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Tag: ada antonietti

Senigallia e l’omaggio a Sergio Anselmi a 100 anni dalla nascita

A cento anni dalla nascita e a 21 dalla sua scomparsa, Senigallia sta proprio in questo periodo rendendo omaggio a Sergio Anselmi, attraverso un programma di iniziative cominciato a giugno e che proseguirà fino al 6 dicembre. In questa nuova puntata di 20 minuti da Leone parleremo di questo calendario di eventi ma soprattutto dell’importanza della figura di Anselmi come storico locale e come accademico riconosciuto a livello nazionale. Lo faremo con la professoressa Ada Antonietti, direttrice del Museo di Storia della Mezzadria di Senigallia intitolato proprio a Sergio Anselmi, del quale ha raccolto un po’ il testimone culturale. In questo articolo è riportata solo una (lunga) parte dell’intervista mentre l’audio integrale è possibile ascoltarlo sia cliccando sul tasto “riproduci” del lettore multimediale sia sintonizzandosi sulla frequenza di Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) mercoledì 13 e giovedì 14 novembre alle ore 13:10 e alle ore 20. Un’ulteriore replica sarà infine in onda domenica 17 a partire dalle ore 16:50 (la seconda di tre interviste consecutive). 

Partiamo da un ricordo di Sergio Anselmi dal punto di vista umano, lasciando in questo momento da parte l’aspetto più accademico, l’aspetto più intellettuale.
È una domanda molto difficile perché dare una visione definita di una personalità complessa come quella del professore Sergio Anselmi non è semplice. Perciò vorrei ricordare che nonostante sia morto ormai nel 2003 quindi da molto tempo, viene ricordato da molte persone con molto affetto, con molta stima come se l’avessero lasciato il giorno prima. Ma perché questo? Perché Sergio Anselmi era un uomo dal carattere certamente non facile, però era un uomo rigoroso, intransigente, che sapeva ascoltare le persone e sapeva, soprattutto, anche stare insieme alle persone.

Ci racconti qualche episodio.
Basti ricordare una cosa che può sembrare banale ma che in realtà non lo è. Accanto ai suoi molteplici impegni di studio, di insegnamento, soprattutto d’estate amava nel tardo pomeriggio andare nella libreria del suo amico libraio Fabrizio Marcantoni, poi si sedeva su uno dei tavolini di una pizzeria che una volta c’era lì davanti e lì si fermavano tante persone proprio con il piacere di fargli le domande, anche molto semplici, sul perché di una vicenda storica, sull’etimologia di un nome o anche sulla soluzione di tante curiosità. Era da tutti stimato, le sue spiegazioni non erano mai banali, era uomo dall’ampia cultura, dall’ampia visione dei fatti e delle vicende e non si accontentava mai della risposta semplice, andava sempre al fondo delle cose.

Quindi un punto di riferimento per tanti cittadini, ma anche per il territorio regionale che ha studiato a fondo partendo addirittura dal Medioevo fino a metà del Novecento: perché è importante la sua opera? E’ attuale ancora oggi?
Il professore è stato riconosciuto come uno degli storici più importanti della regione Marche, è un personaggio di levatura internazionale per il quale anche la Regione ha inteso approvare una legge che istituisce la celebrazione del suo centenario perché è stato un intellettuale che ha intanto fatto conoscere le Marche al di fuori dei confini regionali. Si è occupato del periodo storico che per la regione Marche coincide con il passaggio da una economia agricola a una economia legata alla piccola impresa, nascono anche i cosiddetti distretti industriali. In questo contesto il professore riesce a realizzare un’idea che aveva ormai da molti anni, quella di conservare questa tradizione di un’economia agricola con particolare riferimento all’agricoltura mezzadrile: ha realizzato un museo demo-etno-antropologico tra i più importanti d’Italia. 

