SENIGALLIA – Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali 2025, il dibattito politico si accende e il Movimento 5 Stelle presenta la sua visione per le Marche. In un’intervista esclusiva a Radio Duomo Senigallia InBlu, la candidata Daniela Pieragostini ha toccato alcuni dei temi a suo dire cruciali per la definizione del futuro della regione Marche: istruzione, sanità, lavoro, turismo e ambiente. L’intervista, in onda lunedì 15 settembre alle ore 13:10 e alle ore 20 su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM), è disponibile anche in quest’articolo grazie al lettore multimediale.
Scuola: la sfida educativa
Il primo tema affrontato è la scuola, settore che di fatto simboleggia un po’ la sfida educativa che oggi è sotto gli occhi a tutti. Pieragostini ha ricordato i cospicui investimenti del Governo Conte e criticato l’atteggiamento muscolare del ministro dell’istruzione Valditara, sottolineando come la soluzione ai problemi attuali non risieda nei divieti, ma nell’educazione e in quel “patto” con le famiglie. «Il divieto dell’uso dello smartphone a scuola non è la soluzione ideale – ha affermato – la questione è educare all’utilizzo della tecnologia e del digitale, a partire dalla sinergia tra scuola e famiglia».
Sanità: la vera battaglia
La sanità, ha sottolineato la candidata, è il fulcro della sfida elettorale. La proposta del candidato presidente Matteo Ricci e dell’alleanza di centrosinistra, a cui il Movimento 5 Stelle dà il proprio supporto, è quella di destinare il 7% del PIL alla sanità: «un obiettivo concreto», spiega, raggiungibile solo dirottando le risorse dagli armamenti. La candidata ha identificato i problemi più urgenti: le lunghe liste d’attesa e la carenza di personale. A suo avviso, il personale medico e infermieristico è sovraccaricato e numericamente sottodimensionato, un problema che l’attuale amministrazione regionale non è riuscita a risolvere. Altro deficit del centrodestra è, secondo Pieragostini, la mancata gestione dei fondi PNRR che sta comportando il forte rischio per la realizzazione di alcuni progetti come la casa della comunità a Corinaldo.
Lavoro e turismi
L’intervista si è spostata sul lavoro, con un focus sulla qualità dell’occupazione. Pieragostini ha criticato la lettura parziale dei dati sull’occupazione, sottolineando la diffusione di lavori precari e con salari bassi. Ha sostenuto l’introduzione del salario minimo regionale, che secondo lei è un passo non solo possibile, ma «doveroso» per evitare la fuga dei giovani qualificati dalla regione. Per quanto riguarda il turismo, la candidata ha proposto una visione olistica per le Marche, da lei paragonate a «un piatto con ingredienti di altissima qualità, ma assemblato in maniera improvvisata». La soluzione, a suo parere, non sta solo nel turismo balneare, ma nell’integrazione con gli altri turismi, restituendo opportunità alle aree interne e in un sistema che offra opportunità tutto l’anno. L’appello al voto è rivolto in particolare ai delusi dalla politica, a superare il disincanto del «tanto sono tutti uguali» e a votare per un cambiamento per le Marche, costruito sulla fiducia, sulla competenza e sulla valorizzazione del bene comune.
Dai cinque referendum (con appello al voto e 5 sì) alle elezioni regionali e comunali, dalle questioni economiche ai problemi legati all’alluvione fino alla riorganizzazione del MoVimento 5 Stelle nella vallata Misa e Nevola e sulla costa da Senigallia a Falconara. E’ un’intervista a tutto campo quella che abbiamo realizzato a Gabriele Gigli, referente del gruppo territoriale Valmisa del M5S. L’intervista è andata in onda mercoledì 4 e giovedì 5 giugno alle ore 13:10 e alle ore 20, ma non lo sarà domenica, nel consueto appuntamento con le repliche delle tre interviste settimanali, per l’ovvio silenzio stampa dato il voto di domenica 8 e lunedì 9 per i cinque quesiti referendari su lavoro e cittadinanza. Ma l’audio ve lo proponiamo anche qui grazie al lettore multimediale che accompagna questo articolo.
