Nella festa liturgica di Pio IX, parole per conoscere la sua azione pastorale

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In occasione della sua festa liturgica, si propone la rilettura di parte di una relazione sulla pastoralità di Pio IX, del Prof. Danilo Veneruso  dell’Università di Genova.

 “ Con Pio IX, la teologia si lega indissolubilmente all’ecclesiologia. La Chiesa di Pio IX, proiettata dall’interno verso l’esterno, predilige i predicatori, i confessori, i missionari. Per questo la sua preferenza, anche come pontefice, va ai gesuiti, che incarnano la vocazione di cospicui  esponenti di una grande scuola teologica, di riformatori e di missionari. I gesuiti piacciono a Pio IX perché la teologia e la cultura da essi elaborata non si chiude nei chiostri ma si aprono, coinvolgendoli, anche al clero e al laicato….Nato e formato nello spartiacque di tormentose e tormentate lotte teologiche e politiche, egli considera come un grave pericolo, per la vita della Chiesa, la presenza di partiti teologici che ne possano incrinare l’unità. Troppo lo hanno allarmato nella sua giovinezza, le lotte tra giansenisti ed antigiansenisti, e più ancora il coinvolgimento di molti vescovi, di molti sacerdoti e di molti religiosi nelle lotte politiche del tempo. Perché ciò non si verifichi più, intende integrare tutti nell’unità religiosa da riconoscersi anche visibilmente nella concentrazione nella sede di Pietro di ogni potere relativo alla direzione universale della Chiesa. Non più la teologia soltanto, ma anche l’ecclesiologia deve assicurare e fondare l’ortodossia: questo è il senso primo della proclamazione dell’infallibilità pontificia… Che sia in questione l’intera tradizione del Concilio tridentino, egli è il primo ad esserne convinto, tanto è vero che la supera con la stessa indizione del Concilio Vaticano. Egli avverte che, in tempi così difficili, la distinzione tra materia di competenza del Concilio, costituente il patrimonio dogmatico, e materia di competenza del Papa, costituente l’ordinaria amministrazione ecclesiastica, è superata.  Perciò egli, con la proclamazione del dogma dell’infallibilità pontificia dona (scrive il Martina) alla Chiesa “una serena e feconda riaffermazione dei valori soprannaturali, pur nel rispetto della natura e della ragione umana (Ineffabilis Deu, Dei Filius); incitamento verso una pietà sostanziale antigiansenistica  (con una lunga paziente opera, che trascende largamente il Concilio Vaticano); accentuazione del ruolo del magistero nella teologia ( Tuas libenter); consolidamento della struttura e dell’autorità della Chiesa (Pastor Aeternus)…..In questo modo Pio IX, che aveva cominciato la sua vita episcopale come strenuo sostenitore del Concilio tridentino è in realtà uno dei formidabili suoi superatori”.

don Alfredo Pasquali

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