In occasione della festa di San Pasquale Baylon arriva a Senigallia, alla Chiesa delle Grazie, il Coro internazionale “San Nicola” di Rimini, formato da cristiani cattolici e ortodossi e diretto da Guya Valmaggi in collaborazione con Olga Chechetkina. La corale propone un repertorio sia di canti e testi tradizionali, sia di nuove composizioni nate per le celebrazioni e la preghiera comune. Così, accanto alle melodie antiche, in lingua latina o italiana, si incontrano musiche di autori contemporanei di differenti tradizioni ecclesiali.
Sabato 17 maggio 2025, alle ore 17.00, sarà ospite della diocesi di Senigallia in concomitanza con i festeggiamenti del santo tanto caro a molti. Il concerto, dal titolo “Perché tutti siano uno”, si terrà dalle 17.00 alle 18.30 e l’ingresso è gratuito. Alle 18.30 ci sarà la S. Messa della V domenica di Pasqua, presieduta dal vescovo emerito Giuseppe Orlandoni.
Grande attesa a Senigallia per la riapertura della chiesa di Santa Maria delle Grazie! La chiesa parrocchiale, la cui fondazione e dedicazione risale al 1491 e di cui il Comune di Senigallia è proprietario dal 1866, fu chiusa il 13 settembre 2016 da un’ordinanza del Sindaco a causa del cattivo stato della copertura e di lesioni alla fodera muraria interna.
L’iter complessivo di riqualificazione è stato avviato dall’amministrazione comunale nel 2018. Dopo la verifica di vulnerabilità sismica dell’intero complesso (2019), è stato realizzato il rifacimento della copertura della chiesa e il restauro della torre campanaria (2022-2023). Nel 2024 sono stati infine realizzati i nuovi impianti di riscaldamento a irraggiamento, elettrico e di allarme/videosorveglianza.
Nell’occasione la Pala ‘Vergine con i Santi’, del Perugino, sarà ricollocata nella Chiesa delle Grazie, proveniente dalla Pinacoteca diocesana di Senigallia dove, in questi anni, è stata custodita ed ammirata da migliaia di persone.
La S. Messa di domenica 1 dicembre, presieduta alle ore 17.00 dal vescovo Franco Manenti, sarà trasmessa in diretta su Radio Duomo (95.200) e sui canali social de ‘La Voce Misena’ e Radio Duomo (youtube e facebook).
Nel file audio che trovate in questo articolo (basterà cliccare sul tasto “riproduci” del lettore multimediale) vi proponiamo l‘intervista a don Aldo Piergiovanni, parroco proprio di Duomo, Grazie, Roncitelli e Porto, con cui abbiamo ripercorso un po’ la storia di questo edificio nato grazie ai Della Rovere, il lungo iter progettuale e dei lavori e annunciato gli eventi organizzati per la sua riapertura che trovate anche nella locandina allegata.
L’intervista andrà in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) venerdì 29 e sabato 30 alle ore 13:10 e alle ore 20, assieme a un’ulteriore replica domenica 1° dicembre alle 16:50. Buon ascolto!
La piattaforma streaming ITsART, dedicata all’arte e alla cultura italiana, nata a ridosso della pandemia e promossa dal Ministero della Cultura, precedentemente disponibile soltanto nel nostro Paese e nel Regno Unito, è finalmente da alcuni mesi debuttata in tutti e 26 gli stati dell’Unione Europea. Tra gli oltre 1250 eventi e spettacoli presenti nel catalogo della piattaforma possiamo trovare anche la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, oggi conservata nelle sale espositive della Galleria Nazionale delle Marche, ospitata all’interno del Palazzo Ducale di Urbino.