Il ritorno sulla scena locale del MoVimento 5 Stelle
Gigli ha sottolineato la profonda trasformazione che il MoVimento – in costante evoluzione – ha affrontato in questo periodo, non rimanendo “pietrificato” ma adattandosi alle sfide attuali. Questa riorganizzazione ha portato il MoVimento a non partecipare a tutte le elezioni, ma a scegliere di farlo quando il suo contributo può essere realmente utile alla cittadinanza. La riorganizzazione ha portato a un gruppo territoriale, quello della Valmisa, che comprende i comuni di Senigallia, Montemarciano, Chiaravalle, Falconara, Trecastelli, Ostra, Corinaldo e Monte San Vito.
Temi centrali per il MoVimento 5 Stelle
Il gruppo territoriale Valmisa si sta concentrando su temi “storici” per il MoVimento 5 Stelle, dall’ambiente all’alluvione, dalla sicurezza del territorio alle problematiche sociali, dal lavoro alla questione abitativa, fino ai servizi (come la sanità). L’obiettivo è portare la voce dei cittadini all’interno delle istituzioni, con circa 60 attivisti impegnati in prima linea in rappresentanza di centinaia e centinaia di elettori che chiedono soluzioni concrete sui focus annunciati.
Gabriele Gigli, referente del gruppo territoriale Valmisa del Movimento 5 Stelle
Elezioni regionali e comunali: il “campo largo” a Senigallia e Valmisa
Il MoVimento 5 Stelle sta guardando al modello delle coalizioni di “campo largo” che recentemente hanno avuto successo in città come Genova e Ravenna. L’obiettivo non è vincere contro qualcuno, ma condividere un programma con altre forze politiche per il bene della città. Esistono già convergenze programmatiche per esempio con “Dipende da Noi” a livello regionale, pur mantenendo le proprie specificità. Ma il percorso di avvicinamento e di costruzione programmatica è già avviato anche per Senigallia, in vista delle elezioni della primavera 2026, con tutte le forze politiche progressiste, anche se tutti guardano con interesse al dialogo con il Partito Democratico.
L’appello al voto sui referendum
Non poteva mancare uno spazio ai referendum dell’8 e 9 giugno. Il referente del gruppo Valmisa ha lanciato un forte appello al voto, quindi contro la scelta di chi si astiene o, peggio, di chi va al seggio senza ritirare la scheda. Gabriele Gigli ha sottolineato l’importanza del referendum come uno dei pochi strumenti di democrazia diretta incisiva a disposizione dei cittadini e ha invitato a votare “sì” per reintrodurre maggiori tutele nel mondo del lavoro e affrontare le problematiche legate alla precarietà. A livello nazionale il MoVimento 5 Stelle lascia libertà di coscienza sul quesito relativo alla cittadinanza.
Quale futuro si staglia all’orizzonte per il Movimento 5 Stelle che ha di fatto defenestrato il fondatore Beppe Grillo con il voto degli iscritti (ripetuto e incrementato nei voti)? Quale percorso dopo l’assemblea costituente che si è recentemente conclusa a Roma? E quali ripercussioni strategiche anche nelle Marche dove finora si è registrata una proficua collaborazione con il Partito Democratico? Di tutto questo abbiamo parlato con Sergio Romagnoli, che oltre a essere stato un senatore pentastellato, è attualmente coordinatore provinciale del Movimento 5 Stelle per la provincia di Ancona. L’intervista è andata in onda già venerdì 27 dicembre e lo sarà nuovamente sabato 28, alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 29 alle ore 16:50 (la terza di tre inteviste), sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM). Sarà possibile ascoltarla anche cliccando sul tasto “riproduci” del lettore multimediale presente in questo articolo. Data però la bassa qualità dell’audio in alcuni punti, purtroppo legata a problemi tecnici, abbiamo deciso quindi di accompagnarlo anche con il testo integrale dell’intervista.
