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Tag: Lorenza Zampa

Et incarnatus est, un autunno di visite guidate gratuite

Autunno tempo propizio per godersi l’arte e la storia di Senigallia e del suo ampio territorio dall’Adriatico all’Appennino, dal Cesano all’Esino con una visita ad ingresso gratuito alla Pinacoteca di Senigallia, nella centralissima piazza Garibaldi, aperta nei fine settimana.

Esperienza che si arricchisce ancora di più ogni domenica alle ore 17 grazie alla possibilità di ammirare con visita guidata gratuita “Et incarnatus est – Un itinerario per riscoprire il dono della vita” il grande evento espositivo giubilare della Diocesi senigalliese.

Il ricco percorso è incentrato sul tema della maternità, soggetto che le curatrici Elide Oro e Lorenza Zampa hanno scelto di indagare e raccontare attraverso tre fasi cruciali, dandone una lettura su due piani paralleli e riportando alla luce opere pittoriche e scultoree uniche, convogliate in Pinacoteca dall’interno territorio diocesano.
Per la prima volta, questo ampio ed eterogeneo patrimonio storico – artistico viene riunito ed esposto al pubblico in maniera inedita nelle grandi sale espositive di piazza Garibaldi, al Palazzo vescovile di Senigallia.

Ogni domenica, dunque alle ore 17, la visita guidata gratuita all’esposizione accompagnata da giovani esperti di storia dell’arte, e almeno una volta al mese proprio da una delle curatrici: come accaduto domenica 28 settembre con la dott.ssa Elide Oro e come accadrà nelle prossime occasioni. Ricordiamo che non occorre prenotazione, che la visita è in lingua italiana, fruibile sino a disponibilità dei posti.

La Pinacoteca di Senigallia è aperta sabato, domenica e festivi, in orario 9-12 / 16-19, con ingresso gratuito, sino al 6 gennaio 2026.

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Ultimi giorni a Senigallia per la mostra sugli orologi da tavolo e da torre legati a papa Pio IX

Continua ancora per pochi giorni la mostraIl tempo dei Papi. Antichi orologi della collezione di palazzo Mastai e l’orologio di Pio IX dal Torrino del Quirinale”. L’esposizione, inaugurata lo scorso giugno a palazzo Mastai, casa museo Pio IX, rimarrà aperta fino al prossimo 6 gennaio 2025 e si lega al ritorno di quattro preziosi orologi antichi appartenuti a papa Pio IX nel periodo del suo lungo pontificato. Ne parliamo con l’operatrice museale Lorenza Zampa, già intervistata in occasione dell’apertura della mostra. L’audio servizio sarà disponibile grazie al lettore multimediale in questo articolo ma sarà in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) lunedì 30 e martedì 31 dicembre alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 5 gennaio a partire dalle ore 16:50.

Com’è andata in questi sei mesi? È tempo di bilanci…
Posso esprimere a nome di tutta la diocesi la piena soddisfazione per il risultato e per il successo che questa piccola mostra ha riscontrato, sia tra i senigalliesi che tra i turisti. La mostra già di per sé ha costituito l’evento, nel senso che è stata veramente di richiamo anche per chi già conosceva il museo. Abbiamo visto che c’è un grande interesse per la materia, con persone da ogni parte d’Italia. Già la serata inaugurale è stata molto partecipata, quindi abbiamo iniziato veramente nel migliore dei modi e in questi mesi le presenze qui al museo sono continuamente aumentate.

C’è un profilo del turista “medio” venuto qui a palazzo Mastai?
A parte i tanti turisti d’estate, abbiamo avuto anche visitatori argentini o irlandesi nel periodo settembre-ottobre, tanti appassionati di orologeria, recentemente abbiamo ospitato alcune associazioni del territorio, oltre a istituti scolastici che sono quelli che hanno dimostrato maggiore interesse per questa nostra iniziativa culturale così prolungata nel tempo. Poi l’Archeoclub di Senigallia, l’associazione Andos, tante realtà con cui abbiamo fatto visite guidate molto interessanti e approfondimenti. Abbiamo visto che anche tra i giovani c’è stato un grande interesse, anche i bambini, le famiglie, quindi è stata veramente una grande partecipazione. 

