La Caritas parrocchiale di Montignano coglie l’occasione per ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile lo svolgersi della XV edizione di ‘Un anziano per amico’, serata all’aperto che ha ripreso il percorso interrotto dalla pandemia, vissuta all’insegna della serenità e del sorriso. Tantissime le persone che hanno raggiunto la piazzetta dietro la chiesa parrocchiale.
Presenti tra il pubblico, oltre al parroco don Andrea Franceschini e don Diodonnè , rappresentanti della Caritas diocesana, l’assessore alle frazioni Gabriele Cameruccio. Il Gruppo teatrale ringrazia sentitamente tutti per il caloroso sostegno. Un grande ringraziamento va a tutti gli attori che studiando con passione, hanno messo in scena con grande professionalità, le scenette scritte da Antonella Brugiatelli.
Quatttro nuovi attori si sono uniti e messi in gioco, con molta simpatia, bravura e disponibilità, all’ormai collaudato gruppo: Giancarlo Parasecoli, Luisa Frezza, Gerardo Giorgini, Adriana Galeazzi. Ancora grazie agli attori di sempre: Marisa Rossini, Luciana Tranquilli, Elio Mancinelli, Rolanda Brugiatelli , Graziella Domenichetti, Angela Renzi, Filippo Paolasini. Grazie alla regista Maria Luisa Giambartolomei, alla brillante e spigliata presentatrice Rosella Catalani.
Ovviamente per la realizzazione della serata sono state tantissime le persone che hanno lavorato e che raggruppiamo nella “commissione fatiga”, anche a loro un grande ringraziamento come anche all’associazione promotrice Montignanese, a chi si è occupato delle luci, del trucco, delle riprese e del rinfresco finale! Insomma una serata vissuta all’insegna del divertimento e della collaborazione.
Il centro “Un anziano per amico” è aperto tutti i martedì dalle ore 16.30 alle ore 19.00. Il Centro d’Ascolto di Montignano “Sulle orme della carità e dell’Amore” è aperto il 1° e il 3° Sabato di ogni mese dalle ore 10.00 alle ore 12.00.
Un’edizione di ‘Un anziano per amico’ di qualche anno fa
La Caritas di Montignano, dopo due anni di stop dovuto alla pandemia, torna a proporre la serata ‘Un anziano per amico’, con teatro dialettale, per tornare a vivere la gioia di stare insieme, per ridere e far ridere vivendo una serata originale il venerdì12 agosto 2022, alle ore 21.15, nei giardini parrocchiali di Montignano. L’ingresso è gratuito.
L’Associazione Musica Antica e Contemporanea, la Parrocchia S. Giovanni Battista di Montignano in collaborazione con il MUSICA NUOVA FESTIVAL XXXI edizione 2022, organizzano, in occasione della Festa per S. Giovanni Battista, il concerto ““…tra Riflessioni e Melodie” venerdì 24 giugno 2021 alle ore 21.00 presso la Chiesa S. Giovanni Battista di Montignano.L’evento sarà preceduto dalla S. Messa alle ore 20.00, presieduta dal Vescovo Franco Manenti .
Il concerto prevede la partecipazione del Nuovo Ensemble Cameristico formato da Lucia Coacci, Francesca Landi – violini, Roberta Tempesta – viola, Linda Peroni – violoncello, Elisa Bellavia – pianoforte, il Coro S. Giovanni Battista, Direttore Roberta Silvestrini.
Il programma s’incentra sulle più belle riflessioni di Madre Teresa di Calcutta, di cui ricorre il 25° anno dalla sua morte, e su alcune delle più belle melodie del Maestro Ennio Morriconescomparso due anni fà; dunque un connubio di parole e musica, di epigrammi e melodie.
Laici che si mettono in gioco per il Sinodo. Tra questi, Paolo Carletti, dell’Unità pastorale ‘Emmaus’ (Marzocca e Montignano) che abbiamo raggiunto per farci raccontare come questa grande mobilitazione ecclesiale raggiunge anche le nostre realtà.
Come si vive nella vostra unità pastorale il sinodo, come è stata accolta questa proposta che mobilita dal basso la chiesa?
Ad essere sinceri, nella nostra unità pastorale, sicuramente complice anche il periodo pandemico che stiamo vivendo, non c’è ancora un vero e proprio clima sinodale. Siamo appena al secondo incontro, è vero, ma non si respira ancora quel clima di attesa che ti aspetteresti. Le difficoltà ad incontrarsi sono state tante tra le aperture e chiusure che si sono succedute. Peccato perché l’accoglienza di questa proposta è stata buona. Al nostro primo incontro, avvenuto il 4 novembre scorso, c’erano oltre cinquanta partecipanti guidati da dieci facilitatori della parrocchia. Ricordo bene il clima che si è respirato, è stato un momento di grande amicizia ed apertura dove tutti si sono messi in gioco, senza temere di aprirsi e donare agli altri qualcosa di se. I piccoli gruppi evidentemente hanno funzionato ed il sistema della condivisione personale è stato accolto bene da tutti. Nel mio gruppo, in particolare, mi ha sorpreso uno dei partecipanti che, senza essere stato invitato a farlo, nel secondo incontro ha distribuito a tutti una sorta di riassunto degli interventi ascoltati, che a suo dire lo avevano colpito molto. Nel secondo incontro c’è stato un piccolo calo dei numeri, ma chi è intervenuto è sembrato davvero interessato e propenso a continuare il cammino intrapreso e questo mi lascia ben sperare.
