Ponte Garibaldi: a che serve un consiglio grande? INTERVISTA doppia a maggioranza e opposizione

Lo scorso 9 gennaio s’è tenuto il consiglio comunale convocato per discutere della proposta di indire un consiglio grande sul futuro di ponte Garibaldi, con il suo progetto che tante critiche sta sollevando. La richiesta è arrivata dalla minoranza consiliare, che si è fatta portavoce di un interesse della collettività, ed è stata approvata dopo un lungo dibattito, durato oltre cinque ore. Fortunatamente per la politica, si è concluso con un voto unanime. Dibattito che potete in parte riascoltare attraverso le parole del capogruppo del Partito Democratico Dario Romano e del sindaco di Senigallia Massimo Olivetti con i quali abbiamo ripercorso un po’ la questione. L’intervista è disponibile nel file audio che accompagna questo articolo: basterà cliccare sul tasto riproduci del lettore multimediale.

Dario Romano, com’è andato il dibattito sul consiglio grande che si è svolto a Senigallia?
Si è svolto in un clima sicuramente molto costruttivo, perché alla fine si è arrivati a un risultato all’unanimità. Devo dire che è stato un consiglio che è durato parecchio, è durato anche più del consiglio legato al bilancio, perché il tema era molto sentito, c’è stata una discussione su diversi punti con la maggioranza, ma dopo circa cinque ore e mezzo di consiglio comunale siamo riusciti a trovare una sintesi.
Da ex presidente del consiglio può sicuramente spiegare che tipo di strumento partecipativo è il consiglio grande: chi vi partecipa?
E’ uno strumento di democrazia partecipativa che connette di fatto i rappresentanti istituzionali al tessuto della città, prevedendo quindi gli interventi in questa sede, oltre che dei relatori coinvolti, quindi in questo caso noi ci auguriamo che venga il commissario Acquaroli e il vice commissario Babini per relazionare su quello che sta avvenendo su ponte Garibaldi, ma oltre queste relazioni noi ci aspettiamo una grande partecipazione da parte del tessuto associativo, delle categorie, delle associazioni e di tutti coloro che portano, questo lo recita lo statuto, interessi diffusi nelle materie di competenza.
Cosa vuol dire?
Che ci sono delle associazioni, comitati o altri gruppi che possono essere costituiti per uno scopo preciso, in questo caso su ponte Garibaldi, che si interessano della questione e si interfacciano con l’amministrazione pubblica. Ad oggi, per quanto è previsto dallo statuto, non sarebbero previsti interventi di cittadini singoli, ma citando appunto il mio precedente ruolo da presidente del consiglio, nella conferenza dei capigruppo, quando decidevamo poi chi far partecipare, chi intervenire, io mi sono sempre prodigato e impegnato affinché anche i cittadini singoli, qualora avessero voluto dare un proprio contributo, lo potevano dare o in forma scritta oppure addirittura intervenendo, quindi il tema è capire come ampliare la partecipazione senza ovviamente ingessare i lavori, perché è chiaro che un consiglio grande non può durare 15 ore, si deve risolvere anche questo in un giro di 4, 5, massimo 6 ore e comunque deve essere dato spazio a tutto il tessuto della città, per renderlo appunto partecipe delle decisioni che vengono prese.
Partiamo dalla reazione della maggioranza, che in primo luogo è stata innanzitutto fredda alla proposta. Dopo come si è comportata in aula, il dibattito è stato anche un po’ nervoso in certi momenti?
Il dibattito è stato nervoso perché il tema ovviamente interessa a tutti ed è anche un segnale di attenzione, io lo vedo positivamente questo. All’inizio non c’è stata una reazione positiva, devo dire, perché gli emendamenti che sono stati presentati, al di là di quelli tecnici, cercavano di annacquare la proposta originaria, ossia uno degli emendamenti prevedeva che l’oggetto della delibera dell’ordine del giorno parlasse di ponte Garibaldi, ma anche delle alluvioni del 2014, del 2022 e di tutti i lavori fatti relativamente a questi due eventi alluvionali. Dell’alluvione del 2014 si è parlato parecchio, si è fatto un consiglio con un dibattito non contingentato, il mese dopo dell’alluvione, si sono fatte due commissioni di inchiesta, si è fatto un consiglio grande nel mandato successivo, nel 2018, allora questo emendamento proposto dalla maggioranza più che altro sembrava una provocazione per provare a buttarla, permettimi di dire il termine anche se non è ortodosso, in caciara, ma in realtà questa cosa è stata sminata poi nell’arco del dibattito e del pomeriggio.
E quindi il risultato qual è stato?