Che cosa possiamo vedere in mostra? 
Il percorso della mostra è abbastanza articolato perché appena si entra e si accede alle due rampe di scale che permettono di arrivare al piano nobile si vedono subito degli esempi di meccanismi di orologi da torre, quindi si viene introdotti un po’ alla volta in questo percorso e c’è addirittura un orologio a foliot che è uno dei meccanismi più elementari in uso dal Medioevo. Ad arricchire ulteriormente il percorso di visita nel museo e all’interno della mostra c’è il pezzo forte che troneggia al centro del salone d’onore, è il meccanismo dell’orologio del torrino del palazzo del Quirinale che all’epoca di Pio IX era la residenza ufficiale dei papi. Si tratta di un orologio a pendolo abbastanza monumentale con un sistema di ruote dentate, pesi, contrappesi, quindi è interessante anche per chi se ne intende di meccanica poter visionare questo meccanismo che fu voluto da Pio IX nel 1858 e rimase in uso fino al 1961. E poi, attorno a questo meccanismo, ci sono quattro pregevoli esempi di orologi da tavolo o parigine, orologi realizzati in vari materiali, ottone dorato, bronzo dorato, legno intagliato, sono tutti orologi che Pio IX ha collezionato nel corso del suo lungo pontificato e sono anche orologi che testimoniano il suo raffinato ed eclettico gusto artistico.

Hanno ancora un valore?
Indubbiamente sì, tutto ciò che è legato a papa Pio IX ha valore. Questi sono tutti orologi tornati recentemente da un restauro molto consistente, ma comunque sono sempre stati qui a palazzo Mastai. Sappiamo che sono stati collezionati dal papa. Inoltre Pio IX ha attuato una rivoluzione importante tra le altre, quella di modificare la computazione del tempo, introducendo la misurazione delle ore che è in uso ancora oggi, l’ora cosiddetta astronomica o alla francese con il calcolo delle ore attuali, quindi la giornata suddivisa in 24 ore che si calcolano dalla mezzanotte alla mezzanotte. Prima di questo sistema vigeva il sistema all’italiana cosiddetto, che era più impreciso perché la giornata era suddivisa sempre in 24 ore, però il nuovo giorno cominciava un’ora dopo il tramonto. Tutto questo era chiaramente soggetto alla variazione delle stagioni, poteva andare bene in tempi in cui non c’era l’elettricità, ancora si era principalmente dediti alle attività agricole, però avviandosi invece nel XIX secolo, verso la modernizzazione.

Cosa bisogna fare per visitare l’esposizione a palazzo Mastai?
In generale è consigliata la prenotazione solo per i gruppi numerosi. I contatti sul sito della Diocesi e sulle pagine social. L’ingresso è gratuito. Gli orari e i giorni sono questi: dal lunedì al giovedì l’orario è 9-14. Il venerdì e il sabato invece l’orario è pomeridiano dalle 15 alle 20. Sabato 4, domenica 5 e lunedì 6 gennaio saranno garantite aperture straordinarie. In particolare sabato 4 gennaio il museo sarà aperto la mattina ore 9-12 e il pomeriggio 15-20. Domenica 5 e lunedì 6 gennaio la mattina 9-12 e il pomeriggio 16-19. Ulteriore novità: è disponibile una piccola pubblicazione che sarà disponibile sia qua a palazzo Mastai che in libreria. Una pubblicazione, un piccolo quaderno come ne erano usciti anche con l’esposizione “Omaggio a Perugino. Misericordiae Vultus”, contenente schede curate dalla restauratrice, la professoressa Raffaella Marotti dell’Università di Urbino che assieme ad una sua collaboratrice la professoressa Laura Valentini hanno curato le varie indagini diagnostiche e proprio il restauro di questi preziosissimi manufatti.

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In mostra a palazzo Mastai a Senigallia gli orologi da tavolo e da torre legati a papa Pio IX – L’INTERVISTA

Lorenza Zampa, la guida della mostra “Il tempo dei papi” allestita a Palazzo Mastai a Senigallia