L’opera di Sergio Anselmi è importante non solo perché analizza il passato e lo sviluppo economico della regione Marche ma anche perché riesce a identificare i caratteri fondanti del mondo contadino e della cultura marinara: la “regione Adriatica” un po’ riassume questo concetto.
Ha portato avanti nella sua opera bibliografica sia la ricerca sul mondo rurale, contadino, agricolo, ma anche sul mare Adriatico inteso come via vai di imbarcazioni, scambi di merci e uomini tra le due sponde, con particolare poi attenzione al ruolo che nel corso delle vicende storiche hanno avuto Venezia, Trieste, Ancona e anche Senigallia: uno dei libri curati da Sergio Anselmi che riguarda Senigallia ha come titolo “Una città Adriatica” e a questo studio va legata anche l’associazione degli Amici del Molo che lui ha contribuito in maniera determinante a far conoscere, permettendo di conservare anche attraverso pubblicazioni fatte insieme e per gli Amici del Molo, le conoscenze e le tradizioni della cultura marinara. Poi tra gli altri temi è importante, ne cito uno, il formarsi dei territori locali.

Ada Antonietti
Ada Antonietti

Oggi siamo un po’ alla fine di questo programma di iniziative per il centenario della sua nascita, in realtà è partito a giugno. Com’è andata finora e cosa prevede nei prossimi appuntamenti?
L’organizzazione vede come protagonisti il Comune di Senigallia, la Regione Marche, il Museo di Storia della Mezzadria e l’Associazione per la Storia dell’Agricoltura Marchigiana. Abbiamo inteso ricordare tanti aspetti della personalità e anche della produzione letteraria del professore Sergio Ansermi partendo da un incontro che c’è stato l’8 giugno “Parlando di Sergio” e di Sergio hanno parlato tanti suoi collaboratori nell’università o anche nella rivista “Proposte e ricerche. Economia e società nella storia dell’Italia centrale” o anche in alcune ricerche che ha portato avanti. Abbiamo voluto che ne dessero un ricordo anche i suoi familiari e questo è stato l’incontro successivo; poi ci sono stati tre incontri nei quali il professore è stato in qualche modo protagonista dei temi trattati. E’ stato molto bello che alcune persone che lo avevano avuto come professore nell’istituto magistrale di Senigallia, in cui insegnava storia e filosofia, o all’università di Ancona o a quella di Urbino o lo avevano conosciuto anche durante la militanza politica del professore all’interno del Partito Socialista – si è allontanato nel 1977 definitivamente dalla vita politica attiva – oppure lo avevano conosciuto anche agli amici del Molo, lo hanno voluto presentare la loro testimonianza, dando un ricordo di grande stima e di grande affetto. E’ riuscito benissimo così come tutti gli incontri, in verità, sono stati molto seguiti: ci auguriamo la stessa cosa accada per gli ultimi tre.

Appuntamenti che si svolgeranno a partire dal 16 novembre…
Sì, partiamo già da sabato 16 novembre un incontro con un relatore di grande prestigio, il professore Franco Amatori, forse il più autorevole esperto della storia dell’impresa in Italia, che riprende in qualche modo quelle che avevamo cominciato a organizzare per nove anni di seguito, poi abbiamo interrotto, le cosiddette “lezioni Anselmi”; questa sarà la ripresa di una tradizione cioè sarà la decima lezione Anselmi. Il sabato successivo, 23 novembre, sarà una giornata anche questa molto interessante perché collaboratori, amici, ricercatori si sono impegnati a scrivere dei nuovi saggi su temi che già a suo tempo Anselmi magari aveva consigliato, su cui aveva fatto scrivere: adesso uscirà un libro che accoglie e contiene i saggi scritti proprio per ricordare Sergio Anselmi nel centenario. Un omaggio di amici, allievi, colleghi. Questi due incontri si svolgeranno nell’auditorium San Rocco la mattina alle 9.30; poi cambiamo sede e andiamo alla rotonda dove venerdì 6 dicembre alle ore 21 ricorderemo l’ultima produzione del professore Sergio Anselmi che diciamo dal ‘96 in poi si cimenta con enorme successo nella narrativa storica e pubblica con la casa editrice Il Mulino quattro libri di racconti storici. Il primo di questi libri, che esce nel ‘96 ed è stato ripubblicato tre volte, si intitola “Storie di Adriatico” e da questo libro l’attore e doppiatore Luca Violini leggerà un racconto diciamo in uno spettacolo di radioteatro e accompagnato alla fisarmonica, organetto e percussioni da Roberto Lucanero.