Cosa chiedono maggiormente le persone alla parrocchia, cosa si aspettano maggiormente da una comunità cristiana?
Difficile rispondere a questa domanda. Io credo che fondamentalmente le persone chiedono occasioni, opportunità di incontrarsi, di stare insieme, aiuto nelle difficoltà. Dico questo perché poi, dopo una qualsiasi delle iniziative messe in campo nella nostra Unità pastorale, vedo sempre visi gioiosi, soddisfatti, desiderosi di ripetere l’esperienza. Siamo tanti, tutti diversi, ognuno con delle aspettative ed è per questo che la proposta deve essere il più possibile ampia. A forsa di sentirselo dire, credo che alla fine ci stiamo credendo un po’ tutti: la parrocchia è una famiglia di famiglie. Allora come in ogni famiglia, al suo interno ci sarà l’educatore, quello con il pallino per le escursioni, quello con il pollice verde e quello portato per i lavori manuali. Quello che adora i momenti conviviali della cucina e quello che è più propenso al momento spirituale. Certo è una gran fatica ma forse è proprio questo che la gente si aspetta dalla parrocchia, un angolo che lo corrisponda in cui ritrovarsi per stare bene.
Avete in programma alcune iniziative per le persone che vivono nel vostro territorio?
Sicuramente non è questo un buon momento per le iniziative che prevedono lo stare insieme, ma in vista del miglioramento della situazione sanitaria stiamo già cominciando a parlare del campo famiglie estivo. Un momento molto importante questo per la nostra Unità pastorale, che in questi ultimi anni ha certamente contribuito a consolidare amicizie e a farne fiorire di nuove. Non solo, conoscersi meglio, stare insieme, ha fatto si che persone nuove cominciassero a frequentare assiduamente la parrocchia. C’è poi l’ iniziativa “Un anziamo per amico”, un momento di vicinanza alle persone anziane che si è bloccato con l’inizio della pandemia e che non vede l’ora di riaprire le attività. Le iniziative che invece non hanno avuto flessioni, ma che al contrario si sono consolidate, sono sicuramente quelle benefiche, segno evidente di un’ attenzione ai meno fortunati. Alle varie raccolte cibo ed ai versamenti della social caritas le persone hanno risposto molto generosamente. Nel nostro territorio poi ci sono un paio di esercizi pubblici che si sono offerti di donare alla parrocchia l’invenduto alimentare del giorno. A turno, un gruppo di volontari raccoglie il cibo e lo consegna alle famiglie bisognose del luogo.
Cosa vi aspettate dal sinodo, quali cambiamenti più urgenti dovrebbe vivere la chiesa cattolica?
Ancora una volta papa Francesco mi ha stupito con la sua umiltà. Perché cos’è il sinodo se non un profondo atto di umiltà della chiesa? In un momento di evidente difficoltà viene chiesto aiuto dal basso. Proprio così, anche a me che sono “uno di questi piccoli”. Questo mi aspetto quindi, che tutti capiscano a fondo la grande opportunità che ci viene data e l’importanza di far sentire la propria voce. Non so dove il cammino sinodale ci porterà, non so cosa emergerà e dove il popolo di Dio chiederà di andare. Quello che sento forte in questo momento però è il desiderio mio e di tutti di una svolta, di un cambiamento. Basta con la nostalgia per il passato, per quando le chiese erano piene. E soprattutto basta con ‘abbiamo fatto sempre così’. Nessuno ha la ricetta in tasca e per questo credo che l’ unica soluzione sia sperimentare nuove vie. Ieri sera a messa, l’anziano sacerdote che sostituiva il nostro parroco e celebrava, ha detto: fra dieci anni in diocesi rimarrano trenta sacerdoti. Spero che una previsione così pessimistica non si realizzi ma è sotto gli occhi di tutti in ogni caso che il numero dei sacerdoti è in continua diminuzione. Una delle nuove vie da sperimentare secondo me quindi, è una maggiore apertura ai laici, ed in particolare sempre più alle donne. Credo che siano passati quindici anni o più da quando in un consiglio pastorale per la prima volta ho sentito parlare del tema proposto da Enzo Bianchi “comunione e corresponsabilità”. Credo che da allora di strada in quella direzione se ne sia fatta ben poca.
La scuola è cominciata, ma l’edilizia scolastica è ancora un tema aperto. Secondo l’Amministrazione Olivetti sono tre le criticità principali, una pesante eredità pesante con la quale fare i conti.
