Superbonus 110%, i costruttori: nelle Marche disparità tra chi ha subito alluvione o terremoto

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Via Carducci, a Senigallia, allagata durante l'alluvione del 15 settembre 2022
Via Carducci, a Senigallia, allagata durante l’alluvione del 15 settembre 2022

Ridurre le disparità tra chi ha subito un’alluvione e chi ha invece dovuto fare i conti con il terremoto. A oltre un anno e mezzo dall’entrata in vigore, la proroga sull’utilizzo del superbonus continua a creare differenze tra i cittadini, anche di province limitrofe. E’ il caso di chi risiede nell’anconetano o nel pesarese, due province che hanno dovuto affrontare una l’emergenza dell’alluvione di settembre 2022 e l’altra le conseguenze del sisma di tre mesi dopo.

A sottolineare la problematica è il presidente di Ance Marche, Stefano Violoni, a proposito della proroga dell’utilizzo del superbonus al 110% per gli interventi fino al 2025. Il governo, infatti, nel concedere la proroga del bonus fino al 2025, per i danneggiamenti sulle unità immobiliari conseguenti il terremoto, aveva previsto la misura piena, lo sconto in fattura e la cessione del credito, mentre gli alluvionati devono fare i conti con il decalage. 

Le proposte fatte da ANCE sul superbonus, a livello nazionale, avrebbero permesso una chiusura ordinata dei lavori in corso d’opera, salvaguardando in tutta Italia 25 mila cantieri su 40 mila e circa 220 mila delle 350 mila famiglie coinvolte. Nelle Marche si stimano 4 mila famiglie nel limbo del superbonus, a queste si aggiungono le oltre 500 famiglie colpite dall’alluvione del settembre 2022.

Le modifiche introdotte lo scorso dicembre, secondo Violoni, non vanno in questa direzione: contro ogni logica, è stata data la possibilità di interrompere i lavori usufruendo degli incentivi per le sole opere eseguite a prescindere dal raggiungimento dell’obiettivo di riduzione delle classi energetiche, cioè il requisito principale da sempre richiesto per avvalersi delle detrazioni.

«Come associazione dei costruttori, anche in questa occasione, abbiamo proposto degli emendamenti al Milleproroghe: sono stati tutti ignorati – spiega Violoni -. Il nostro obiettivo era e resta ancora quello di evitare un’evidente disparità di trattamento, che si aggiunge al dolore e alle forti preoccupazioni di centinaia di cittadini chiamati a ricostruire o riparare gli immobili danneggiati».

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