Cerchiamo di fare una panoramica di quello che sta succedendo all’interno del Movimento 5 Stelle e una panoramica anche di quelle che sono le prospettive future per il Movimento nell’ambito della politica italiana e del suo posizionamento nello scacchiere nazionale. Partiamo dagli ultimi avvenimenti, quello del referendum, con il voto quasi plebiscitario, insomma, contro il fondatore Grillo e soprattutto con la predisposizione degli elettori verso questa nuova pagina che si apre per il Movimento 5 Stelle. Lei fa riferimento a Nova, l’evento che si è svolto a Roma: ci tengo particolarmente a dire che non era un sondaggio contro Beppe Grillo, nel modo più assoluto. E’ stata una riunione fatta dalla base di tutti gli attivisti d’Italia, una partecipazione incredibile di tante persone, di tanti attivisti, che hanno creato una costituente per ripartire con nuovo slancio nel Movimento, rivedendo quelle che erano le fondamenta dei 5 Stelle. Tra queste c’erano dei principi, secondo tante persone «fondamentali per il Movimento 5 Stelle, quello che caratterizza da tempo il Movimento 5 Stelle», ma che servivano all’inizio per dare una spallata al sistema. Io ho appoggiato pienamente il Movimento di Grillo perché in quel momento si arriva a dare una spallata, poi è servito Conte per strutturarsi, per cambiare le terminologie, i modi e l’organizzazione. La costituente è andata a decidere di nuovo tutti i parametri. Siamo comunque coerenti con la politica sana, onesta, trasparente, fatta per i cittadini, senza interessi, senza nessun condannato, restituendo i soldi come abbiamo sempre fatto e tutto quanto così, però, per esempio, rivediamo il discorso dei mandati, piuttosto che il garante può decidere di ripetere la votazione, pur riconoscendo il ruolo. Io sono assolutamente affezionato a Grillo e a tutto quello che ha fatto, però ad oggi, nel 2025 non è pensabile che c’è un gruppo che non ha un’organizzazione, né una persona a capo di tutto che gestisce tutte quante le situazioni. Secondo me è stato un grande passo avanti.
Questa costituente ha rivoluzionato un po’ il movimento, almeno in alcuni principi, che erano quelli di partenza, quelli originari, quelli fondanti e intanto la sua posizione quindi è quella di un’approvazione di questo risultato. Assolutamente sì, nel senso che io riconosco pienamente la scelta che è stata fatta dagli attivisti, dire «no» alla presenza del garante come è stato fino ad oggi, «no» al limite dei mandati che penalizza notevolmente i 5 stelle; io sono d’accordo perché perdere alle elezioni regionali, nazionali, delle persone di valore come Paolo Taverna, come Gianluca Perilli, come tanti miei colleghi attivisti, portavoci come me, è un fattore che penalizza molto noi e favorisce molto gli altri partiti che a volte hanno persone veramente allucinanti nelle loro squadre, però sono conosciute mentre da noi sono assolutamente sconosciute ai più, quindi è una cosa secondo me da cambiare.
Secondo lei quindi c’è stata una sorta di tradimento, una sconfitta degli iscritti della prima ora, molti dei quali si sono allontanati proprio per non riconoscersi più in questo nuovo movimento? Assolutamente no, secondo me non c’è stato alcun tradimento del movimento o dei principi di base, anzi è stata data più voce agli attivisti che tutti insieme si sono confrontati, hanno parlato e hanno votato su dei punti, e tolto dei poteri anche al presidente attuale, Conte, aumentando i poteri dei probiviri; è stato chiesto anche un coinvolgimento maggiore del territorio, degli attivisti, di conseguenza c’è stata una redistribuzione dei poteri. E’ venuto fuori questo problema, lei ha ragione perché questa la domanda se la sono poste molte persone anche all’interno del M5S. Io ho fatto una domanda a tutti gli attivisti, facciamo delle riunioni molto partecipate, on line, e io ho chiesto quante persone sanno realmente quello che abbiamo fatto. Non mi si venga a dire che il principio fondante sono i due mandati: se una persona ha fatto il consigliere comunale e poi è andato alla regione, poi non può essere più candidabile. A Nova è stato deciso di non considerare i mandati dei consigli comunali, perché è come una sorta di gavetta, un periodo formativo per poi preparare le persone per andare in regione o in europa: è stato votato che se c’è stato un buon lavoro da parte di persone che sono state in Europa, perché non possono tornare in Italia e andare a dare una mano in regione?
Quali sono allora i principi fondanti del movimento? Sono le leggi molto efficaci per il bene comune, per la dignità umana, per i nostri figli. Noi abbiamo investito tanto sul sistema sanitario durante il periodo del covid, ci sono crisi sanitarie anche da noi a Senigallia, Fabriano, si vede da tutte le parti che il sistema è un disastro allucinante, siamo gli unici che hanno dato dei ristori sotto il covid alle persone e alle aziende che erano ferme, 5-10-20 mila euro soldi dallo Stato perché c’erano difficoltà. Fare delle leggi come istituire il registro dei tumori che prima non esisteva, la legge salvamare di Andrea Costa, la dignità umana, gli animali, la protezione dell’ambiente, queste sono le cose identitarie del movimento 5 stelle, che garantiscono una politica sana.
