Stupri di gruppo, femminicidi. Ne parla l’esperta Simona Cardinaletti, della cooperativa Polo9.

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La cronaca di queste settimane ci parla di stupri di gruppo commessi da giovanissimi su giovanissime. Nei giorni precedenti lo strazio di femminicidi che sembrano non avere mai fine. Simona Cardinaletti, psicologa e psicoterapeuta Polo9, è tra le più autorevoli esperte sul tema a livello nazionale, autrice de “Il sesso debole. Debolezza femminile e violenza contro le donne”, libro che è stato presentato lo scorso 14 luglio a Senigallia nel quale descrive cosa si cela dietro il fenomeno della violenza sulle donne, invitata dal Centro italiano femminile locale.

Polo 9 ha pensato bene di interpellarla per aiutarci a comprendere l’incomprensibile, pubblicando sui propri canali social queste interessanti valutazioni: “In cuor mio spero che questi fatti non indichino una recrudescenza del fenomeno, – spiega Simona Cardinaletti – i recenti fatti di cronaca dimostrano che le ragazze vittimizzate non sono più disposte a restare nel silenzio, ma parlano e denunciano gli stupratori. A parte l’orrore per quello che queste ragazze hanno subito, ciò che mi ha suscitato ancora più orrore, se possibile, sono le frasi attribuite agli arrestati “sarei dovuto andare via” (sottinteso: lasciando la ragazza in mano agli stupratori); “mi sono rovinato la vita” (la sua vita non quella della ragazza).

In realtà, la vita rovinata ce l’avranno solo le vittime; se tutto andrà come deve andare, ma non siamo certi perché in Italia quando si tratta di violenza contro le donne escono le sentenze più fantasiose per giustificare o per lo meno minimizzare la gravità del reato (tempesta emotiva, comportamento promiscuo della vittima, l’inganno da parte della vittima, ecc.) gli stupratori si faranno qualche anno di carcere. Usciranno ancora giovani, incontreranno una compagna, faranno figli e dimenticheranno. Ma alle vittime aspetta l’ergastolo: perché per tutta la vita questo ricordo traumatico le accompagnerà; le più fortunate incontreranno un/una professionista che le aiuterà a convivere con il ricordo e forse riusciranno ad andare avanti. Le meno fortunate saranno condizionate nei loro rapporti affettivi, non riusciranno ad avere una normale vita sessuale ed affettiva. Restano prigioniere per sempre.

Nella mia professione mi è capitato di seguire una di queste ragazze rapita e seviziata da un gruppo di uomini a 17 anni; è arrivata da me che ne aveva 40: stessi incubi, stesse paure, l’aiuto della chimica per condurre una vita normale. Ci abbiamo messo anni per ritrovare l’equilibrio, lasciare la chimica e tornare a contare su di sé. Allora, quando sentiamo queste notizie prima di pronunciare le solite frasi contro le vittime, che inevitabilmente arriveranno: perché era lì con tutti ragazzi, perché ha bevuto, ecc. (alias: se l’è cercata) pensiamo al danno che hanno subito e di cui MAI hanno nessuna colpa: essere imprudenti non è una colpa è una leggerezza, essere stupratori non è una leggerezza, un colpo di testa, una bravata, è un atto di violenza intenzionale, è una riduzione ad oggetto di una persona, è un’affermazione di potere degli impotenti. L’impotenza di uomini che non sono in grado di affermare la loro mascolinità se non attraverso al violenza e spalleggiati dal gruppo, perché come dice una famosa canzone di Mia Martini “Se l’uomo in gruppo è più cattivo quando è solo ha più paura…”.

Le donne parlano, denunciano, dicono basta (per questo vengono uccise), scendono in piazza, ma quello che è sempre più assordante è il silenzio degli uomini, che si limitano a prendere le distanze e dire “io mai”, che non condannano senza se e senza ma la violenza contro le donne agita da altri uomini, che non scendono in piazza per dire “adesso basta”. Non dimentichiamo ciò che dice Eli Wiesel “Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, mai la vittima”. La violenza contro le donne è un problema degli uomini, non delle donne, noi ne paghiamo solo le conseguenze”.

Grazie al team ‘comunicazione’ di Polo9 per averci autorizzati a rilanciare queste interessantissime considerazioni.
www.polo9.org

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