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Tag: abusi su minori

La piaga degli abusi e la perdita di credibilità della Chiesa: intervista a don Gottfried Ugolini

Un approccio radicalmente nuovo e coraggioso è quello inaugurato dalla Diocesi di Bolzano-Bressanone nell’affrontare la piaga degli abusi sessuali all’interno della Chiesa cattolica. Il vescovo Ivo Muser ha messo fine ai tentativi di insabbiamento e alla difesa a oltranza delle istituzioni, chiedendo di guardare in faccia il dolore delle vittime e di assumersi la responsabilità di quanto accaduto. Questo nuovo registro, per ora unico in Italia, ha preso forma con l’avvio di un’indagine indipendente sugli abusi sessuali su minori e adulti vulnerabili avvenuti nel periodo 1964-2023. Un’analisi cruciale, affidata a uno studio legale di Monaco di Baviera in collaborazione con un associato di Brunico, che rappresenta la prima fase di un progetto denominato “Il coraggio di guardare”.

A Senigallia, in un incontro tenutosi martedì 14 ottobre al Teatro Portone su invito del Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, è intervenuto don Gottfried Ugolini, sacerdote e psicologo, responsabile del Servizio diocesano e figura chiave nel lavoro preparatorio del progetto. L’intervista, in onda su Radio Duomo Senigallia alle ore 13:10 e alle ore 20 di mercoledì 15 e giovedì 16 ottobre, sarà in replica anche domenica 19 alle 17 circa. Il servizio audio, curato da Laura Mandolini nell’ambito della trasmissione “Venti minuti da Leone”, è disponibile anche qui grazie al lettore multimediale, assieme a una sintesi dell’intervista.

Il progetto: conoscere il passato per cambiare il presente

Intervistato a margine dell’incontro, don Ugolini ha spiegato la genesi di questa scelta inedita: «Una delle motivazioni è stata l’intuizione che non possiamo fare lavoro di prevenzione, di formazione, di sensibilizzazione senza andare alle radici del problema. Solo se conosciamo il passato possiamo cambiare il presente per un futuro migliore». Il progetto si articola in tre fasi: il coraggio di guardare al passato (l’indagine i cui risultati sono stati presentati a gennaio), il coraggio di guardare al presente (affrontare le sfide e le responsabilità verso le vittime e gli autori degli abusi) e il coraggio di guardare al futuro (implementare un cambiamento radicale di cultura e mentalità).

I risultati dell’inchiesta e l’ulteriore sfida degli istituti religiosi

Alla domanda sulla consistenza del fenomeno emerso dall’inchiesta, don Ugolini ha confermato di essersela aspettata, forte dell’esperienza del Centro di Ascolto attivo dal 2010, che ha visto oltre 100 persone riportare esperienze di abuso. Il sacerdote ha però sottolineato un punto dolente dell’indagine, che ha riguardato solo gli archivi diocesani, mancando all’appello quelli degli istituti religiosi, dove spesso sono attive scuole, asili e convitti. «È necessario fare chiarezza», ha ribadito, evidenziando che molte vittime di questi istituti si sono sentite escluse dai risultati.

Un esempio per la Chiesa italiana

L’approccio della Diocesi di Bolzano-Bressanone, favorita dalla vicinanza culturale con il mondo tedesco, è stato accolto con reazioni “molto positive” e ha suscitato interesse in tutto il mondo. Don Ugolini ha espresso l’augurio che possa diventare un incentivo per la Chiesa cattolica italiana, che «fa molta più fatica a fare i conti in modo indipendente con questo strazio degli abusi». Ha criticato l’atteggiamento di chi ancora oggi copre i colpevoli: «Questo è inaccettabile perché non è in sintonia con il Vangelo».

Clericalismo, potere e perdita di fiducia

Riflettendo sul suo ruolo di sacerdote interpellato profondamente da questo lavoro, don Ugolini ha individuato la necessità di una «radicale conversione», un ritorno alle origini del Vangelo. Ha individuato nel clericalismo e in un malinteso uso del potere le basi delle dinamiche degli abusi. La conseguenza più grave, ha concluso, è la distruzione della fiducia: «Abbiamo perso una grande credibilità e possiamo risolverlo soltanto se saremo sinceri, affidabili e lavoreremo con competenza». L’esperienza altoatesina ha di certo aperto una breccia in un muro – a volte fatto di omertà, paura e persino connivenza – che non può più essere tollerato.

