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Tag: contratto di fiume

La revisione del pai a Senigallia: la città inserita per buona parte in zona rossa con massimo rischio R4

Nuovo pai per il fiume Misa e le conseguenze per il territorio senigalliese

Dal comitato tecnico istituzionale – coordinato dal geologo Andrea Dignani – del Contratto di Fiume Misa-Nevola sono arrivate forti perplessità riguardo al nuovo Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) del fiume Misa, recentemente elaborato dall’Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale. Perplessità che sono confluite in una serie di osservazioni mosse all’Aubac entro il termine dello scorso 22 maggio e di cui parliamo nell’intervista a Dignani in onda lunedì 9 e martedì 10 alle ore 13:10 e alle ore 20, oltre a una replica domenica 15 giugno, alle 16:50 sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM). L’audio integrale affianca anche questo articolo grazie al lettore multimediale.

Dignani evidenzia innanzitutto come il PAI, sebbene uno strumento fondamentale per la sicurezza dei cittadini, sia stato di fatto “calato dall’alto”, senza la necessaria condivisione e divulgazione preventiva alla popolazione e agli enti interessati.

Il nuovo pai e la “zona rossa” di Senigallia

Il nuovo PAI, redatto a seguito delle alluvioni del 2014 e 2022, ha classificato gran parte di Senigallia come zona R4 (rischio massimo per la vita umana). Questa designazione comporta severe restrizioni, in particolare per le nuove costruzioni e le attività che potrebbero aumentare il rischio idrogeologico. Sebbene la priorità del PAI sia la salvaguardia della vita umana, le conseguenze economiche e urbanistiche per la città sono significative.

Le critiche del contratto di fiume al pai

Le principali osservazioni mosse dal comitato tecnico istituzionale del Contratto di Fiume al nuovo PAI riguardano:

Andrea Dignani
Andrea Dignani
  • la mancanza d’un percorso di preparazione, condivisione e divulgazione più capillare e diffuso prima della pubblicazione del PAI, almeno per i soggetti interessati;
  • tempistiche inadeguate per le osservazioni: i 30 giorni concessi per presentare le osservazioni sono stati ritenuti insufficienti, data l’importanza e l’impatto del documento, al netto dell’impossibilità di visionare parte della documentazione;
  • chiarezza metodologica: non è chiaro se la definizione delle aree rosse, in particolare se la perimetrazione proposta dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale derivi dallo stato di fatto post-alluvione del 2022 o da modellazioni idrauliche;
  • cartografia non aggiornate: il PAI, è stato rilevato, si basa su cartografie datate, che non tengono conto delle opere infrastrutturali realizzate negli ultimi anni, come evidenziato anche dal Comune di Senigallia.

Prospettive future e richieste del comitato tecnico istituzionale

Innanzitutto si auspica una riapertura del dialogo e della discussione tecnica sul PAI, possibilmente con approfondimenti pubblici da parte dell’Autorità di Distretto. Si spera che le numerose osservazioni ricevute portino a una rivalutazione dei termini per la discussione e delle metodologie. In secondo luogo si sottolinea l’importanza degli interventi effettuati e programmati in tutto il bacino idrografico per la mitigazione del rischio, come le vasche di espansione, per non bloccare di fatto intere porzioni di città dal punto di vista edilizio ed economico, favorendo di contro un processo partecipativo e integrato con le comunità locali.

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Contratti di fiume, qualcosa si muove anche a Senigallia

L'incontro in sala consiliare a Senigallia sul contratto di fiume

Contratto di fiume, qualcosa si muove. E’ stato nei giorni scorsi siglato il primo accordo di programma per l’area Misa e Nevola, che prevede azioni da compiere da enti, istituzioni e stakeholders (i portatori d’interessi) ma anche nuovi dibattiti. La firma da parte del Comune di Senigallia (capofila) e degli enti locali delle valli Misa e Nevola – gli stessi partecipanti al percorso che la Regione ritiene meritevole di attenzione – è avvenuta lo scorso 5 marzo in sala consiliare a Senigallia.

Ma che cos’è il contratto di fiume, di cui si parla fin dai primi anni 2000? Sostanzialmente è un accordo tra vari soggetti che hanno responsabilità nella gestione o anche solo nell’uso delle acque, così come nella pianificazione del territorio e nella tutela dell’ambiente. Alla base del contratto di fiume c’è la volontaria adesione da parte di varie associazioni, enti e singole persone che prendono parte nell’atto di programmare la tutela, la gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, senza tralasciare l’importantissimo compito di prevenzione del rischio idraulico.

Dopo anni di dibattiti e incontri, arriva alla presenza del vicecommissario per l’alluvione 2022 Stefano Babini e del dirigente del settore della protezione civile regionale Stefano Stefoni (che hanno analizzato e siglato alcune schede dell’accordo di programma) un primo documento che pone obiettivi e orizzonti, da ratificare da parte dell’assessorato regionale all’ambiente e protezione civile entro il mese di marzo. Le parole chiave sono: pianificazione, gestione, responsabilità e controllo. Perché ognuno deve fare la sua parte in questo percorso che non solo mira a prevenire nuove alluvioni o esondazioni di torrenti e fiumi, ma anche a valorizzare la risorsa ambientale.

Proprio in quest’ottica si muove la seconda parte del contratto di fiume: se una prima fase può finalmente partire in chiave operativa, la successiva può e deve iniziare con le nuove proposte da avanzare per un nuovo accordo di programma.

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Valli Misa Nevola, dal Contratto di fiume primo set di azioni da sottoporre alla Regione

Il fiume Misa a Senigallia, alto per le piogge e il maltempo
Il fiume Misa a Senigallia, alto per le piogge e il maltempo

Prime azioni per  il territorio del bacino Misa Nevola quelle votate il 22 febbraio nell’assemblea di Contratto di Fiume. A darne l’annuncio è il Comune di Senigallia che qualifica come «molto importante» il risultato ottenuto grazie ai contributi degli stakeholder locali, dei sindaci della vallata Misa-Nevola e al lavoro certosino svolto dalla segreteria del Contratto di Fiume.

Quest’ultima è composta dal prof. Maurizio Brocchini, dall’ing. Stefania Romagnoli, dalla dott.ssa Giovanna Darvini, dall’ing. Massimo Gennaro, dal T.d.P. Giorgio Sartini, con il supporto tecnico del geologo Endro Martini, del dott. Luca Barbadoro e della dott.ssa Caterina Dauria del progetto Adrion SmartRiver. 

Con queste azioni prioritarie inizia una nuova fase per il Contratto di Fiume che porterà, attraverso la discussione e la successiva compilazione delle schede tecniche predisposte dalla Regione Marche, a una proposta di accordo negoziato da far pervenire all’assessore regionale Stefano Aguzzi.

Oltre al confronto tra gli enti preposti e i portatori d’interesse, l’amministrazione comunale di Senigallia, capofila, sottolinea la bontà del progetto e si augura di «proseguire verso un secondo piano d’azione, magari supportato nuovamente dai progetti europei che hanno consentito a Senigallia di essere capofila di buone pratiche nel bacino Adriatico».

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