L’Europa più brutta

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“Se la mia furia, la mia rabbia, il mio dolore non dovessero trasparire, siate certi che sono ben presenti, insieme alla mia determinazione a far sì che quest’Assemblea diventi più forte”. Sono le parole scelte dalla presidente, Roberta Metsola, per aprire la plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, quella che da agenda doveva essere la plenaria più secca dell’anno e che invece si è trasformata nella sessione che passerà alla storia per aver dato le prime risposte al cosiddetto Qatargate, ovvero le indagini su presunte corruzioni da parte del Qatar verso alte cariche, deputati, ex deputati e assistenti del Parlamento Ue. Quanto sta uscendo dall’inchiesta varia di giorno in giorno, di ora in ora, potremmo dire.

“Qui c’è tanta tristezza”, mi ha scritto lunedì mattina uno dei giornalisti dell’ufficio stampa del Parlamento Ue mentre era in viaggio verso Strasburgo, la città alsaziana dove i 705 deputati si ritrovano ogni mese, per una settimana, per tenere la sessione plenaria. “E’ un colpo durissimo per una istituzione che da sempre è in prima linea per la difesa dei diritti, e per chi lavora qua ogni giorno con passione, serietà e dedizione, è uno scandalo enorme che provoca dolore e rabbia, tanta rabbia”, ha commentato l’eurodeputata del Pd, Irene Tinagli. “Siamo scioccati”, ha detto il presidente del Partito popolare europeo, Manfred Weber.

Ma, proprio come quando ci si sente in difficoltà si ha fretta di uscire dall’impaccio, magari senza valutare bene tutte le strade possibili, così l’Aula ha cercato di agire immediatamente, votando all’unanimità (uno solo contrario e due astenuti) la destituzione della vice presidente del Parlamento Ue, la greca Eva Kaili…

di Giulia Torbidoni, corrispondente Agi – Bruxelles

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