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Abusi nella chiesa cattolica: arriva a Senigallia il coordinatore della diocesi di Bolzano

“Dobbiamo prendere sul serio quello che è emerso. Ascoltare. Mi assumo la responsabilità personale e istituzionale. Serve un profondo cambiamento culturale». Si esprimeva così il vescovo Ivo Muser, in un’intervista rilasciata alla giornalista Fabiana Martini, dopo la presentazione dell’indagine indipendente sugli “Abusi sessuali su minori e su adulti vulnerabili nell’ambito della Diocesi di Bolzano-Bressanone dal ’64 al 2023”, a opera dello studio legale Westpfahl Spilker Wastl di Monaco, in collaborazione e con il sostegno dello studio legale associato Kofler Baumgarten & Partner di Brunico. Quella di Bolzano è la prima e al momento l’unica diocesi italiana ad aver promosso un’indagine indipendente con l’obiettivo prioritario di soddisfare il legittimo interesse delle persone offese di conoscere la verità.

La stessa diocesi altoatesina è stata tra le prime in Italia ad aver istituito, da oltre un decennio, un servizio di prevenzione agli abusi nella Chiesa cattolica, di ascolto e tutela delle le vittime, coordinato da don Gottfried Ugolini. E proprio Ugolini sarà ospite a Senigallia martedì 14 ottobre 2025, alle ore 21, presso il teatro “Portone”. L’incontro, aperto alla cittadinanza, ha per titolo: “Custodire e tutelare, l’attenzione ai
minori e alle persone vulnerabili nella comunità”. Alla luce del Vangelo e dei recenti documenti della Chiesa in merito alla ferita degli abusi, che sanguina e che lacera la stessa Chiesa, è urgente avviare una rivoluzione educativa per intraprendere la via della prevenzione in ogni ambito della vita pastorale, così come in tutta la società. Qualsiasi forma di abuso di chi svolge un servizio nella Chiesa in nome di Dio, è un abuso di estrema gravità con conseguenze pericolose e devastanti: prendere coscienza di tale gravità e assumersi le proprie responsabilità nella comunità cristiana è il primo passo per una sana prevenzione. “Non si tratta di diffondere un clima di sospetto e di paura – scrivono i promotori dell’incontro – bensì di corresponsabilità e di protezione. Gli abusi estremi non sono funghi nati in una notte, sono la conseguenza di abusi meno evidenti ed eclatanti, pur sempre gravi e pericolosi: riconoscerli al primo insorgere è compito di tutta la comunità, generare nuovi stili educativi liberi e umili è l’obiettivo del nostro cammino diocesano, in cui si inserisce l’intervento di don Gottfried Ugolini”.

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Il cammino di rinascita della Chiesa, per rompere il silenzio

preghiera, esperienza religiosa, fede, religione

Siamo immersi in un profondo cammino di rinascita della Chiesa che, per cause diverse, più o meno negative, ha iniziato a guardarsi allo specchio e scoprirsi fragile e in difficoltà. La Chiesa si è sempre identificata nelle figure evangeliche del “buon pastore”, del “padre buono”, del “buon samaritano”, mai avrebbe pensato di ritrovarsi pecorella smarrita, figliol prodigo, uomo malmenato dai briganti; non è certo facile assumere tale consapevolezza, ma è una opportunità preziosissima di purificazione e di rinascita di cui forse, come comunità cristiana, non siamo ancora consapevoli. 

Uno degli aspetti più dolorosi di questo processo appena avviato, è senza dubbio la questione degli abusi nella Chiesa, ferita assai profonda che ne deturpa il volto, che la fa tremare sin dalle proprie fondamenta, che scandalizza e separa. Nella piena consapevolezza del male provocato e del valore supremo della verità come unica via di rinascita, sono state compiute scelte importanti da parte di papa Francesco e delle Conferenze episcopali; dare un nome alle varie forme di abuso, mettersi in ascolto delle vittime dirette ed indirette, promuovere percorsi di prevenzione e di formazione, sono i principali obiettivi, appena avviati anche nella nostra Diocesi. E’ altissima la tentazione di volger lo sguardo altrove, di sminuire il fenomeno, di lasciare che il tempo silenzioso faccia dimenticare tutto; è assai diffusa tra i cristiani la convinzione che la Chiesa debba essere difesa ad ogni costo per non comprometterne l’immagine, per non scandalizzare, per non allontanare, ma purtroppo il male soffocato è molto più pericoloso e devastante della dolorosa verità. Il fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili è un dramma sociale, una piaga dolorosa e inaudita, ma gli abusi nella Chiesa, al di là dei numeri, hanno una portata unica e indicibile, perché oltre a strappare la fiducia nella vita, deturpano il volto di Dio stesso. E’ la peggiore delle blasfemie. 

