Riduzione delle liste di attesa: meno risorse alla provincia più popolosa

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Foto di Annie Spratt da Unsplash.com

Ammonta a 13,2 milioni di euro la cifra che la giunta regionale ha stanziato per il 2024 con lo scopo di realizzare oltre 160 mila prestazioni sanitarie in più e abbattere quindi le liste di attesa infinite di cui si parla da anni. Ma lo stanziamento, seppure di rilievo in termini assoluti, potrebbe non essere sufficiente. Critiche in tal senso arrivano dal comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia.

L’annuncio

Il vicepresidente della giunta e assessore alla sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini, ha affermato – presentando il piano operativo regionale 2024 – che gli obiettivi sono quelli di rispettare i tempi di erogazione in base alla priorità prescritta di tutte le prestazioni previste dal piano nazionale per il governo delle liste di attesa (il 90% nei tempi previsti) e di recuperare le prestazioni non erogate per via dell’emergenza pandemica. Di fatto circa 8,6 milioni di euro serviranno a effettuare prestazioni di specialistica ambulatoriale e diagnostica, mentre i restanti 4,6 milioni sono destinati agli interventi chirurgici.

«Nel 2023 le risorse ammontavano a 9 milioni di euro – ha ricordato l’assessore – e sono state completamente spese: siamo riusciti a recuperare per l’ambulatoriale 128.374 prestazioni rispetto alle 58.991 previste nella Dgr del precedente Piano di Recupero; i ricoveri recuperati sono stati 2.768 e gli screening 12.016. Quest’anno con maggiori risorse a disposizione gli Enti, con il supporto del privato quando necessario, avranno l’opportunità di fare di più».

La critica

C’è però chi storce il naso. In questo caso è il comitato senigalliese che da tempo segue le questioni sanitarie a sollevare delle perplessità in merito allo stanziamento. In particolare viene evidenziato come nella ripartizione provinciale, la Regione abbia assegnato all’Ast di Ancona circa 1,5 mln; a Pesaro Urbino circa 3 mln; nel maceratese andranno 1,8 mln di euro, altri 1,7 nell’ascolano e 1,6 a Fermo. 

«Ad Ancona sono andate meno risorse di tutte le province, pur essendo la più popolosa. Addirittura meno di Fermo e questo è un chiaro segnale di disaffezione del territorio. Se poi vogliono farci intendere che questo è il modo giusto per recuperare prestazioni diagnostiche e ambulatoriali e gli interventi chirurgici persi a causa della pandemia abbiamo serie difficoltà a crederci. Senza risorse né personale non si recupera un bel niente».

L’affondo

«Tutti sappiamo che le risorse sanitarie vengono assegnate in base alle teste (numero di abitanti) – continuano dal comitato senigalliese che lamenta scarsa attenzione dai vertici regionali mentre sta ottenendo un confronto costante e nel merito con i nuovi direttori della Ast – e allora ci chiediamo se quelle dei cittadini di Ancona e provincia valgono meno, visto il minor gettito. Certo, non vorremmo dirlo, ma salta all’occhio la non appartenenza dei politici regionali al nostro territorio. Quando li abbiamo avuti non è che sia andata meglio, anzi. E non vorremmo nemmeno pensarlo, ma la sanità sembra diventata un bacino elettorale».

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