Lutto in città per la scomparsa di Camillo Nardini. L’ex professore e presidente dell’associazione Sena Nova è deceduto oggi, venerdì 23 giugno. Immediatamente la notizia ha rimbalzato da una parte all’altra di Senigallia e ben oltre i confini locali, dati alcuni incarichi di rilievo regionale.
Nardini da qualche mese stava lottando contro una grave malattia. Docente di lettere al liceo Medi di Senigallia, ha insegnato a centinaia di studenti trasmettendo loro la passione per la cultura – di cui era uno dei principali animatori cittadini – e per l’ambiente.
Attraverso l’associazione Sena Nova, di cui è stato presidente per circa 20 anni, ha dato vita a numerose iniziative letterarie e poetiche, a collettive fotografiche e a eventi di stampo ambientalista. Aveva avviato il progetto “Bosco mio” a Senigallia per avvicinare i giovani alla natura e aveva rappresentato Senigallia per l’iniziativa Ecoshools. Nell’ambito della progetto per un bosco urbano “Bosco mio” in zona Saline a Senigallia, era divenuto, dopo la scomparsa di Fernando Rosi, il referente marchigiano.
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A “Boscomio”, il bosco urbano di Senigallia, vengono esposte le poesie dei concorrenti selezionati in occasione del “Premio Patrizia Brunetti”. Il presidente di Sena Nova, Camillo Nardini, illustra ai microfoni di Radio Duomo – Inblu questa iniziativa dei “fogli tra le foglie”, che vuole essere anche un invito a scrivere poesie da appendere ai rami degli alberi di “Boscomio”.
L’idea delle poesie appese agli alberi nasce dal Concorso letterario nazionale Patrizia Brunetti. Abbiamo pensato che una poesia scritta bene avrebbe potuto avere come premio originale e anche apprezzato dai concorrenti la possibilità di essere stampata su un supporto fisico rigido, una lastra di metallo o di plexiglas o di cartoncino, e appesa ai rami di “Boscomio”. Tutti ricordiamo che Quasimodo, in una sua famosissima poesia, aveva appeso alle fronde dei salici le cetre, nel senso che questi strumenti, nell’orrore della guerra, diventavano muti e quindi inservibili, pertanto potevano essere appesi a un albero. Nel nostro caso invece le poesie non vogliono essere mute, vogliono parlare a chi si trova a passare sotto l’albero, a chi frequenta “Boscomio”. Insomma, vogliono diventare come le foglie sempreverdi di un albero, capaci di emozionare sempre, senza appassire mai. Questa non è una proposta originale, perché ce ne sono anche al Parco di Bruxelles, a quello di Milano, a quello di Mosca. Non abbiamo bisogno di essere originali a tutti i costi. L’idea ci è piaciuta e allora la realizziamo. Anzi, in questo caso, appendiamo le poesie a “Boscomio” pensando che potrebbero diventare uno strumento di comunicazione interculturale. Addirittura potremmo istituire una Giornata universale delle poesie fra i rami, i “fogli tra le foglie”, che è bella anche come immagine. Tanti rami tese verso il cielo, ciascuno dei quali reca tra le sue foglie un foglio. Questa potrebbe essere una forma di sensibilizzazione ecologica sostenibile capace di interessare le persone di tutte le età: dai bambini ai ragazzi, ai giovani, agli adulti, agli anziani. E’ un’iniziativa che potrebbe coinvolgere anche scrittori e poeti sia regionali che nazionali, invitandoli a partecipare. Così le poesie del bosco diventerebbero uno strumento di conoscenza e di confronto tra culture distanti geograficamente. Pensate al suono gradevole o comunque interessante, fascinoso, se non affascinante che potrebbero creare tante poesie stampate su fogli di metallo mentre oscillano al vento e raccontano le loro storie. Mi viene in mente quando il cantante Yves Montand cantava Les feuilles mortes (Le foglie morte), e diceva che le foglie morte si raccolgono con il rastrello, la pala. Le nostre poesie invece sono foglie sempre vive, fogli sempre vivi tra foglie morte. E allora vi invito a scrivere delle poesie, portarle a “Boscomio”, appenderle fra i rami e poi noi vedremo come valorizzarle. Pensate che bello: “Boscomio” diventa l’unico bosco in Italia dove la voce degli alberi si esprime in poesia!
a cura di Barbara Fioravanti
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