Il contagio dentro e fuori

Scritto il . Pubblicato in , .
covid, mascherine, social, giovani

Che il covid-19 fosse una sfida più complicata di quanto pensavamo lo abbiamo capito da tempo: alla iniziale euforia dell’uscire presto dal tunnel si è gradualmente sostituito un bagno di realtà che, in questi mesi, sfocia in stanchezza, nervosismo e tanto spesso anche in chiusura e depressione, specialmente per le persone più giovani e fragili. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Ketty Chiappa, psicologa e psicoterapeuta a contatto con le giovani generazioni.

Quali sono le trappole più frequenti delle festività?

Molto spesso sono investite di troppe aspettative. Le persone si illudono che le relazioni familiari saranno più piacevoli e che almeno per quei giorni troveranno la felicità. Queste aspettative spesso portano con sé delusione, acuiscono la solitudine e le tensioni. Una soluzione potrebbe essere di abbassare le aspettative nei confronti dell’Altro e focalizzarsi su quanto ognuno può modificare del proprio comportamento. Spesso diamo la responsabilità alle persone a noi vicine della nostra infelicità e cerchiamo di cambiare l’altro creando ulteriori conflitti.

La pandemia contagia anche le menti: dal suo punto di osservazione, cosa ha notato in questi due anni di emergenza?

Certo la pandemia ha contagiato anche le nostre menti, siamo nel bel mezzo di un trauma che coinvolge tutti. Abbiamo perso le certezze, le abitudini, la libertà. E’ aumentato il disagio psicologico, in tutte le sue manifestazioni sintomatiche, compresi i problemi relazionali di coppia e familiari. Siamo incastrati in un conflitto interiore logorante, abbiamo bisogno dell’Altro, dell’intimità, del contatto affettivo e fisico ma allo stesso tempo abbiamo paura di essere contagiati o di contagiare.

Quali sono i soggetti più a rischio?

La situazione più preoccupante riguarda bambini e adolescenti, si sono visti privati della scuola, delle attività sportive e ricreative e del contatto con gli amici. I loro corpi sono stati costretti in degli spazi delimitati e ad un semi- immobilismo che li ha portati a manifestare disturbi del sonno, alimentari, ansia, depressione, dipendenze dalle tecnologie. Hanno imparato ad accontentarsi degli incontri virtuali con gli amici, chiusi nelle loro camere, giocando con loro attraverso uno schermo, si sono adattati…

Continua a leggere sull’edizione di giovedì 23 dicembre, disponibile cliccando qui.
Sostieni l’editoria locale, abbonati a La Voce Misena

ASCOLTA IN STREAMING