Luigina Buti, suora di Ostra nella piccola comunità cattolica del Giappone

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Estate 2018, incontro a Vaccarile con Suor Luigina Buti

Alla vigilia del giorno che la Chiesa universale dedica alle persone consacrate, arriva dal Giappone una lettera di Suor Luigina Buti. È una suora canossiana, originaria di Vaccarile di Ostra. Ha frequentato le Magistrali presso la scuola del suo ordine, a Colle Ameno di Ancona. Poi la vocazione religiosa e la partenza, nel 1974, per il paese del Sol Levante dove tutt’ora vive ed opera.

Le sue lettere sono sempre tanto dense, alternano racconti di vita pastorale giapponese a riflessioni spirituali profonde, vere. “Nella mia parrocchia, oggi è stato un giorno speciale per la visita del vescovo e la celebrazione della cresima di tre ragazzi che mi erano stati affidati per la preparazione. Insieme abbiamo fatto un cammino con il cuore per riscoprire la bellezza della nostra fede che è una relazione personale con Gesù  vivo e come crescere in questa relazione con Lui sotto la guida dello Spirito Santo che avrebbero ricevuto in modo speciale nel sacramento.

Nella società giapponese esiste una cerimonia per i giovani quando compiono vent’anni che li rende pubblicamente adulti e responsabili della loro vita. Nella vita di fede ho pensato che la cresima può  essere paragonata a questa cerimonia che ci dona lo Spirito Santo e ci rende responsabili della nostra crescita nella relazione con Cristo. È stata una grande gioia fare questo cammino con questi ragazzi per alcuni mesi e continueremo fino a marzo quando termina per loro l’anno scolastico”.

I cattolici in Giappone sono una piccola comunità e Suor Luigina ci racconta della sua famiglia religiosa: “La mia stessa comunità dall’aprile scorso ha avuto dei cambiamenti e a settembre con l’arrivo di due nuove consorelle siamo diventate una comunità di dieci di cinque nazionalità: Giappone, Inghilterra, Filippine, Indonesia e ltalia. Al pensiero della chiesa universale ci si perde in questo grande mistero di Cristo che unisce tutti i popoli. Certo la domanda rimane: chi è Gesù per me come individuo, come nucleo famigliare, come comunità religiosa o sociale? Come manifestare Gesù se non lo si conosce personalmente, ma solo per sentito dire e solo per l’osservanza di alcuni precetti che pensiamo siano il cristianesimo? A ciascuno la risposta”.

Ancora una fotografia di questo lontano Paese e della presenza dei cattolici: “La pandemia in Giappone ci tiene ancora in maschera e se pure migliorate le ristrettezze la vita non è ancora pienamente tornata alla sua normalità. Comunque si va avanti lo stesso.  Un’ultima notizia è che la nostra scuola ha celebrato il 70.mo di fondazione lo scorso novembre. Spero e prego che le nostre dieci mila e più  ex-alunne siano nel mondo luce e sale della terra secondo il Vangelo che hanno sentito e vissuto con noi per tre o sei anni. Finché  il Signore mi dà vita vorrei sempre essere un prolungamento della sua umanità per i vicini e i lontani. Sono certa delle vostre preghiere come anche voi siete sempre presenti nelle mie. Il Signore ci benedica e la Madonna ci protegga sempre”.

a cura di Laura Mandolini

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