E poi?
Non è finito qui perché probabilmente in quella giornata avremo modo di presentare anche due pubblicazioni che rientrano in queste celebrazioni del centenario: abbiamo fatto anche la ristampa di una cartella con libro di commenti e stampe, “Sedici stampe senigalliesi”, quelle che il professore pubblicò per il comune di Senigallia nell’arco di circa venti anni, per informare i suoi concittadini sulla importanza e il ruolo della loro città. L’altra pubblicazione, questa è direi nuova nei contenuti e più ricca, è una nuova guida, sarebbe l’ottava, del Museo di Storia della Mezzadria. L’ultima è uscita nel ‘97: questa è arricchita da molti contenuti, oltre che dalla descrizione dei 30 ambienti e percorsi di visita sui temi della mezzadria che costituiscono l’importante museo intitolato nel 2004 a Sergio Anselmi.

Facciamo qualche passo indietro: come ha conosciuto il professor Sergio Anselmi e come è nata la vostra collaborazione che poi è durata per tanti anni praticamente fino alla sua scomparsa?
Ho conosciuto il professore Anselmi in modo del tutto casuale: io già ero docente di italiano e latino al liceo scientifico di Senigallia, a metà anni ‘70, lui era assessore alla pubblica istruzione e cultura. C’era una riunione di docenti di diverse scuole al palazzetto Baviera, allora sede appunto dell’assessorato, e mio padre, il maestro Walter Antonietti, mi chiese di accompagnarlo. Quando Sergio Anselmi seppe che io ero laureata e insegnavo italiano e latino, che quindi potevo avere delle competenze utili per i tanti disegni culturali che lui già aveva in mente, come l’apertura del museo, mi chiese se magari potevo riguardare alcuni testi che lui aveva già scritto. Io accettai e da lì mano a mano mi inserì in tante sue iniziative culturali e queste poi hanno portato anche a essere la segretaria di redazione della rivista “Proposte e ricerche”, a essere la curatrice dell’editing di pressoché tutte le sue pubblicazioni e di partecipare anche alla sua avventura con l’Università di San Marino dove anche lì curai l’editing dei quaderni del Centro di studi storici sanmarinesi. E’ stato poi anche uno dei motivi per i quali potei scrivere diversi articoli che poi il professore pubblicò in tanti suoi libri che ha curato, e per cui il comune di Senigallia affidò a me la gestione del museo alla sua scomparsa nel 2003. Oggi sono 20 anni alla guida di questa realtà.

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Alla riscoperta delle nostre radici

Chiostro del Convento delle Grazie e interno del Museo di Storia della Mezzadria Sergio Anselmi – Senigallia

Ada Antonietti, direttrice del Museo di Storia della Mezzadria Sergio Anselmi, espone le attività proposte per i mesi di giugno e luglio all’interno della struttura museale cittadina.

Gli incontri culturali che anche quest’estate il Museo di Storia della Mezzadria Sergio Anselmi ha organizzato in collaborazione con l’Associazione per la Storia dell’Agricoltura marchigiana e con il suo Presidente Remo Morpurgo sono numerosi e, usando le precauzioni anti Covid-19 sempre necessarie, ritengo che il pubblico avrà l’opportunità di vivere momenti interessanti.

Iniziamo alle 17.30 di venerdì 18 giugno. Dopo i saluti istituzionali verrà presentato il libro Un Museo per la Città, nel quale ripercorriamo le vicende del Museo come centro di ricerca e promotore culturale dai primi passi nel lontano 1978, all’anno della tremenda pandemia, il 2020. Oltre alla riproduzione di manifesti o inviti alle attività culturali pubbliche, nel libro si trovano tante fotografie di relatori e pubblico nelle quali molti si rivedranno.

Subito dopo la presentazione del libro, il senigalliese Antonio Maria Rossi illustrerà le sue bellissime fotografie della mostra “I luoghi del lavoro”. Di che luoghi si tratta? Di aziende che non ci sono più a Senigallia o nei centri vicini, come Italcementi, Veco, o altre come Sacart e Azurpesca, tuttora molto attive.