E’ possibile dunque rinascere dopo un’esperienza di abuso? Chi ha subito un abuso come può ricucire lo strappo profondo e lacerante? Come può ritrovare fiducia in se stesso, nell’altro, nella Chiesa? Quanti sono stati coinvolti più o meno indirettamente, famigliari, amici, comunità, come possono superare il trauma senza perdere la fede e la speranza?  Non è scontata una risposta positiva ma non è impossibile! In un’ottica evangelica costruire la Chiesa madre che si china accanto ai propri figli feriti, che cura con pudore e coraggio ogni lacerazione, che ricerca con forza la verità e la giustizia, senza temere alcun giudizio, deve essere possibile: è l’unico futuro possibile per la Chiesa.

Proprio per questo nella nostra diocesi di Senigallia è attivo il Servizio Diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili che svolge attività di studio e di formazione, di sensibilizzazione e di informazione. All’interno del Servizio c’è lo Sportello di ascolto che accoglie segnalazioni e richieste di aiuto in merito al tema degli abusi. E’ possibile prendere contatti tramite telefono al numero 3534494319 oppure per posta elettronica: tutelaminori@diocesisenigallia.it.

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Il Papa alla Commissione per la tutela dei minori: “Rimediare al danno fatto da ci ha preceduto”

“L’abuso sessuale di minori da parte del clero e la sua cattiva gestione da parte dei leader ecclesiastici sono stati una delle sfide più grandi per la Chiesa del nostro tempo”. Lo ha detto Papa Francesco incontrando in udienza i Membri della ‘Pontificia commissione per la tutela dei minori’. “Molti di voi – ha riconosciuto il Papa – hanno impegnato la propria vita in questa causa”. E se “le guerre, la fame e l’indifferenza verso la sofferenza altrui sono realtà terribili del nostro mondo” che “gridano al Cielo”, “la crisi degli abusi sessuali, però, è particolarmente grave per la Chiesa, perché mina la sua capacità di abbracciare in pienezza la presenza liberatrice di Dio e di esserne testimone. L’incapacità di agire correttamente per fermare questo male e di venire in aiuto alle sue vittime ha deturpato la nostra stessa testimonianza dell’amore di Dio. Nel Confiteor noi chiediamo perdono non solo per i torti commessi, ma anche per il bene che non abbiamo fatto. Può essere facile dimenticare i peccati di omissione, perché in un certo senso sembrano meno reali”, prosegue il papa, “ma essi sono molto concreti e feriscono la comunità quanto gli altri, se non di più.

Non aver fatto ciò che avremmo dovuto, soprattutto da parte dei leader della Chiesa, ha scandalizzato molti”. Il Papa parla del “Motu Proprio Vos estis lux mundi” e osserva come “sicuramente ci sono miglioramenti che vi si possono apportare sulla base dell’esperienza, con le Conferenze Episcopali e i singoli Vescovi”. Poi ammonisce: “Oggi nessuno può dire onestamente di non essere toccato dalla realtà degli abusi sessuali nella Chiesa”. E incalza: “Ora è il momento di rimediare al danno fatto alle generazioni che ci hanno preceduto e a coloro che continuano a soffrire”. “Per questo è importante che non smettiamo mai di andare avanti”. Il Papa elogia l’impegno di chi mette capacità e competenza “per contribuire a riparare una terribile piaga della Chiesa, mettendovi a servizio delle diverse Chiese particolari”. Dalla vita ordinaria di una diocesi nelle sue parrocchie e nel suo seminario, alla formazione dei catechisti, degli insegnanti e di altri operatori pastorali, “l’importanza della tutela dei minori e delle persone fragili dev’essere una norma per tutti”. Il Papa esorta a creare e diffondere capillarmente “una cultura della tutela” e si dice incoraggiato dai piani che sono stati elaborati in questo senso in Africa, Asia e America Latina. E esorta affinchè “anche in quest’ambito, la Chiesa deve sforzarsi di diventare un esempio di accoglienza e di buon modo di agire”.

