Pregare per l’Unità dei cristiani, in tempi di indifferenza religiosa e guerra in Europa

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Martedì 24 gennaio, ore 19.00, alla chiesa del Portone la chiusura della Settimana, con la reverenda Jules Cave della Chiesa anglicana d’Inghilterra.

SENIGALLIA – C’era tanto dell’anima cristiana orientale, venerdì 20 gennaio scorso, alla chiesa della Pace di Senigallia per la veglia di preghiera ecumenica. Con il vescovo Franco Manenti, c’erano Costantin Cornis, presbitero della Chiesa ortodossa rumena, Dmitrii Zhavko, presbitero della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Jozko Zajec sj, Padre spirituale al Pontificio Collegio “Russicum”.
Nel tempo di una guerra in Europa proprio nella culla della spiritualità ortodossa è stato significativo ritrovarsi insieme nel nome dell’unica fede in Gesù Cristo. Proprio la guerra guerreggiata, tra Russia e Ucraina, è sfociata in una contrapposizione tra chiese ortodosse. Il Consiglio del Patriarcato della Chiesa Ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (Uoc) ha infatti dichiarato lo scorso maggio “piena  indipendenza” dalla Chiesa ortodossa russa. Ha “condannato la posizione del patriarca di Mosca Kirill e la guerra della Russia contro l’Ucraina”, ed ha “invitato le parti a continuare i negoziati”.

Pregare oggi per l’Unità dei cristiani, significa anche questo: sentirsi parte di una spiritualità che sempre più, nonostante il secolarismo crescente in tutta Europa, educhi alla pace, all’impegno quotidiano per il bene, ad una cittadinanza vissuta con responsabilità e senso di appartenenza. Le chiese ufficiali, tutte, sono in crisi in Europa e alla diminuzione dei praticanti molto spesso corrisponde una visione privatistica, elitaria e spiritualista della religione. Chi rimane nelle chiese, sempre di più, si rinchiude nel proprio cortile di eletti, diventa fondamentalista, fatica a rapportarsi con il mondo. Emarginato dalla vita sociale europea, il Cristianesimo può ritrovare la sua autenticità evangelica tornando alle sue origini, smettendo le connivenze con ogni tipo di potere ed ogni altra struttura autoreferenziale. Chiese in crisi e scosse da questa indifferenza religiosa, ma stimolate più che mai a cambiare passo, a rinnovarsi nel profondo. Non c’è una ricetta magica, anzi, c’è disorientamento. Ma questo bisogno di purificazione è tanto sentito e bisogna guardare in faccia la realtà.

L’Unità dei cristiani è chiedersi, oggi più che mai, il senso profondo del cristianesimo nel nostro vecchio, caro continente ancora una volta scosso da una guerra che stiamo perdendo tutti.

Laura Mandolini

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