Una questione sul posizionamento a livello politico nazionale: il Movimento 5 Stelle in questo momento si vuole ritagliare uno spazio nel centro-sinistra, ma di fianco al PD, di fianco ad Alleanza Verdi-Sinistra, oppure in coalizione, insomma il matrimonio col PD non è andato bene, cosa succede adesso? A livello nazionale sempre da Nova è venuta fuori una dichiarazione “progressista, indipendente”: questa è la definizione che io condivido pienamente. Non parla di fare un’alleanza specifica con il PD, con Avs o altri, non è questo, non è stato votato questo, si è votato di partire su un piano programmatico, trasparente, chiaro, con dei punti ben specifici, e ce ne sono, sanità pubblica, rispetto all’ambiente, lavoro, scuola e quant’altro, e a quel punto dobbiamo anche vedere quali forze progressiste sono disposte a fare quel percorso insieme a noi. Siamo disposti ad allearci con chi vuole portarli avanti ma seriamente, non senza sapere cosa fare e cosa dire, non ci mettiamo insieme per andare alle elezioni e battere le destre, non funziona così. Ci sono dei punti che ci lasciano distanti da una forza come il PD, loro votano il rifinanziamento delle armi, noi no; davanti ai punti programmatici vogliamo sapere se siamo più vicini a AVS, nelle Marche a “Dipende da noi”, piuttosto che altre associazioni, comitati, partiti e quant’altro e il PD ci deve dire se ci sta a percorrere certi punti. Successivamente verrà il discorso del candidato e quale percorso fare.
Invece per quanto riguarda la regione Marche, è nota la collaborazione ormai da anni, soprattutto si è rafforzata nell’ultimo periodo, tra la consigliera regionale Marta Ruggeri, capogruppo in consiglio regionale delle Marche e il gruppo consiliare del PD, del Partito Democratico, come legge questa collaborazione alla luce di queste considerazioni nazionali e quali prospettive future si aprono sempre qua nelle Marche? Marta Ruggeri è un’amica, ma come portavoce sono arrivato a stimarla ancora di più perché ha fatto un bel lavoro, sta facendo un bel lavoro e credetemi se lo fai seriamente è un impegno veramente grande. La collaborazione con il PD, è vero, è stata molto proficua in alcuni momenti. Penso che proprio da qui possa partire un discorso di condivisione di un piano programmatico che possa portare a una politica nuova: secondo me i cittadini oggi delle Marche devono sapere che se c’è una forza progressista che si unisce su dei punti, per una lotta politica trasparente, sana, fa determinate cose in un certo modo e allora posso pensare anche di appoggiarli politicamente, di votare, ma non dobbiamo partire da loro e dire «ci alleiamo in qualche modo per andare contro queste destre». Io apprezzo tanto Bersani, ma ultimamente quando l’ho sentito in un’intervista con Travaglio dire «Ci dobbiamo alleare perché altrimenti queste destre vinceranno sempre», ma io sono d’accordo con Travaglio, non mi posso alleare per non far vincere le destre: io mi devo alleare per una politica sana, devo parlare di argomenti. Non teniamo mai conto quando si fanno queste valutazioni, che sì le destre le vincono, ma c’è più del 50% delle persone che non va a votare, quelle persone evidentemente perché non trovano un riscontro di una politica sana fatta in un certo modo, io mi preoccupo secondo me, tutti quanti si dovrebbero preoccupare di questo, il Movimento 5 Stelle si preoccupa di fare una politica sana, di avere persone che portano avanti i punti di dignità per tutti quanti.
I temi prima delle alleanze quindi? Assolutamente sì, è la prima cosa che ha rilasciato in un’intervista la nostra Marta Ruggeri dicendo «Parliamo di temi, poi parleremo d’altro», e lo condivido ovviamente.
