Superare i pregiudizi su migranti e accoglienza: il progetto della Caritas Senigallia

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Da qualche anno Caritas Senigallia condivide con studenti e studentesse delle classi quinte del liceo Perticari, del liceo Medi e dell’istituto alberghiero Panzini un progetto dal titolo “Migrazioni e accoglienza: cosa ne SAI?”. Un progetto importante perché riesce a scardinare stereotipi e falsi miti sui migranti e a dare informazioni più precise sul complesso fenomeno delle migrazioni, entrando nel vivo del sistema di accoglienza in Italia, in particolare quello del SAI, Sistema Accoglienza Integrazione, che per Senigallia e Ambito Territoriale 8 è gestito appunto da Fondazione Caritas Senigallia.

Mercoledì mattina la classe V A Li del Medi, grazie alle specifiche competenze linguistiche, ha potuto ascoltare la storia diretta di S.S., un nostro beneficiario, in lingua inglese. S.S., che ora vive in Italia insieme alla moglie e due figlie, era un docente universitario in Pakistan ed è dovuto scappare dal suo Paese perché discriminato a livello politico e religioso: è fuggito per riuscire a costruire un futuro per sé e la propria famiglia, attraverso un viaggio drammatico attraverso la rotta balcanica, lasciandosi alle spalle un passato che non vuole ricordare perché adesso è il momento di ricominciare, di superare la “stagione della disperazione” e intraprendere “la stagione della primavera”. S.S. ha ottenuto lo status di rifugiato politico e il conseguente permesso di soggiorno della durata di cinque anni.

Sentire dal vivo le parole sincere ed emozionate di chi ha vissuto violenze, momenti di profondo sconforto e la fuga dal proprio Paese ha un impatto fortissimo su ragazzi e ragazze, che mettono in gioco la loro sensibilità, spesso oscurata dal bombardamento di notizie ripetitive ed allarmistiche. Il percorso che gli operatori del SAI propongono alle classi quinte cerca di sviluppare il senso critico e la capacità di discernere le azioni dell’accoglienza, durante tre incontri: il primo è dedicato alla decostruzione di stereotipi e pregiudizi legati alle migrazioni forzate e alla comunicazione delle stesse, insieme a due operatori dell’accoglienza e a Chiara Michelon, ufficio stampa Caritas Senigallia; il secondo, insieme a due operatori e all’avvocato Lorenzo Pirani, operatore legale per il SAI Senigallia e Ambito, entra nel vivo del sistema di accoglienza dal punto di vista giuridico e si addentra nel tema delle forme di protezione; infine il terzo incontro vede un beneficiario o una beneficiaria del progetto SAI territoriale, richiedente asilo o rifugiato, dialogare con la classe e raccontare apertamente il suo passato. I tre momenti cercano di promuovere anche un orientamento universitario e lavorativo nell’ambito socio-educativo e di descrivere le svariate figure che si impegnano nelle équipe multidisciplinari dei progetti di accoglienza.

Il SAI è un sistema di accoglienza integrata nazionale che a livello territoriale viene gestito da realtà del terzo settore (nel nostro caso Fondazione Caritas Senigallia per il Comune di Senigallia e l’Ambito territoriale 8). Il progetto SAI comprende misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento ai beneficiari, finalizzate all’accesso garantito ai servizi del territorio e alla costruzione di percorsi individuali di riconquista dell’autonomia e inserimento socioeconomico. Nei due progetti SAI ordinari adulti sono accolti principalmente nuclei familiari titolari di protezione internazionale e richiedenti asilo: uno può accogliere un massimo di 70 persone, l’altro fino a 40. I beneficiari attualmente (dati al 14.2.2024) sono 74 e provengono da Pakistan, Iran, Siria, Gabon, Iraq, Bangladesh, Afghanistan, Ucraina, Macedonia, Georgia, Benin, Costa d’Avorio, Camerun e Burkina Faso.

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