Skip to main content

Tag: palazzetto Baviera

I fratelli Leopardi a Senigallia: INTERVISTA a Marina Mancini, autrice di un libro sui “vip” nella dinamica città dell’800

Torna l’appuntamento con la rubrica “Venti minuti da Leone” e lo fa con una nuova intervista di carattere culturale e storico. L’ospite di oggi è Marina Mancini, storica dell’arte e insegnante, nonché autrice del libro “I fratelli Leopardi: ricordi senigalliesi” (Metauro edizioni, 2024). Potrete ascoltarla alle ore 13:10 e alle 20 di oggi, mercoledì 18, e domani, giovedì 19 settembre, con un’ulteriore replica domenica 22 a partire dalle ore 16:50. L’audio integrale è disponibile anche in questo articolo dove trovate un estratto della “chiacchierata” con l’autrice.

Come nasce questo libro?
Nasce dalla curiosità di saperne di più di questo nipote senigalliese dei marchesi Baviera. Avevo letto della parentela di Giacomo Leopardi e sono andata a indagare sulle tracce del poeta in città. Ciò mi ha portato a scoprire una serie di intrecci, con personaggi, luoghi ed eventi della Senigallia dell’800.

Chi è Marina Mancini?
Sono storica dell’arte e insegno questa bellissima materia che mi spinge a un lavoro di divulgazione e valorizzazione di questo territorio. Mi sono appassionata della storia della nostra città, dei monumenti, delle opere d’arte e delle famiglie nobili. La ricerca è partita dalla famiglia Baviera e dal tesoro del palazzetto con gli stucchi del 1560 di Brandani.Tra le altre cose, sono stata tra i fondatori di Radio Duomo molti anni fa.

Ti sei occupata quindi dei passaggi dei fratelli Leopardi a Senigallia…
Si, sono i primi decenni dell’800, quando Senigallia, vuoi per il teatro vuoi per la fiera, era molto dinamica ed era molto attrattiva, portando in città tante persone illustri ma anche merci pregiate e particolari. Una città all’avanguardia anche per i primi bagni elioterapici.

Che collegamento quindi tra gli stucchi di Brandani e i componimenti di Leopardi?
Non posso dire con certezza che Giacomo Leopardi si sia ispirato agli stucchi del Brandani ma possiamo immaginare la sua meraviglia quando, contrariato del fracasso della fiera, si è rifugiato nella dimora degli zii. Lui conosceva i classici. Come non pensare al dialogo tra Ercole e Atlante con la critica alla società coeva? O al componimento per le nozze della sorella Paolina che, pur essendo precedente al primo viaggio documentato di Giacomo a Senigallia, in realtà ha dei punti di contatto con la lunetta nella sala della Roma repubblicana a palazzetto Baviera con la vicenda della giovane Virginia.

Come si è sviluppato il tuo lavoro di ricerca?
Innanzitutto mi sono approcciata all’archivio della famiglia Baviera, poi a quello di casa Leopardi dove ho trovato delle lettere che Tommaso Baviera, il cugino di Giacomo, si scambiava con i fratelli Leopardi, come quella del 1836 sul fatto che quell’anno non si tenne la fiera per via della peste, con danno economico per la famiglia che affitta abitazioni e magazzini ai commercianti, oltre alla vendita del grano. Grano che viene ricordato negli stucchi stessi, dove compiano stralci vegetali come le spighe di grano.

Pio IX c’entra in questa storia?
Si interseca con queste vicende delle famiglie Baviera e Leopardi: la madre di Pio IX è stata madrina di una delle figlie di Romualdo Baviera, zio di Giacomo Leopardi. Al futuro pontefice, tramite il segretario di Stato Ercole Consalvi di cui ricorre il centenario della morte, ricorreva Leopardi per un incarico alla biblioteca vaticana che lo affrancasse dal paese natìo.