Ultima questione, lei è fabrianese, è stato senatore appunto nella penultima legislatura, ora i temi per le Marche su cui è possibile costruire un’eventuale coalizione o comunque sia magari un percorso e poi vedere se c’è una consonanza di voci. Il primo punto in assoluto, sono tutti importanti, però se dobbiamo fare una classifica, il primo punto in assoluto è la sanità pubblica, e non è la solita frase buttata là che è importante, ma perché è un punto critico per tutta la regione. La sanità pubblica è prioritaria a qualsiasi altra cosa, c’è da ripensare tante cose della sanità pubblica, come strutturarla, tutto quanto. Lei ha sottolineato che sono di Fabriano non è un caso, io faccio politica per tutta la regione, tutta la nazione, sono sempre stato così, ma essendo il Fabriano ho la possibilità di vedere che non puoi ridurre la sanità a meri numeri di legge, dire «ok, se non hai tot popolazione, non puoi avere questi servizi». In Italia, per la conformazione territoriale che abbiamo, non puoi esimerti dal calcolare e valutare le situazioni territoriale. Mi hanno risposto che nel centro ci sono pochi voti, che i voti si prendono sulla costa, quindi si devono dare là i servizi: per me è una cosa assurda, io devo dare dignità e servizi a tutti quanti. Abbiamo fatto un tavolo con le forze progressiste sulla sanità montana per mettere insieme tutti i comuni montani qua intorno e cominciare a ragionare di una sanità montana, che non ha paese, ma è proprio da organizzare a livello regionale. La sanità è in mano alla regione: c’è allora la necessità di tavoli specifici per pensare a una sanità che dà servizio e che dà possibilità a tutti, considerando tutti i territori, non solamente come dei numeri. Il secondo punto è il lavoro. La crisi lavorativa, a Fabriano abbiamo in particolar modo la cartiera, Beko, e tante situazioni critiche, ma in tutta Italia ci sono problemi lavorativi. E’ importante cominciare a pensare al lavoro non solo come cassa integrazione, cioè mettere le toppe per cercare di fare andare avanti le persone, quella non è dignità. Abbiamo tanta competenza, tanto know how, si tratta di pensare al lavoro come una cosa proattiva, positiva, per poter proporre anche delle nuove forze, nuove leve, ai giovani, dove c’è più sviluppo, università, scuole, i giovani possono contribuire con le nuove tecnologie a creare e pensare un tessuto lavorativo nuovo. La terza cosa che le dico, è l’ambiente: nelle Marche, come in tutta Italia, non si sa per quale motivo, si dà il via libera a speculare sull’ambiente: inceneritori, biometano, piuttosto che Edison a Jesi, piuttosto che Api a Falconara, il porto ad Ancona con le grandi navi che fanno un inquinamento incredibile, tante situazioni per le quali la gente dice «ma voi siete contro l’evoluzione tecnologica»… assolutamente no, sono a favore anche dell’impianto Edison che volevano fare a Jesi, è importante avere un soil washing che pulisce il terreno dagli agenti inquinanti, bisogna vedere dove lo facciamo, perché riqualificare il terreno va bene, ma non portare un impianto nel centro abitato, al centro di una città, perché significa aumentare l’inquinamento e altre cose, quindi è importante andare avanti con le nuove tecnologie ma consapevolmente nel rispetto dell’attività e della salute delle persone. Faccio un esempio, io ho fatto la legge sull’elettromagnetismo e la gente diceva «ma sei a favore del 5G?» Io sono assolutamente a favore dell’evoluzione tecnologica, ma consapevole, cioè mi porti antenne 5G, 6G, 7G, anche 8G che probabilmente con la metà della potenza renderà un servizio migliore, però queste nuove tecnologie devono avere studi che garantiscano che non fanno male alla salute delle persone. Quindi sviluppo sì, ma con più di un occhio aperto sia sulla questione ambientale che sulla salute.
E’ stata recentemente approvata all’unanimità dal consiglio regionale delle Marche una proposta di legge contro il trasformismo politico, contro i cambi di casacca dei consiglieri e delle consigliere una volte eletti o elette. La prima firmataria è Marta Ruggeri, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, e come avrete capito è lei l’ospite di oggi di “20 Minuti da Leone” che torna quindi a occuparsi di politica. L’intervista sarà in onda su Radio Duomo Senigallia-In Blu (95.2 FM) oggi, venerdì 21 giugno, alle ore 13:10 e alle ore 20; sabato 22 agli stessi orari; infine domenica 23 a partire dalle ore 17:15 circa. L’audio dell’intervista è disponibile anche in questo articolo, cliccando sul tasto play del lettore multimediale, mentre chi vorrà potrà proseguire con la lettura.