Che l’emendamento poi è stato ritirato, ne è stato presentato uno molto più leggero da un punto di vista dei contenuti, che poteva essere assolutamente condivisibile, ma che non intacca la sostanza della delibera. Poi è chiaro, ci sono tutta una serie di tematiche che possono essere trattate in altrettanti modi, in commissioni, in altri consigli, nulla esclude altri altri strumenti di partecipazione, però questa proposta qui è giusto che sia incentrata su ponte Garibaldi e le conseguenze che esso avrà sulla nostra città.
Quali sono i nodi, le criticità relativamente alla proposta, che ancora appunto non è a un livello né esecutivo né definitivo, relativamente ai ponte Garibaldi? Riguardano sia la viabilità, sia l’impatto architettonico, paesaggistico?
Ci sono delle perplessità che riguardano innanzitutto la funzionalità di questo ponte, perché avrebbe una pendenza dell’8% e quindi sebbene a norma obbligherà l’amministrazione, anzi è già stato richiesto, a inserire degli elevatori per questioni di accessibilità. Pensate anche a ciò che può essere l’impatto per una persona che non ha facilità da un punto di vista motorio. Poi c’è un tema della viabilità e questo è avvalorato dal parere della polizia locale di Senigallia che certifica il fatto che non c’è uno studio di viabilità, non c’è uno studio organico di quello che andrà a produrre quel ponte, un un ingessamento della viabilità lato stadio, quindi via Rossini, e anche delle criticità dal lato dei portici. Poi c’è il tema achitettonico, io non lo derubricherei a estetica o bellezza, però il tema della sintonia di questo ponte con la città non può essere messo in secondo piano, perché è evidente che un ponte simile a un ponte autostradale, pare quasi un’uscita dell’autostrada in pieno centro, è un qualcosa che va assolutamente ponderato, quindi è una grande responsabilità che è in capo al commissario e al vice commissario, ma sarà il sindaco ad essere ricordato per la scelta che verrà fatta, questo è il dato politico.
Non c’erano altre soluzioni, che alternative ci potevano essere?
Ci sono diverse proposte da parte di associazioni e gruppi di interesse, non siamo nella fase in cui dobbiamo progettare un altro ponte, non siamo noi a doverlo progettare, di certo però possiamo indicare delle strade e delle interlocuzioni, perché è chiaro che se la normativa del 2018 impone un franco idraulico di un metro e mezzo, bisogna fare una riflessione generale su questo tipo di normativa applicata a quel ponte lì, non è possibile che non ci sia un parere formale richiesto al consiglio superiore dei lavori pubblici su questo argomento, ed è ovvio che questo parere lo debba chiedere la struttura commissariale.
In realtà c’è stata un’interlocuzione…
Ma solo informale da quello che abbiamo potuto percepire, invece qui bisogna inchiodare le responsabilità, e chi le ha, a fare ciò che serve, perché sennò qui parliamo tutto di telefonate, interlocuzioni informali, quel ponte costerà quasi 4 milioni e mezzo di euro e ce lo terremo per sempre, quindi prima di arrivare ad una soluzione di quel tipo bisogna pensarci bene, non è questione di “fate in fretta” o “non fate in fretta”, qua bisogna fare bene.
Perché non si è atteso il progetto esecutivo per poter parlare di qualcosa che sia certo?
Se c’è un rendering significa che c’è un progetto, perché se c’è stata una conferenza del servizio qualcosa ci deve essere. Se c’è un progetto va condiviso, ovviamente non esecutivo, ma quando sarà esecutivo ci sarà molto poco spazio per il dibattito, è esecutivo e dopodiché c’è l’ultima fase di progettazione che è quella finale e poi si procederà. Quindi dire che bisogna aspettare il progetto esecutivo per dire ve lo presentiamo ma questo non si può cambiare è una foglia di fico che va a nascondere in realtà delle mancanze clamorose in termini di trasparenza e partecipazione. Bisogna ascoltarli i cittadini e purtroppo questa amministrazione al di là dei proclami fatti in campagna elettorale, i cittadini non li ascolta così tanto.

Sentiamo allora le parole del sindaco Massimo Olivetti. Che giudizio sull’esito del consiglio?
Direi che c’è una grossa soddisfazione intanto perché il testo è condiviso. Noi avevamo portato gli emendamenti in parte formali perché la sensazione che veniva data o il messaggio che passava è che in un consiglio grande ogni cittadino può parlare, circostanza che non è così sulla base dello statuto comunale. E quindi far capire che ci sono delle regole e le regole vanno rispettate. Su questo per quanto sia stata una discussione poi alla fine si è trovata la quadratura del cerchio. Anche per quanto riguarda poi il testo non ci sono problematiche. Adesso spero che il commissario o vice commissario che fino a adesso non sono venuti all’interno delle commissioni decidano di partecipare perché in realtà poi il convitato di pietra, al di là di tutto quello che si ha detto fino adesso, è ovviamente chi quel ponte ha l’obbligo di costruire quindi è il soggetto che poi alla fine ha deciso quella forma e quella tipologia del ponte.