Venerdì 16 luglio alcuni componenti della Banda cittadina, guidati dal maestro Pietro De Gregorio, daranno vita al Tradizionale Concerto del Museo. Inizio alle ore 21.00.

Venerdì 23 luglio alle 18.30 inaugureremo la mostra storico-fotografica organizzata con Giovanni Garofolini, dal titolo “Il Cantiere Navalmeccanico di Senigallia”. Attraverso fotografie, documenti, disegni e oggetti originali si potrà verificare la grande professionalità e competenza di un cantiere che è stato a lungo all’avanguardia nella costruzione di motopescherecci.

Il 30 luglio prenderanno il via gli incontri “UOMINI E PAESAGGI – Un aperitivo al Museo”, quest’anno alla quindicesima edizione. Ma questi mi farà piacere illustrarli in seguito, poco prima della data d’inizio. Ricordo che dal 16 giugno le visite al museo seguiranno i seguenti orari: mercoledì e giovedì dalle 9 alle 12 e venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19.

a cura di Barbara Fioravanti

La memoria di quanto siamo stati

Una stanza del Museo della mezzadria di Senigallia

In questo tempo di generale preoccupazione, vogliamo porre l’attenzione su una bella realtà del nostro territorio, il Museo della Mezzadria Sergio Anselmi, che, sebbene ora sia chiuso al pubblico, continua a organizzare attività culturali da proporre non appena la situazione lo renderà possibile. Abbiamo chiesto alla direttrice, la Prof.ssa Ada Antonietti, di parlarcene. Il Museo di Storia della Mezzadria Sergio Anselmi di Senigallia fin dalla sua apertura nel 1978 è diventato uno straordinario punto di riferimento e di documentazione per conoscere la quotidianità di vita e di lavoro nelle campagne marchigiane fino alla prima metà del Novecento. In trenta ambienti, con circa 2000 oggetti esposti, è possibile ritrovarvi lo strumentario di lavoro per le colture prevalenti della nostra regione: innanzitutto grano, vite, olivo, ma anche granoturco, barbabietola, canapa, per non parlare poi dell’allevamento del baco da seta e altro.

Che cos’è la mezzadria e perché proprio la sua storia definisce il Museo?

Su questo ha scritto pagine imprescindibili lo storico Sergio Anselmi, ideatore e organizzatore scientifico del Museo che a lui è intitolato. Anselmi ha voluto creare un Centro che documentasse non solo attraverso gli oggetti ma con libri, documenti, fotografie la mezzadria, cioè quel contratto tra un padrone e un contadino detto di mezzadria perché divide a metà, tra i due contraenti, gli oneri e gli utili derivanti dal lavoro nei campi. Il padrone è il proprietario di una casa colonica con annesso campo da coltivare, il contadino è il mezzadro che accetta, con tutta la sua famiglia, di coltivare e curare quel campo, di allevare il bestiame e di abitare in quella casa. Un contratto ormai superato da tempo, ma sul quale si è intessuta la storia della regione Marche fin dal XIV – XV secolo e che ha saputo creare quella armonia di paesaggio agrario che purtroppo nel tempo si sta deteriorando.

Sono previste attività culturali nell’immediato?

Non c’è dubbio che dobbiamo fare i conti con questa tremenda pandemia, ma siamo fiduciosi che se non prima almeno a luglio ci si possa ritrovare nel chiostro del Museo come è accaduto con successo e in sicurezza anche la scorsa estate con la mia mostra sulla Liberazione di Senigallia. E quindi per questa estate 2021 stiamo da tempo preparando con Giovanni Garofolini, che ne è stato a lungo capocantiere, una mostra storico documentaria sul Cantiere Navalmeccanico di Senigallia, del quale non è rimasto più nemmeno l’edificio. Siamo sempre attenti alla storia della nostra città, ma siamo anche certi che potremo a breve riorganizzare non solo il concerto tradizionale estivo, ma gli incontri culturali, soprattutto Uomini e paesaggi – Un aperitivo al Museo, con i quali abbiamo inteso promuovere in tanti anni la conoscenza di storia, tradizioni e trasformazioni della società, del territorio, del mondo agricolo. Grazie a tutti per l’attenzione evi aspettiamo al museo!