Partiamo dall’inizio: da chi è arrivata questa proposta di legge? E’ una mia iniziativa. Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle ha perso quasi subito una sua consigliera eletta, passata prima al gruppo misto e poi in quota Lega, essendo state elette in due, ciò ha significato diversi problemi. Ma sul tema si è registrata una convergenza dei vari gruppi politici, per cui insieme si è trovato un deterrente, ispirato a norme già introdotte nel regolamento del Senato.
Cosa prevede dunque la legge per il consiglio regionale delle Marche? Chi cambia casacca, chi cambia il partito in corsa, tradendo quindi il mandato avuto dagli elettori, e fa parte dell’ufficio di presidenza dell’assemblea consiliare o è all’interno delle commissioni consiliari permanenti come presidente o vicepresidente, decade da quel ruolo. Quindi non si va a intaccare il vincolo di mandato che è tutelato a livello costituzionale, ma è una formula che dovrebbe spingere i colleghi a essere più responsabili.
Facciamo un esempio Una persona, che è stata eletta nel partito X, ha intenzione di cambiare partito – e di solito lo si fa per motivi politici personali – ma a quel punto se ha uno di questi due ruoli che danno prestigio politico ma anche un’indennità di funzione economica, dovrà pensarci bene per non decadere da quei ruoli. Sono quindi libera di cambiare partito, ma so che ci sarà una conseguenza.
E secondo voi è sufficiente? E’ un piccolo deterrente. Per molti è un vero e proprio tradimento, ma non si può fare ciò che i cittadini chiedono, cioè che se uno è serio e cambia partito dopo le elezioni dovrebbe dimettersi e poi ripresentarsi alle prossime elezioni con l’altro partito. Non lo si può fare in consiglio ma nemmeno in parlamento, quindi questa proposta porta a casa un risultato ed è la prima di un consiglio regionale. Le Marche fanno scuola e il M5S lo sta proponendo anche in altre regioni.
L’idea è stata accettata anche dagli altri partiti? Sì, io sono la prima firmataria ma anche gli altri colleghi di tutti i partiti hanno firmato l’atto. E’ una bella soddisfazione per me e per il movimento, ma anche per l’intero consiglio regionale delle Marche.
Marta Ruggeri
L’ispirazione deriva dalla vicenda della consigliera Lupini ma anche da Santarelli? Naturalmente sì, le due vicende si sono sovrapposte, però alla fine Santarelli non ha cambiato partito, si parlava di cambiare posizionamento politico all’interno del consiglio passando dall’opposizione alla maggioranza, cosa poi non è avvenuta. Si parlava di imminente passaggio in Forza Italia e poi Lega, ma non è avvenuto nulla alla fine, mentre Lupini prima è passata al gruppo Misto e poi alla Lega. Ma anche tre consiglieri della Lega sono passati al gruppo Misto. Tutto ciò crea scompiglio all’interno di un’istituzione che tutti dovremmo rappresentare con onore. E’ una brutta immagine alla comunità marchigiana.
Quali i motivi costituzionali che ostacolano un provvedimento più deciso contro i cambi di casacca? Spesso sono motivi di tornaconto personale ed elettorale, ma la Costituzione prevede anche i casi in cui il partito cambi un po’ linea e l’eletto non si riconosca più nella nuova linea politica, per cui ha diritto a rimanere in consiglio regionale o in parlamento e al budget per pagare gli assistenti con cui porta avanti il lavoro per scrivere le leggi o studiare gli atti.
Buon risultato o occasione persa? Per me è un buon risultato raggiunto, anche perché a un certo punto sembrava che non si potesse arrivare a nulla qui nelle Marche. Posso dire di essere soddisfatta.
La collaborazione nel consiglio regionale delle Marche tra il Movimento 5 Stelle con il Partito Democratico può essere letta come una cooperazione del centrosinistra o anche qui ci avviciniamo al trasformismo politico? Già dall’insediamento annunciai il modo di operare di basarsi su temi e programmi, senza pregiudizi. Ecco perché abbiamo votato a favore di atti anche della maggioranza. Di certo dopo quattro anni, M5S e PD si sono avvicinati anche perché un’opposizione divisa incide ancora meno.