Parliamo degli emendamenti proposti e delle modifiche apportate. Uno dei nodi era appunto la partecipazione dei cittadini che da regolamento non è permessa, dei singoli cittadini, a meno che non siano rappresentanti di associazioni o enti portatori di interessi.
La facoltà di parola viene rilasciata alle associazioni, associazioni sindacali o associazioni di categoria o le associazioni portatori di interesse che possono essere rappresentate da un cittadino. Non è previsto un intervento diretto dei cittadini o tantomeno degli altri sindaci come era la richiesta iniziale. Questo potrebbe sembrare una questione lana caprina, di fatto però come è stato dimostrato anche in consiglio, in passato, seppur a qualche cittadino è stata data la parola e non si sa a che titolo, ad altri cittadini è stato impedito, quindi il problema era il numero delle persone che avrebbero potuto parlare, non sarebbe finito mai; e in secondo luogo la possibilità per chi gestiva poi il consesso di decidere tu sì e tu no, quindi il criterio era quello di applicare invece la norma vera e pura e su questo devo dire che dopo un minimo di discussione su questo non ci sono stati problemi particolari.
C’era un altro emendamento che era quello riguardante il tempo di convocazione, perché nella proposta si diceva entro 30 giorni. Noi avevamo guardato gli altri consigli grandi: i lavori erano stati deliberati quattro mesi e mezzo prima, quindi 30 giorni potevano non essere sufficienti, perché poi qual è il rischio? Che in teoria il presidente dovrebbe pubblicare quello che è l’avviso, dovrebbe dare avviso a tutte le parti, a chi vuole parlare e dare un preavviso di pochi giorni, perché evidentemente poi per convocarlo è entro 30 giorni, tutto si sarebbe ristretto quindi c’era il rischio che qualche associazione avrebbe potuto dire “signori noi non abbiamo saputo”, “non sapevamo”, “non conoscevamo” o “non si è messi nei termini per poterlo discutere”.
Il terzo emendamento era stato proposto alla maggioranza, non tanto sui fatti dell’alluvione. Durante la discussione sulla stampa, in relazione a questo ponte, tra le tante considerazioni ce n’erano alcune che in realtà dovranno essere approfondite. La prima la realizzazione delle vasche a monte, la richiesta era discutiamo anche delle opere che sono state realizzate o che potrebbero essere realizzate post alluvione, intendendo ovviamente le post alluvione 2014-2022 ma potremmo intendere anche il 1976, cioè: queste opere sono davvero sufficienti o quali opere mancano? Quali opere sono in preparazione per portare in città meno acqua possibile e, comunque, se dovesse avvenire sulla base di queste realizzazioni, sarebbe sufficiente per abbassare la quota prevista di altezza del ponte? Seconda cosa che si chiedeva era anche di valutare quelli che erano gli altri ponti a valle del Garibaldi: ponte II Giugno oggi ponte degli Angeli, il ponte sulla nazionale o il ponte ferroviario, quindi si voleva non tanto spostare l’attenzione su altri fatti, non era questa l’intenzione, era più che altro di prendere in esame tutto il discorso. E si è modificato quel punto all’ordine del giorno dicendo appunto che si sarebbe valutato sulla base del tessuto cittadino, quindi si potranno fare anche delle valutazioni in ordine a come l’acqua defluisce, quindi qual è il problema che c’è a valle e quelle che sono eventuali problematiche sulla realizzazione della opere a monte.
Come mai c’è stato bisogno di un input così importante da parte delle minoranze, da parte della cittadinanza, si pensi alle associazioni che sono uscite spesso sui quotidiani, per permettere di convocare questo consiglio grande e non c’è stata dalla maggioranza la spinta per arrivare a questo risultato?
