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Tag: Museo Pio IX

In mostra a palazzo Mastai a Senigallia gli orologi da tavolo e da torre legati a papa Pio IX – L’INTERVISTA

Lorenza Zampa, la guida della mostra “Il tempo dei papi” allestita a Palazzo Mastai a Senigallia

E’ stata inaugurata lo scorso 27 giugno e rimarrà fruibile, a ingresso gratuito, fino al 6 gennaio 2025 la nuova mostra dal titolo “Il tempo dei papi. Antichi orologi della collezione di Palazzo Mastai e l’orologio di Pio IX dal Torrino del Quirinale” e allestita a Palazzo Mastai – Casa Museo Pio IX. L’evento nasce dal ritorno nella sede espositiva, dopo un restauro lungo circa tre anni, di quattro orologi antichi da tavolo appartenuti a Papa Pio IX nel periodo del suo lungo pontificato. Della mostra e di tutto ciò che ruota attorno all’ultima iniziativa promossa dalla Diocesi di Senigallia abbiamo parlato con Lorenza Zampa, operatrice museale di palazzo Mastai e della pinacoteca diocesana. L’intervista andrà in onda venerdì 26 luglio alle ore 13:10 e alle ore 20; sabato 27 negli stessi orari e infine domenica 28 a partire dalle ore 16:50, la terza di tre interessanti interviste tutte da riascoltarsi per quanti se le fossero perse. Chi vorrà potrà proseguire con la lettura ma l’audio integrale della chiacchierata è disponibile anche cliccando il tasto play del lettore multimediale.

Cosa si può vedere in questa mostra?
Il percorso è articolato con alcuni meccanismi di orologi da torre esposti sulla scalinata di accesso al piano nobile di casa Mastai che quindi vanno ad arricchire i pezzi in mostra, mentre è stato allestito nel salone d’onore il grosso dell’esposizione, il monumentale meccanismo di orologio del Torrino del Quirinale. Si tratta del meccanismo che proprio il pontefice senigalliese fece installare nel 1858 nell’allora residenza dei papi, oggi sede della presidenza della Repubblica. Un orologio a pendolo con ruote dentate e un sistema di pesi e contrappesi in uso fino al 1961. A contornare il perimetro della sala ci sono quattro pregevoli esempi di orologi da tavolo, o parigine, realizzati in vari materiali che esprimono il gusto artistico di Pio IX. C’è anche un orologio a cucù in legno intagliato oppure un altro con l’effigie del pontefice.

Erano oggetto di donazioni o collezionismo?
Sappiamo che sono stati collezionati dal papa e che sono sempre stati qui a palazzo Mastai ma da tempo non erano fruibili per un lungo restauro. Pio IX diede avvio a una vera e propria rivoluzione nel computo del tempo per gli Stati romani: il passaggio dalle ore italiche alle ore francesi, quelle da noi oggi correntemente usate.

Cioè?
La giornata era sempre suddivisa in 24 ore, ma nel sistema francese il nuovo giorno iniziava a mezzanotte, mentre in quello all’italiana scattava un’ora dopo il tramonto, quindi era più impreciso e soggetto alla variazione delle stagioni. Poteva andare bene in periodi contraddistinti dalle operazioni agricole, ma non ai tempi moderni, più frenetici. Con l’orologio del Torrino del Quirinale diede proprio il via a questa rivoluzione che non venne inizialmente ben accolta, ingenerando confusione.

Hanno ancora valore questi oggetti?
Indubbiamente si. Anche se non sono funzionanti nei meccanismi, hanno un valore economico, estetico, storico, anche per il legame con Pio IX, personaggio importante per la storia di questo paese pur tra le travagliate vicende. In uno compare un papa un po’ austero nonostante i suoi dipinti lo ritraggano sempre con un abbozzo di sorriso. Una di queste parigine porta la firma di un famoso orologiaio parigino, Honoré César Pons (1773-1851), come scoperto durante il restauro dalla d.ssa Raffaella Marotti dell’Università degli studi di Urbino. Un valore aggiunto a questi oggetti dalla qualità artistica indiscussa.

Qual è la loro datazione storica?
Più o meno sono dello stesso arco temporale, della metà del 19esimo secolo, ci sono vari elementi che ci portano a comprendere la datazione, ma lascio la sorpresa a quanti verranno in visita.

Hai accennato a un aneddoto…
Sì, il meccanismo del torrino del Quirinale venne trafugato qualche anno fa dai depositi a Roma e successivamente ritrovato grazie alle indagini del nucleo dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Rischiava di essere venduto in maniera illecita nel mercato dell’antiquariato.