Si potrà avere un matrimonio più strutturato tra Pd e 5Stelle? Già adesso collaboriamo molto bene e ci passiamo gli atti per una sottoscrizione prima di presentarli. Al netto delle sfumature, da parte di entrambi c’è la massima volontà di convergere. Di alleanze certe però faccio fatica a parlare, ne discuteranno i coordinatori regionali Giorgio Fede e Chantal Bomprezzi.
A livello nazionale? Si potrà mai arrivare a un unico soggetto di centrosinistra? Credo sia difficile, perché è anche giusto che Pd e 5 Stelle mantengano la propria identità. Non credo ci sarà una fusione. Ma la collaborazione su un programma chiaro per gli elettori e andare insieme compatti, un po’ come fa il centrodestra, è già in essere.
Però con il PD ci sono vari temi su cui le posizioni sono divergenti, per esempio pace e riarmo… Sì, anche se devo dire che anche all’interno del Pd c’è sensibilità al tema: Mangialardi ha sottoscritto più atti del M5S per chiedere il “no” all’invio di armi o porre al centro di qualsiasi politica il tema della pace. I miei otto colleghi del PD hanno sempre tutti sottoscritto testi di questo tipo nel consiglio regionale. Ma a livello nazionale ed europeo il Pd ha votato a favore dell’invio delle armi mentre il Movimento 5 Stelle no.
Il quartiere del Gelso a Montemarciano al centro di una proposta di riqualificazione
Accolta e approvata in consiglio comunale la riqualificazione del Gelso. L’area tra Montignano di Senigallia e il centro storico di Montemarciano è stata al centro della discussione politica: si è parlato di rilanciare il quartiere, nato negli anni ‘90 e funzionale alla ricettività delle persone d’estate, come da proposta avanzata da Edda Piergentili, la consigliera del Movimento 5 Stelle.
La proposta nasce da considerazioni di tipo sociale più che urbanistico. «Quella che nasce come una specie di villaggio estivo, in una zona panoramica di Montemarciano – spiega la pentastellata – ora è crollata ed è divenuta poco accattivante. Numerosi appartamenti sono stati svenduti, altri affittati, ma pare anche che ci sia una frequentazione di soggetti impegnati in attività illegali o quanto meno poco decorose o trasparenti».
Una situazione di degrado sociale che ha visto l’area finire addirittura nelle cronache perché alcune prostitute avevano posizionato dei cartelli luminosi per promuovere la propria attività. Nasce da qui l’esigenza di far rinascere il Gelso e la proposta targata M5S è quella di un “Co-Housing”, per il bene di tutta la collettività…
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L’area ex Montedison a Falconara Marittima vista da via Honorati (Montemarciano)
Dopo 21 anni di passaggi burocratici ed espletamenti normativi, stenta ancora a partire la bonifica definitiva dell’area denominata ‘ex Montedison’ di Falconara Marittima, al confine con Montemarciano. A sollevare il polverone, è proprio il caso di dirlo, sulla vecchia industria chimica della Montecatini abbandonata da oltre 30 anni, è l’on. del Movimento 5 Stelle Patrizia Terzoni che, in Parlamento, svolgerà un’interrogazione rivolta al ministro della transizione ecologica. A Roberto Cingolani la deputata fabrianese parlerà di «ritardi macroscopici» nonostante i tempi rigidi previsti dalle leggi in materia. Di fatto, la bonifica non è mai stata portata avanti se non con opere molto parziali e il sito produttivo contaminato, di oltre 12 ettari, è ancora pericoloso a livello ambientale. Lo spunto arriva dai pentastellati di Montemarciano, che si sono attivati per chiedere un intervento di accelerazione e trasparenza su una vicenda che si protrae da decenni.
Precisamente dal febbraio 2001, quando il Comune di Montemarciano chiese di realizzare indagini sulla natura dei materiali e sull’eventuale pericolosità del campo di calcio adiacente alla parrocchia di S. Maria della Neve e S. Rocco, confinanti con l’impianto. Nel 2003 venne perimetrato il sito nazionale di bonifica di Falconara; per completare tutte le procedure amministrative e approvare i progetti di bonifica nelle aree inquinate il D.lgs.152/2006 impone una tempistica di 18 mesi, comprensiva del periodo per la presentazione e approvazione del Piano di caratterizzazione e dei suoi risultati, così come del progetto di bonifica o messa in sicurezza operativa, con relativa assegnazione dei tempi per la sua realizzazione. Da lì in poi cos’è successo? Nel 2005…
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