Madonna di Senigallia, Piero della Francesca, 1470-1485, olio su tavola, Galleria Nazionale delle Marche – Urbino
Nel terzo episodio della webserie “Il Museo si racconta”, il Direttore della Galleria Nazionale, Luigi Gallo, ci illustra la splendida “Madonna di Senigallia” di Piero della Francesca, restaurata nel 2001 dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro. In quell’occasione l’opera, considerata uno dei dipinti più celebri di Piero della Francesca, fece ritorno nella sua città natale, Senigallia, e venne esposta dal 18 giugno al 10 luglio all’interno del piano nobile della Rocca Roveresca, in un percorso studiato per avvicinare il visitatore all’opera raccogliendo, stanza dopo stanza, diversi elementi e chiavi di lettura.
La “Madonna di Senigallia”, custodita per secoli nella chiesa di Santa Maria delle Grazie e trasferita poi nel 1917 al Palazzo Ducale di Urbino, pare essere stata commissionata a Piero della Francesca da Giovanna da Montefeltro e Giovanni della Rovere in occasione del loro matrimonio nel 1478. Per altri il dipinto potrebbe invece essere un dono di Federico da Montefeltro in punto di morte alla figlia Giovanna e per altri ancora l’opera fu voluta dal Duca di Urbino per rievocare, con presagi di lutto e allusioni alla Passione di Cristo, l’amata moglie Battista Sforza, morta prematuramente. Quest’ultima tesi è autorevolmente sostenuta anche da Maria Grazia Cardi Duprè del Poggetto, la quale riconosce nelle travature lignee della stanza retrostante le figure dipinte l’interno del Palazzo di Gubbio, dimora prediletta di Battista Sforza.
La mostra senigalliese venne allora intitolata “La luce e il mistero” proprio per quel senso della luce che resta uno degli aspetti più affascinanti e innovativi dell’esperienza artistica di Piero della Francesca, una sintesi perfetta tra la pittura luminosa e chiara appresa a Firenze dal grande Domenico Veneziano, in cui la luce nasce dall’impasto cromatico del colore e si integra con armonia al disegno, e la cultura fiamminga, incontrata ad Urbino e a Ferrara, caratterizzata per quell’uso della pittura ad olio che permette un controllo più raffinato della luce. Così il grande critico d’arte Roberto Longhi parlava di Piero della Francesca cercando di spiegare quel suo modo di costruire le immagini con il colore e il colore con la luce: “Sembrano, in Piero, i colori nascere per la prima volta come elementi di un’invenzione del mondo”.
La scena rappresentata sulla piccola tavola di noce (61×53,5 cm) ci mostra in primo piano, all’interno di una abitazione, la Vergine Maria con in braccio Gesù Bambino, nell’atto di benedire, e alle loro spalle due angeli, vestito di grigio il primo e di rosa salmone il secondo. Confrontando la fisionomia di questi ultimi con altri personaggi presenti nelle precedenti opere dell’artista è possibile notare come le due figure angeliche siano state riprese dalla “Pala di Brera”, realizzata da Piero della Francesca tra il 1472 e il 1474. Gesù, in braccio alla Madre, viene raffigurato con una rosa bianca nella mano sinistra, a simboleggiare la purezza di Maria, mentre al collo porta una collana di perle rosse e un corallo, simbolo, oltre che di arcaica protezione per i nuovi nati, anche di premonizione della Passione, poiché il suo colore ricorda quello del sangue versato da Cristo. Sullo sfondo, dietro all’angelo dalla veste rosa, sono raffigurati un armadio a muro, con una decorazione che ci riporta alle cornici presenti all’interno del Palazzo Ducale di Urbino, e sulle mensole di questo un cesto con un panno di lino e una scatola cilindrica d’avorio. Alle spalle dell’angelo dalla veste grigia si apre invece, alla maniera fiamminga, un secondo ambiente che contribuisce, grazie alla luce del sole che entra da una finestra aperta, ad illuminare la scena. Il raggio di sole infatti, che si infrange sulla parete in ombra più lontana illuminando nel suo percorso il pulviscolo presente nell’aria, permette a Piero della Francesca di dare maggiore rilievo, tramite i riflessi disegnati dalla luce, agli oggetti e ai protagonisti presenti nella prima stanza.
Marco Pettinari
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