tanto lunga è la sua storia mondana di gloria e miseria che si portava dietro. Insieme a questo momento centrale per la sua conversione, farà il gesto di consegnare le sue armi, segno del suo combattere ma soprattutto di come fino a quel momento è sopravvissuto strappando la vita con violenza. Ora inizia un altro momento della sua esistenza, in cui non è più lui a sopravvivere ma il Padre dei cieli che gli dona la vita. Vorremmo, nel poco tempo che abbiamo durante il viaggio, far vivere anche ai giovani un momento di consegna della propria storia, delle proprie armi con cui ci siamo difesi, anche da Dio, per poi ripartire verso un luogo dove la Chiesa sarà visibile, tutta la Chiesa del mondo presieduta dal suo pastore Francesco.

Nei giorni della GMG, 31 Luglio – 6 Agosto, lo schema sarà il classico che conosciamo delle altre esperienze. Vivremo delle catechesi guidate dai vescovi, dei momenti di ritrovo regionali, e anche una messa di apertura della GMG. Avremo modo anche di conoscere Lisbona nel tempo libero e poi da Giovedì inizierà una seconda fase, con l’arrivo del Papa e la cerimonia di accoglienza. Ci sarà ogni giorno un momento col Santo Padre: Venerdì la Via Crucis, sabato il pellegrinaggio verso il luogo del ritrovo e la sera la veglia col Papa; infine domenica la Celebrazione Eucaristica alla spianata insieme a tutti i giovani del mondo. Nel pomeriggio proveremo a ripartire, logistica permettendo, visto il lungo viaggio di ritorno che ci aspetta. Una tappa la faremo anche al ritorno, ad ora la meta selezionata è Tolosa, in Francia, ma siamo ancora in fase di contrattazione.

Arriveremo a Senigallia la sera dell’8 agosto, stanchi sicuro, speriamo col cuore pieno e grato.

Concludo questo articolo con una provocazione eccleisale che può far bene a tutti. La domanda è: “può un evento così cambiare la vita di un giovane?”. Forse si, a volte è capitato e ringraziamo Dio. Anche se l’errore che potremmo fare è credere che un evento straordinario sia la soluzione alla fede dei giovani, purtroppo per esperienza, non lo è. Addirittura un evento straordinario a volte può anche rischiare di illudere un giovane che poi si aspetta qualcosa tornado e magari non trova molto. Il nostro desiderio è far vivere una bella esperienza ai giovani, che sia una tappa di un cammino. Ringraziando Dio questo percorso nella nostra Chiesa locale esiste, si può di certo migliorare, anche nella capillarità delle azioni pastorali per i giovani, ma c’è fermento, desiderio, occasioni. A volte percepisco che questo rischio a livello ecclesiale lo corriamo perché se riempiamo una capitale europea di giovani cristiani, ci sentiamo “più al sicuro”. Sentirci tanti ci fa sentire che siamo sulla giusta strada ma il rischio è che per non entrare in crisi, riempiamo l’anno di esperienze simili così da poterci dire che non ci sia bisogno di un cambiamento radicale. Cercheremo di far vivere questo pellegrinaggio giovani come una tappa di un percorso, evitando di far passare questo messaggio, incentivando il desiderio di camminare nell’ordinario, di stare nella loro vita, luogo di salvezza e di incontro col Signore.

don Paolo Vagni

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