La scuola della frazione senigalliese di Montignano
Montignano
La prima grana è quella aggravatasi recentemente e riguarda il plesso Pieroni di Montignano. Proprio pochi giorni prima della campanella si è accentuata una problematica relativa ad alcune crepe già presenti nell’edificio che ospita sia le classi della primaria che le sezioni della scuola dell’infanzia. Il rapido peggioramento delle fessure ha costretto il sindaco Massimo Olivetti, l’assessore all’istruzione Riccardo Pizzi e il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Senigallia Sud-Belardi Luca Testa a riorganizzare i servizi scolastici e a trasferire gli alunni redistribuendoli nei plessi Belardi, Don Milani e De Amicis, tutti a Marzocca. Una scelta forzata che ha posto alla ribalta nuovamente il tema della vetustà delle scuole senigalliesi.
«Abbiamo affidato a un professionista il compito di redigere una nuova valutazione sulla vulnerabilità sismica della scuola di Montignano – ha spiegato il sindaco Massimo Olivetti – che probabilmente non sarà pronta prima di fine anno». Lunedì prossimo, 4 ottobre, ci sarà il sopralluogo tecnico ma la tempistica non sarà breve: credo che sarà possibile conoscere solo verso dicembre il da farsi per risolvere la situazione di Montignano». Se si dovessero programmare dei lavori è chiaro che i tempi di un rientro alla Pieroni si allungherebbero: tra progettazione, ricerca dei finanziamenti, bando pubblico per l’affidamento e svolgimento dell’intervento sull’edificio si arriverebbe oltre il 2022. Importante sarà a questo punto intercettare risorse sovracomunali per poter trovare la giusta copertura e dare avvio a tutto l’iter». In un incontro con i genitori dei bambini interessati, preoccupati per la possibile chiusura definitiva, la Giunta ha chiarito che il recupero della scuola di Montignano è stato previsto nel 2023 con un impegno di spesaper3,85milionidieuro,approvatocon delibera di giunta n. 106 del 27 aprile 2021.
Cesanella
Altronododell’ediliziascolasticasenigalliese è quello relativo alla scuola dell’infanzia di largo Michelangelo, alla Cesanella. «In questo caso c’è già un progetto che ha permesso di ottenere un importante finanziamento ministeriale» spiega ancora il primo cittadino. Complessivamente arriveranno 2,95 milioni di euro, mentre il Comune accenderà un mutuo per ulteriori 575 mila euro. Nel plesso che conta oltre 35 anni di onorato servizio, dove sono passate generazioni di bambini oggi adulti senza che poco o nulla venisse cambiato, nascerà un importante polo educativo per la fascia 0-6 anni. L’intervento potrà iniziare solo a partire dal 2022, dato che manca ancora la progettazione esecutiva: prevede non solo la riorganizzazione dell’offerta didattica ma anche e soprattutto la risistemazione dell’edificio che presenta problemi anche alla copertura, così come all’impiantistica, tanto che, negli anni, si sono verificati numerosi guasti e disagi a bambini e personale scolastico.
Senigallia città
Capitolo a parte merita la scuola primaria Mario Puccini di Senigallia, zona Vivere Verde. Uno dei due palazzi che compongono la scuola – quello sul lato ovest, verso il parco della Pace – è stato ristrutturato completamente e restituito alla comunità nel gennaio 2017 grazie a oltre 1,5 milioni di euro tra fondi regionali e comunali; rimane da sistemare la palazzina est, quella verso la statale Adriatica. Attualmente è chiusa, gli alunni sono stati trasferiti già da fine 2013 nella secondaria di primo grado Mercantini e dal 2018 si parla di demolizione dell’ala ovest della Puccini a causa delle importanti criticità dello stabile che rendono più difficoltoso metterlo a norma che demolirlo.
Rimanendo sempre a parlare dell’istituto comprensivo Senigallia nord-Giacomelli, la giunta vuole ragionare anche del futuro della secondaria Luigi Mercantini, sopra citata. La scuola è ospitata nei locali del seminario vescovile di via Cellini, di proprietà della Curia, per cui il Comune da decenni paga un affitto oneroso di oltre 110 mila euro l’anno. «Vorremmo ipotizzare un suo trasferimento ma al momento non esiste né un piano, né tantomeno un progetto concreto» ammette il sindaco.
Quello che è invece concreto è il progetto relativo al trasferimento della scuola Marchetti sede dell’istituto comprensivo omonimo attualmente in via dei Gerani. L’ipotesi di vedere la costruzione inserita 700 metri più a sud nel contesto della cittadella dello sport, tra la piscina Saline e il pattinodromo Stefanelli, prenderà corpo solo nel 2023, imprevisti permettendo. Del progetto è stata informata anche la nuova dirigente scolastica Paola filipponi che ha preso servizio nella nuova realtà lo scorso 1 settembre.
Carlo Leone
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