Io avrei aspettato che ci fosse un progetto esecutivo, perché al momento noi abbiamo solamente dei rendering che stanno creando molta confusione. C’è chi che dice che il ponte arriverebbe come altezza alla prima arcata dei portici, che è una stupidata totale, ho letto alcune di queste associazioni che dicevano che la viabilità sarebbe stata interrotta, quindi praticamente su via Rossini sarebbe stata solo la possibilità di salire sulla rampa del ponte, circostanza anche questa poi che verrà smentita dal progetto esecutivo. Noi avremmo atteso quello che era il progetto esecutivo in modo tale da poterlo sottoporre ovviamente all’interno di una valutazione, ricordo che nel 2019 non si arrivò a questo strumento, quindi non ci fu questa partecipazione, fu limitata a una commissione, questa volta potevamo anche essere d’accordo, quindi l’idea su questo noi non abbiamo problemi a nasconderci o a non far discutere, più volte avevo detto che ero disponibile andare nelle commissioni che la minoranza aveva chiesto, la minoranza più volte aveva detto che era inutile che andassi io perché non avevo sulle mani quella che era la progettazione, non ero il titolare del progetto, su questo era evidente, se vado a parlare del ponte avrei parlato dei massimi sistemi o di quella che era la normativa, ma in realtà ribadisco il convitato di pietra è il commissario o il vice commissario che poi porteranno il progetto, che peraltro dovrebbe recepire anche le osservazioni che sono date dai tecnici nell’ambito della conferenza dei servizi, solo a quel punto si può avere una visione complessiva del del ponte, quindi solo a quel punto si può capire se sta roba è oppure no. Certo il rischio qual è, è che il giorno del consiglio grande fatto molto in anticipo si parli e non si abbia sottomano quella che è la documentazione necessaria per poterlo valutare.
Di contro però, avendo il progetto esecutivo, il rischio è che ci sia poco margine di manovra per far recepire le istanze della città…
No perché le varianti sui ponti si fanno. Qui il discorso è uno solo, il ponte va fatto oppure no, penso che la realtà sia solo quella, se poi uno vuole modificare e vuole fare delle osservazioni su quel ponte, in questo momento facciamo proprio difficoltà a fare le osservazioni su quel ponte, se non per quanto riguarda gli aspetti tecnici sulla viabilità o cose di questo genere, il progetto esecutivo è l’unico che poi alla fine – che può essere sempre variato, il progetto esecutivo non è il progetto definitivo, non è il progetto conclusivo – quello che va a bando, è quello sulla base della quale dovrebbero essere eseguite le opere, quindi è un concetto che è molto più completo rispetto a quello che la prima bozza e poi il progetto finale, quindi siamo ancora in una fase in cui è possibile discutere.
Due ultime domande: la prima è sulla figura del sindaco o della maggioranza come soggetto interlocutore tra la città e la regione, l’ente commissariale anzi, l’opportunità di questo consiglio grande in qualche modo poteva dare risalto a questa figura, a questo ruolo?
Il sindaco ovviamente viene ascoltato, il sindaco ha questa possibilità così come il Comune Generale, ha questa possibilità di dire il ponte non si fa, fermo restando verrà tolto anche il percorso pedonale che parte via Rossini, quindi il rischio qual è? E’ che noi ritorniamo in una posizione che era quella prima del 2023, prima della passerella. Non abbiamo altre possibilità se non quelle di interfacciarsi sotto questo aspetto qui, ovvio c’è la possibilità di dire non farlo o farlo e su questo io ho grosse perplessità. Una cosa su cui si riflette poco è che avendo aperto da parte degli organismi giudiziari un procedimento in relazione alla costruzione del ponte degli Angeli o II Giugno, dove ribadisco si fece solo una discussione a livello puramente estetico e nessuno sollevò mai il problema relativo al rispetto alla normativa con cui questo veniva alzato, in questo caso è ovvio che il problema era il rispetto di quello che è il cosiddetto decreto Del Rio, che diventa obbligatorio soprattutto per quello che è successo e che, secondo me, poi riguarderà gli altri ponti. Quello che viene poco valutato e deve essere valutato è che in realtà finita la fase commissariale poi la sistemazione di quei ponti tocca alle casse comunali. Le casse comunali l’altra volta nel 2016 hanno rifatto solo l’impalcato del ponte sulla Nazionale, per il quale si dovrebbe prescrivere l’eliminazione delle pile in acqua. Nel 2019 fu approvato il ponte II Giugno, ma fu fatto con i fondi europei percepiti dalla regione, altrimenti sarebbe toccata alle risorse comunali, tant’è che per quanto riguardava il ponte Garibaldi, sul quale non è che c’è stata solo la pronuncia finale, ma già nel 2016 si diceva che il ponte Garibaldi aveva delle fortissime criticità. Molta gente lo dimentica, ma noi avevamo previsto nel progetto Stadio che qualcuno facesse il ponte, perché avevamo delle problematiche con il ponte Garibaldi. In questo caso avrebbe un finanziamento che difficilmente potremmo trovare in altri momenti, quindi la scelta topica che ci spetterà, che spetta al sindaco o spettava al consiglio, era il ponte se deve fare oppure no.
Seconda e ultima domanda: che novità abbiamo su questo progetto o sulle tempistiche?
Ancora il progetto esecutivo non è stato trasmesso, quello che dice probabilmente il Commissario è che il progetto esecutivo dovrebbe essere, a me l’ha detto, che dovrebbe essere abbastanza in dirittura d’arrivo.
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