Relazione, l’altro nome della vita

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Anziani, terza età, vecchiaia

Cosa può dire ancora la Vita quando la vecchiaia irrompe con tutta la sua prepotenza? Come tutti sappiamo, la vita media è nettamente aumentata, ma è aumentato anche il tempo in cui la sua qualità è decisamente compromessa, a causa di malattie croniche, spesso degenerative. Cosa ha da dire la Pasqua, con la sua forza, il suo fascino ad un tempo di vita così ‘in salita’? Gesù è Risorto dopo soli tre giorni, non ci ha dato una prospettiva lunga per ‘rinascere’, è come se ci dicesse che si può ‘risorgere’ subito, già in questa vita, ogni giorno. Non c’è un minuto da perdere, perché questa vita è preziosa in ogni suo istante.

In questo tempo di Pasqua mi piace riflettere sul fatto che Gesù Risorto non fa il giro del mondo per farsi vedere, per mostrare alle folle il miracolo più sorprendente di tutti gli altri. Gesù si mostra e incontra i suoi amici. Gesù vuole farsi riconoscere dai suoi amici: Maria di Magdala, i discepoli di Emmaus, gli apostoli e l’intero gruppo del cenacolo, e, di fronte all’assenza di Tommaso, torna, per farsi riconoscere anche da lui. Chissà se Tommaso era assente nel primo incontro, perché era stato l’unico ad avere il coraggio di uscire e magari aveva fatto la spesa per tutti. Questo non lo sappiamo, ma siamo certi che Gesù torna anche per lui. I suoi amici, gli apostoli, i discepoli, le donne, che lo avevano seguito per anni, hanno incontrato il Risorto. E come se non bastasse, in Galilea, luogo simbolo dove tutto era cominciato, Gesù si fa trovare in riva al lago e prepara la cena per tutti. Tutto questo mi fa pensare a quanto Gesù ci tenga all’amicizia!

Allora, forse, la cifra della nostra vita è proprio l’amicizia, cosa che è sicuramente possibile alimentare e curare in qualsiasi fase della vita. Le relazioni buone danno sapore alla vita e possono nascere in qualsiasi fase. Nella mia esperienza ho avuto la possibilità di frequentare persone anziane e malate, a volte molto anziane e molto malate. In questi casi l’unica cosa che resta è la relazione. Tutto passa necessariamente in secondo piano. Il passato è spesso in gran parte perduto, pensiamo solo a quanto poco spazio abbia una persona che si trova a vivere gli ultimi anni della sua vita in una casa di riposo: tutta la sua casa di prima viene racchiusa in un comodino e un armadietto, in una stanza, il più delle volte, da condividere con un’altra persona sconosciuta fino a quel momento. Il futuro non ha prospettive così invitanti. Restano l’amore e l’affetto delle persone care e il presente con quello che si può costruire giorno per giorno. Le relazioni buone si possono costruire sempre, anche se non ci si conosceva prima, anche con la diversità di ruoli: operatori, volontari, compagni di stanza. Anche quando si diventa dementi, si rimane capaci di riconoscere chi ci vuol bene e chi no.

L’amicizia, questa forma di amore disinteressata, è ciò che può farci sempre rinascere. E, sicuramente, è molto potente l’amicizia con Gesù, che non è privilegio solo dei suoi contemporanei, ma, se lo vogliamo, può riguardare ciascuno di noi. È Lui il primo a scommettere su questo sentimento, dandogli enorme importanza, perché non solo la vive nella sua vita terrena, ma gli dà valore anche da Risorto. Ecco il messaggio di questo tempo di Pasqua: tutti possiamo essere protagonisti di amicizia con gli altri, in qualsiasi momento della nostra esistenza. Possono essere amicizie di lunga data o di periodi recenti, ma proprio tutti possiamo vivere questo sentimento. Sulla strada tracciata da Gesù, ci auguriamo che il desiderio di amicizia possa accompagnarci ogni giorno della nostra vita, fino alla fine.

Il testo è di Anna Gobbetti,
pubblicato nell’ultimo numero cartaceo
de La Voce Misena
uscito nel mese di maggio

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