Sono in programma altre iniziative legate alla mostra?
C’è già un buon interesse di senigalliesi e turisti per questa mostra, con visitatori anche da Argentina e Irlanda. Faremo un mini catalogo, parte di una raccolta di quaderni sulle esposizioni diocesane, con schede di restauro e saggi che riguardano il lavoro sugli oggetti esposti in queste mostre. Ci sarà una presentazione non appena sarà pronta la pubblicazione, ma anche altri eventi collaterali, convegni e incontri sul tema dell’orologeria e del tempo, sempre molto affascinante.

L’esposizione è visitabile tutti i giorni feriali in via Mastai, 14 a Senigallia, a Palazzo Mastai – Casa Museo Pio IX, sempre a ingresso gratuito. Dal lunedì al giovedì l’orario è 9-14; il venerdì e il sabato l’orario è pomeridiano dalle 15 alle 20 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura). 

Altre informazioni: www.diocesisenigallia.itwww.pionono.it – tel. 071.60649 – 071.7920709.

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Apre l’esposizione dedicata a Ercole Mastai

Con l’arrivo dell’estate Palazzo Mastai – Casa Museo Pio IX di Senigallia inaugura una nuova esposizione nel grande salone di rappresentanza al piano nobile. Ercole Mastai. Il ritratto di un nobile senigalliese del ‘700 questo il titolo dell’evento che, traendo origine da un recente restauro, porta all’attenzione il ritratto di Ercole Mastai, giovinetto, quale simbolo di quella nobiltà di reggimento che per secoli ha guidato le vicende della Senigallia pontificia. Ecco dunque che dai depositi di Palazzo Mastai riemerge un ritratto del conte Ercole (1727-1818) – nonno di Giovanni Maria, poi papa col nome di Pio IX – che ha molto da raccontare sulla sua epoca. Recentemente restaurato dal Professore Michele Papi, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, questo interessante olio su tela di 100 x 78 centimetri, datato 9 settembre 1741, rispecchia in pieno lo spirito di un secolo complesso come il XVIII, fatto «della più sublime superficialità e delle massime rivoluzioni», per riprendere le parole di Flavio Caroli, Storico dell’Arte dei nostri tempi. Occasione sarà anche quella di ammirare Palazzo Mastai, casa museo aperta sin dal 1892, che racconta negli arredi, nelle opere, nei cimeli il modo di vivere dell’aristocrazia della provincia pontificia in una Senigallia le cui fortune erano legate alla fiera franca della Maddalena. L’esposizione, visitabile tutti i giorni feriali in concomitanza con la casa museo, resterà aperta sino a dicembre. Palazzo Mastai – Casa Museo Pio IX vi attende per le visite guidate, sempre ad ingresso gratuito, dal lunedì al sabato con orario estivo (giugno-luglio-agosto) 9-12/17-19. Il Museo aderisce all’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani. Info: www.diocesisenigallia.itwww.pionono.it – tel. 071.60649 – 071.7920709.

Idee per uno sviluppo del turismo religioso locale

Parlare di turismo oggi, in cui risulta essere uno dei settori più colpiti dalla pandemia, può apparire azzardato e quasi “anacronistico” ma, in attesa di uno sperato ritorno alla normalità, è interessante riflettere sulle potenzialità dei nostri luoghi. Tale attività può diventare, come dimostrano molte altre realtà, una fonte di ricchezza, di promozione e di conoscenza delle nostre realtà. Soffermandoci su una forma particolare di turismo, quello religioso, proviamo a individuare possibili mete e proposte. “Il turismo religioso ha come principale obiettivo la fede e quindi la visita ai luoghi religiosi, come santuari, chiese, conventi, abbazie, eremi e luoghi sacri, per costatarne non solo l’entità naturale e soprannaturale legata a un luogo, ma anche apprezzarne la loro bellezza. In fondo anche una chiesa può essere un libro aperto sulla cultura, l’arte, l’architettura, al di là dell’aspetto religioso o legato alla fede. “La cultura europea non potrebbe essere compresa fuori dal riferimento al Cristianesimo”, diceva Giovanni Paolo II. Per non andare troppo lontano da noi, basti pensare al Monastero di Fonte Avellana, situato nel Comune di Serra Sant’Abbondio, nella cui Biblioteca “Dante Alighieri” sono conservati oltre 10.000 volumi tra cui pregiati codici miniati e antichi libri sacri, che testimoniano come l’opera dei frati amanuensi sia stata un prezioso veicolo culturale per le generazioni future. Le nostre Marche ospitano la Basilica della Santa Casa a Loreto che è il santuario mariano tra i più importanti e visitati al mondo e meta di molti pellegrinaggi. “La terra marchigiana è tutta illuminata dalla spirituale presenza di Maria nel suo storico Santuario, che rende ancora più belle e più dolci queste colline”, per citare le parole usate da papa Benedetto XVI in occasione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale Italiano del 2011.