M. Chiara Biagioni

Diritti per tutti: vulnerabili, bambini, donne

bambini, vittime, abusi, violenze

Novembre è un mese impegnativo. Nell’arco di appena due settimane veniamo sollecitati a pensare. Attività difficile, di solito, e di questi tempi poco praticata; ma quando l’oggetto della riflessione sono tre diritti di questa portata, tutto si complica di più. Andiamo in ordine cronologico.

18 novembre, “ Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”. L’iniziativa coinvolge tutta la comunità cristiana.

20 novembre, la “ Giornata internazionale per i diritti dei bambini e gli adolescenti’. La data scelta coincide con il giorno cui l’Assemblea generale ONU adottò la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, nel 1959, e la Convenzione sui diritti del fanciullo, nel 1989.

25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Tanti gli appuntamenti…

Continua a leggere sull’edizione digitale del 17 novembre, cliccando QUI.
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Abusi su minori: primo rapporto italiano Cei, nel biennio 2020-2021 segnalati 89 casi

Nel biennio 2020-2021, i casi di abusi segnalati, anche per fatti riferiti al passato, riguardano 89 persone, di cui 61 nella fascia di età 10-18 anni, 16 over 18 anni (adulto vulnerabile) e 12 under 10 anni. È quanto risulta dal primo Report nazionale della Cei sulla tutela dei minori nelle diocesi italiane, presentato oggi a Roma. Circa la tipologia dei casi segnalati, è emersa la prevalenza di “comportamenti e linguaggi inappropriati” (24), seguiti da “toccamenti” (21); “molestie sessuali” (13); “rapporti sessuali” (9); “esibizione di pornografia” (4); “adescamento online” (3); “atti di esibizionismo” (2). Le segnalazioni fanno riferimento a casi recenti e/o attuali (52,8%) e a casi del passato (47,2%). Il profilo dei 68 presunti autori di reato evidenzia soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni all’epoca dei fatti, in oltre la metà dei casi. Il ruolo ecclesiale ricoperto al momento dei fatti è quello di chierici (30), a seguire di laici (23), infine di religiosi (15).

Tra i laici emergono i ruoli di insegnante di religione; sagrestano; animatore di oratorio o grest; catechista; responsabile di associazione. Il contesto nel quale i presunti reati sono avvenuti è quasi esclusivamente un luogo fisico (94,4%), in prevalenza in ambito parrocchiale (33,3%) o nella sede di un movimento o di una associazione (21,4%) o in una casa di formazione o seminario (11,9%). A seguito della trasmissione della segnalazione all’Autorità ecclesiastica da parte dei Centri di ascolto, tra le azioni poste in essere sono risultati prevalenti i “provvedimenti disciplinari”, seguiti da “indagine previa” e “trasmissione al Dicastero per la Dottrina della Fede”. Tra le azioni di accompagnamento delle presunte vittime, i Centri forniscono informazioni e aggiornamenti sull’iter della pratica (43,9%), organizzano incontri con l’Ordinario (24,6%), offrono un percorso di sostegno psicoterapeutico (14,0%) e di accompagnamento spirituale (12,3%).

I Servizi per la tutela dei minori sono presenti in tutte le 226 diocesi italiane (presente anche nella diocesi di Senigallia, ndr). È quanto risulta dal primo Report nazionale che ha raccolto 158 risposte su 166 diocesi coinvolte: 8 Servizi sono infatti a carattere interdiocesano. La rappresentatività statistica del campione di indagine è pari al 73,4% (166 diocesi sulle 226 totali in Italia e, ad oggi, sono in corso ulteriori accorpamenti).

M.N.