E’ stata inaugurata lo scorso 27 giugno e rimarrà fruibile, a ingresso gratuito, fino al 6 gennaio 2025 la nuova mostra dal titolo “Il tempo dei papi. Antichi orologi della collezione di Palazzo Mastai e l’orologio di Pio IX dal Torrino del Quirinale” e allestita a Palazzo Mastai – Casa Museo Pio IX. L’evento nasce dal ritorno nella sede espositiva, dopo un restauro lungo circa tre anni, di quattro orologi antichi da tavolo appartenuti a Papa Pio IX nel periodo del suo lungo pontificato. Della mostra e di tutto ciò che ruota attorno all’ultima iniziativa promossa dalla Diocesi di Senigallia abbiamo parlato con Lorenza Zampa, operatrice museale di palazzo Mastai e della pinacoteca diocesana. L’intervista andrà in onda venerdì 26 luglio alle ore 13:10 e alle ore 20; sabato 27 negli stessi orari e infine domenica 28 a partire dalle ore 16:50, la terza di tre interessanti interviste tutte da riascoltarsi per quanti se le fossero perse. Chi vorrà potrà proseguire con la lettura ma l’audio integrale della chiacchierata è disponibile anche cliccando il tasto play del lettore multimediale.

Cosa si può vedere in questa mostra?
Il percorso è articolato con alcuni meccanismi di orologi da torre esposti sulla scalinata di accesso al piano nobile di casa Mastai che quindi vanno ad arricchire i pezzi in mostra, mentre è stato allestito nel salone d’onore il grosso dell’esposizione, il monumentale meccanismo di orologio del Torrino del Quirinale. Si tratta del meccanismo che proprio il pontefice senigalliese fece installare nel 1858 nell’allora residenza dei papi, oggi sede della presidenza della Repubblica. Un orologio a pendolo con ruote dentate e un sistema di pesi e contrappesi in uso fino al 1961. A contornare il perimetro della sala ci sono quattro pregevoli esempi di orologi da tavolo, o parigine, realizzati in vari materiali che esprimono il gusto artistico di Pio IX. C’è anche un orologio a cucù in legno intagliato oppure un altro con l’effigie del pontefice.

Erano oggetto di donazioni o collezionismo?
Sappiamo che sono stati collezionati dal papa e che sono sempre stati qui a palazzo Mastai ma da tempo non erano fruibili per un lungo restauro. Pio IX diede avvio a una vera e propria rivoluzione nel computo del tempo per gli Stati romani: il passaggio dalle ore italiche alle ore francesi, quelle da noi oggi correntemente usate.

Cioè?
La giornata era sempre suddivisa in 24 ore, ma nel sistema francese il nuovo giorno iniziava a mezzanotte, mentre in quello all’italiana scattava un’ora dopo il tramonto, quindi era più impreciso e soggetto alla variazione delle stagioni. Poteva andare bene in periodi contraddistinti dalle operazioni agricole, ma non ai tempi moderni, più frenetici. Con l’orologio del Torrino del Quirinale diede proprio il via a questa rivoluzione che non venne inizialmente ben accolta, ingenerando confusione.

Hanno ancora valore questi oggetti?
Indubbiamente si. Anche se non sono funzionanti nei meccanismi, hanno un valore economico, estetico, storico, anche per il legame con Pio IX, personaggio importante per la storia di questo paese pur tra le travagliate vicende. In uno compare un papa un po’ austero nonostante i suoi dipinti lo ritraggano sempre con un abbozzo di sorriso. Una di queste parigine porta la firma di un famoso orologiaio parigino, Honoré César Pons (1773-1851), come scoperto durante il restauro dalla d.ssa Raffaella Marotti dell’Università degli studi di Urbino. Un valore aggiunto a questi oggetti dalla qualità artistica indiscussa.

Qual è la loro datazione storica?
Più o meno sono dello stesso arco temporale, della metà del 19esimo secolo, ci sono vari elementi che ci portano a comprendere la datazione, ma lascio la sorpresa a quanti verranno in visita.

Hai accennato a un aneddoto…
Sì, il meccanismo del torrino del Quirinale venne trafugato qualche anno fa dai depositi a Roma e successivamente ritrovato grazie alle indagini del nucleo dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Rischiava di essere venduto in maniera illecita nel mercato dell’antiquariato.

Sono in programma altre iniziative legate alla mostra?
C’è già un buon interesse di senigalliesi e turisti per questa mostra, con visitatori anche da Argentina e Irlanda. Faremo un mini catalogo, parte di una raccolta di quaderni sulle esposizioni diocesane, con schede di restauro e saggi che riguardano il lavoro sugli oggetti esposti in queste mostre. Ci sarà una presentazione non appena sarà pronta la pubblicazione, ma anche altri eventi collaterali, convegni e incontri sul tema dell’orologeria e del tempo, sempre molto affascinante.