Esistono però anche altri luoghi meno conosciuti che, se valorizzati e promossi, potrebbero diventare una sorta di “attrattiva” per visitatori e turisti, sia locali che provenienti da altri posti. Uno tra tanti è l’esempio di Terni, città natale di San Valentino, dove ogni anno il 14 febbraio nella basilica dedicata al martire si ritrovano centinaia di coppie provenienti da tutta Italia. In realtà però le spoglie del santo si trovano a Senigallia dal 1807, quando furono tratte dalle catacombe di Santa Priscilla in Roma. Durante il pontificato di Pio IX, infatti, il Vicario di Roma donò le sue reliquie al cardinale Domenico Lucciardi (morto a Senigallia nel 1864) che, a sua volta regalò alla chiesa del Carmine, attualmente chiusa per lavori di manutenzione. Al suo interno, sotto l’altare maggiore, è collocata un’urna con la reliquia del santo di Terni.

Al sopra citato Pio IX è dedicato a Senigallia il museo, ubicato nel Palazzo Mastai Ferretti, antico edificio risalente alla fine del XV secolo, abitato dai Mastai fin dal 1557, che rientra nella tipologia della “Casa Museo”. Aperto al pubblico il 13 maggio del 1892 su iniziativa di Cristina Mastai Ferretti, in occasione del primo centenario della nascita di Giovanni Maria Mastai Ferretti, divenuto Papa con il nome di Pio IX (1792-1878) è articolato negli ambienti dove nacque il pontefice e dove egli era solito ritornare per i suoi soggiorni senigalliesi. Raccoglie ritratti, dipinti, mobili, stampe, medaglie, monete, volumi, lettere autografe, oggetti diversi, tutti attinenti all’attività e alla vita del pontefice. 

Corinaldo è celebre per aver dato i natali a Santa Maria Goretti e ancora intatta è la casa dove nacque e visse “Marietta” fino al momento della partenza per Nettuno, insieme alla sua famiglia. L’edificio sorge poco distante dal centro storico del paese, in Contrada “Pregiagna” ed è facilmente raggiungibile da auto e pullman. Conserva al suo interno gli ambienti modesti ma dignitosi dove la santa trascorse parte della sua vita.

A Ostra, poco distante dal centro storico, si trova il Santuario della Madonna della Rosa. In questo luogo sorgeva già un’edicola con l’immagine dipinta della Madonna che tiene nella mano sinistra una rosa. Per tale motivo i fedeli cominciarono a invocarla col dolce titolo di “Madonna della Rosa”. La tradizione racconta che nel maggio del 1666 una fanciulla portò in dono un giglio, che rimase fresco e profumato per mesi, come se fosse stato appena raccolto. Così folle di devoti cominciarono a recarsi in pellegrinaggio davanti all’edicola prodigiosa e i miracoli iniziarono a moltiplicarsi. Allora l’edicola venne sostituita da una cappella ispirata alla Santa Casa di Loreto, le cui pareti sono oggi piene di ex voto per le tante grazie ricevute nel corso del tempo.

A Serra de’ Conti il complesso del Palazzo Comunale ospita il Museo delle Arti Monastiche “Le Stanze del Tempo sospeso”, che raccoglie in ambienti di grande suggestione i reperti di cultura materiale appartenuti al vicino Monastero di S. Maria Maddalena. Al suo interno i visitatori sono accompagnati da un percorso teatrale audioguidato. Attraverso il racconto di piccoli avvenimenti quotidiani, si ripercorrono le tappe fondamentali della storia del monastero e dalla vita claustrale, in un periodo compreso tra il secolo XVI e il secolo XX.

Negli ultimi tempi si è sviluppata nel mondo e in Italia anche una nuova curiosa tendenza: il necroturismo o turismo cimiteriale. In alcuni casi, come per i cimiteri monumentali, si tratta di veri e propri musei a cielo aperto, nei quali sono esposte opere di arte funeraria di grande valore. Monumenti, sculture, mausolei, cappelle, rappresentazioni che fanno riferimento a vari stili artistici e architettonici e incarnano la cultura e la storia di varie epoche e personaggi. E’ il caso del cimitero ebraico di Ancona, nel Parco del Cardeto, considerato uno dei più antichi d’Europa.

Questi sono solo alcuni spunti da cui poter partire per una valorizzazione più ampia del nostro territorio. Occorrerebbe una collaborazione tra enti locali, associazioni, diocesi e parrocchie in modo da creare un circuito che favorisca la promozione dei luoghi a 360 gradi.

Barbara Fioravanti