Il primo report sulle attività delle diocesi italiane contro gli abusi su minori e vulnerabili

Verrà presentato domani, 17 novembre, alla vigilia della II Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, il I Report nazionale sulle attività di tutela nelle diocesi italiane promosso dalla Conferenza episcopale italiana. L’iniziativa, la prima per la Chiesa italiana, è attuazione immediata e concreta da parte della Chiesa che è in Italia della richiesta di Papa Francesco il 29 aprile scorso alla Pontificia Commissione per la tutela dei minori. “Annualmente, vorrei che mi preparaste un rapporto sulle iniziative della Chiesa per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili. Questo potrà essere difficile all’inizio, ma vi chiedo di incominciare da dove sarà necessario in modo da poter fornire un rapporto affidabile su ciò che sta accadendo e su ciò che deve cambiare, in modo che le autorità competenti possano agire” (Papa Francesco, Discorso ai membri della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, 29 aprile 2022).
Il Report sui Servizi per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili e sui Centri di ascolto si riferisce al biennio 2020-2021: i Servizi regionali e i Servizi diocesani/interdiocesani e i Centri, infatti, sono stati costituti a seguito delle Linee guida per la tutela dei minori, approvate dai vescovi italiani nel maggio del 2019. La raccolta dei dati e la loro elaborazione è stata affidata all’Università Cattolica del Sacro Cuore – sede di Piacenza, scelta non solo per le riconosciute competenze nel campo della ricerca statistica e sociologica, ma per la specifica e non comune esperienza in campo di tutela e protezione di minori nelle associazioni a carattere religioso.

Il primo report sui Servizi e sui Centri di ascolto e poi i report che periodicamente seguiranno, così come la ricerca sui dati del Dicastero della Dottrina della Fede, sono solo i primi passi di un percorso intrapreso con chiarezza e decisione.

Giornata nazionale dedicata alla vittime di abusi di minori e vulnerabili: incontro e preghiera.

Si celebra il 18 novembre la II Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. L’iniziativa coinvolge tutta la comunità cristiana nella preghiera, nella richiesta di perdono per i peccati commessi e nella sensibilizzazione riguardo a questa dolorosa realtà.
Il tema che accompagna questo appuntamento di consapevolezza e comunione è tratto dal Salmo 147: «Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite». Dal dolore alla consolazione. La consolazione, non atto formale ma imperativo per la comunità cristiana, diventa prossimità, accompagnamento, custodia, cura, prevenzione e formazione. Non si può distogliere lo sguardo davanti alle ferite provocate da ogni forma di abuso, né ci può essere guarigione senza la presa in carico del dolore altrui. Nella fiducia del conforto del Signore in ogni dolore, ciascuno è chiamato a sostenere questa nuova coscienza che matura e cresce nelle nostre Chiese.

Sabato 19 novembre 2022, alle ore 17.00, verrà presentato con un incontro pubblico presso la sala conferenze del Palazzetto Baviera di Senigallia il Sevizio diocesano tutela minori con un intervento della dott.ssa Chiara Griffini su “Cura e  tutela dei minori e delle persone vulnerabili nella chiesa oggi”

Assemblea vescovi italiani: cinque linee d’azione contro gli abusi su minori e persone vulnerabili

“I vescovi hanno approvato una determinazione con cinque linee di azione per una più efficace prevenzione del fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili”. Lo riferisce il comunicato della Cei a conclusione della 76ª Assemblea generale, che si è svolta dal 23 al 27 maggio all’Hilton Rome Airport di Fiumicino (Roma). Oltre a potenziare la rete dei referenti diocesani e a implementare la costituzione dei Centri di ascolto, che attualmente coprono il 70% delle diocesi italiane, l’Assemblea ha deciso di attuare “un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni e di avviare un’analisi sui dati di delitti presunti o accertati perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede”.nInfine, partecipando ora in qualità di invitato permanente all’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, istituito con legge 269/1998, la Cei ha preso atto con “molto favore” di questa possibilità di collaborazione con le istituzioni pubbliche per “lo studio e il monitoraggio della prevenzione e il contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale a danno delle persone di minore età in tutta la società italiana”.

I vescovi, “sensibili e vicini al dolore delle vittime e dei sopravvissuti ad ogni forma d’abuso”, hanno ribadito la loro “disponibilità all’ascolto, al dialogo e alla ricerca della verità e della giustizia”. Impegno, già assunto con le Linee guida del 2019. Il videomessaggio del card. Sean Patrick O’Malley, presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, con l’apprezzamento per lo sforzo delle Chiese in Italia, è stato ricevuto dai vescovi con “gratitudine, in particolare per l’incoraggiamento espresso a continuare sulla strada intrapresa”. “Segno, questo, di una collaborazione che si è intensificata negli ultimi mesi tra la Cei e la Pontificia Commissione”.

F.P.