L’esposizione è visitabile tutti i giorni feriali in via Mastai, 14 a Senigallia, a Palazzo Mastai – Casa Museo Pio IX, sempre a ingresso gratuito. Dal lunedì al giovedì l’orario è 9-14; il venerdì e il sabato l’orario è pomeridiano dalle 15 alle 20 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura). 

Altre informazioni: www.diocesisenigallia.itwww.pionono.it – tel. 071.60649 – 071.7920709.

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Notte europea dei musei 2024, aperta anche la pinacoteca diocesana di Senigallia – INTERVISTA AUDIO

Pinacoteca diocesana, palazzo vescovile, curia, Diocesi di Senigallia

Sabato 18 maggio è la notte europea dei musei, iniziativa patrocinata dal Consiglio d’Europa e dall’Unesco per promuovere la conoscenza del patrimonio e dell’identità nazionale ed europea. All’evento aderisce anche la diocesi di Senigallia che aprirà dalle ore 21 alle 24 la pinacoteca diocesana in piazza Garibaldi. Così abbiamo deciso di intervistare Lorenza Zampa che da anni svolge il ruolo di operatrice culturale al suo interno dedicandosi proprio alle visite guidate di ogni età. L’intervista è in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) oggi, venerdì 17 maggio, e domani, sabato 18, alle ore 13:10 e alle 20, con replica anche domenica 19 a partire dalle 17 circa. Sarà possibile ascoltarla anche cliccando il tasto play del lettore multimediale, mentre sotto troverete la versione testuale. Buon ascolto!

Chi viene in pinacoteca? Chi è il visitatore abituale?
Ci sono un po’ tutte le fasce di età, ma principalmente lavoriamo con gli adulti e con le scuole. Questo è molto bello perché ci permette di entrare in contatto con un pubblico che solitamente non è quello tipico dei musei di arte sacra. L’anno scorso, con l’omaggio al Perugino, in occasione del cinquecentenario della morte, abbiamo avuto un boom di visitatori, ma in generale il grosso del pubblico è durante i mesi estivi, grazie al turismo. E sono molte quelle che tornano.

Quali opere ci sono da vedere in pinacoteca e quali altre iniziative organizzate?
C’è un’esposizione permanente con opere che vanno dal 1300 a metà ottocento, una ricchezza anche temporale perché si abbracciano 5-600 anni. Si va dalle opere pittoriche, anche di nomi importanti come Barocci, Ramazzani, Perugino o Anastasi, fino a sculture lignee e ai paramenti sacri (calici, ostensori, pissidi ma anche le vesti), busti o reliquiari preziosi. C’è anche una parte di arredamento originale dell’appartamento dei vescovi. Cerchiamo di ravvivare l’offerta con laboratori di restauro o pittura, incontri, concerti di musica sacra con cori, persino cacce al tesoro con le classi di bambini, mostre temporanee e focus su temi specifici. L’obiettivo è quello di fornire sempre nuovi spunti e nuove prospettive per approfondire meglio le opere che magari possono essere anche già state viste. Abbiamo ospitato anche le opere delle chiese terremotate.

Com’è strutturato il percorso?
C’è una prima sala molto ampia che solitamente contiene dipinti di grandi dimensioni e che ha ospitato le pale d’altare delle chiese terremotate del 2016. Poi tra le altre 13 sale, alcune più grandi altre più intime, c’è anche una galleria pompeiana che separava l’ala giorno con quella notte, finemente decorata con l’effetto del trompe l’oeil su pareti e soffitto.

Per la notte dei musei cosa proponete?
A volte mostriamo una sola parte, un percorso tematico, altre volte una selezione delle opere perché è impossibile presentarle tutte. Quest’anno faremo una sorta di ripasso, un percorso generale di riscoperta delle opere contenute in pinacoteca. Saremo aperti dalle 21 a mezzanotte, faremo due turni di visita, alle 21:30 e alle 22:30 e il percorso durerà circa un’oretta. Come sempre sarà gratuito e non c’è obbligo di prenotazione.

Quali progetti futuri?
Per palazzo Mastai aprirà per l’estate una mostra sugli orologi dei papi, un’esposizione curiosa con un prestito anche dal Quirinale. Per la pinacoteca stiamo valutando alcune ipotesi tra cui un percorso su un pittore di Senigallia, Anastasi, che forse si conosce ancora poco e una serie di incontri sul Barocci. Poi ci saranno anche iniziative per il Giubileo del 2025, ma non vogliamo svelare nulla.

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