Un intreccio di storie che si possono leggere tramite le varie librerie in cui è possibile richiedere il libro “I fratelli Leopardi: ricordi senigalliesi”, disponibile anche on line su Metauro Edizioni. Per quanto riguarda le presentazioni, dopo gli appuntamenti di Pesaro e Recanati, ci sarà un appuntamento il 29 settembre alla rocca roveresca di Senigallia, poi al museo Nori de’ Nobili a Trecastelli.

Segui La Voce Misena sui canali social Facebook, Instagram, X e Telegram.

Un’esplorazione artistica senza confini: M.A.D. Mail Art Day 2023 prende vita a Senigallia

Ingresso mostra al piano nobile di Palazzetto Baviera – Foto di Anna Mencaroni

Nelle eleganti sale del piano nobile di Palazzetto Baviera, venerdì 13 ottobre 2023, ha preso vita un’esperienza artistica senza confini con l’inaugurazione del M.A.D. Mail Art Day 2023. Questo straordinario evento ha portato in mostra una collezione eclettica di opere provenienti dall’Archivio della Mail Art del Musinf, insieme a creazioni uniche arrivate appositamente a Senigallia in occasione del Mail Art Day, la Giornata Internazionale dedicata alla Mail Art.

Inaugurazione mostra presso la Sala del Fico di Palazzetto Baviera – Foto di Anna Mencaroni

I curatori, Stefano Schiavoni e Ruggero Maggi, hanno realizzato una mostra che celebra la creatività senza limiti, coinvolgendo artisti provenienti da ogni angolo del mondo. Durante l’inaugurazione, illustri personalità artistiche come Ryosuke Cohen e Giovanni Fontana hanno arricchito l’evento con le loro visioni uniche e ispiratrici.

Ryosuke Cohen, artista postale giapponese – Foto di Anna Mencaroni

La mostra non è solo un tributo all’arte contemporanea, ma anche una preziosa testimonianza storica. Tra le opere esposte, pure alcune realizzazioni di Guglielmo Achille Cavellini, considerato il padre storico del movimento Mail Art in Italia, riprese dalla mostra antologica alla Rocca Roveresca del 1988. Questa esposizione è una rara opportunità di immergersi nella ricca storia di un movimento che ha rivoluzionato il concetto stesso di arte, abbracciando la spontaneità e l’accessibilità come pilastri fondamentali.

Il progetto, realizzato in collaborazione con il Comune di Montecarotto e il Museo d’Arte Moderna e della Mail Art di Montecarotto, non si ferma a Senigallia. Sabato 14 ottobre l’arte ha infatti trovato la sua dimensione anche sul palcoscenico del Teatro comunale di Montecarotto, con una serie di interventi artistici dedicati alla figura iconica di Ray Johnson. Un evento che ha permesso ai partecipanti di immergersi nell’anima di un artista che ha influenzato generazioni con il suo approccio audace e sperimentale all’arte.

Il M.A.D. Mail Art Day 2023 rappresenta un viaggio affascinante nel mondo dell’arte globale, dove le frontiere geografiche si dissolvono e le menti creative si incontrano in un caleidoscopio di espressione artistica. Senigallia si erge come il palcoscenico perfetto per questa celebrazione dell’arte senza limiti, unendo artisti, appassionati e curiosi in un’esperienza indimenticabile. Questa mostra è molto più di una semplice esposizione; è un’ode alla libertà creativa e all’innovazione, che continua a ispirare e stupire il pubblico.

Marco Pettinari

Ritorna a splendere la Sala dell’Iliade di Palazzetto Baviera di Senigallia e gli stucchi incantano

Si è concluso il lungo lavoro di restauro che per oltre un anno ha impegnato la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e Urbino, assieme a Simone e Maria Fortuna, restauratori della Alchemy. Con questo ultimo restauro termina quindi il lungo lavoro iniziato già dal 2016 che ha portato, grazie all’ArtBonus e all’intervento di privati e di fondazioni pubbliche, al recupero conservativo della Sala dell’Antico Testamento, della Sala delle fatiche di Ercole, della Sala di Roma Repubblicana, di quella di Roma Imperiale e del piccolo Camerino della Vittoria. Oltre sette anni di lavori che si concludono oggi con la restituzione, in tutto il suo meraviglioso splendore, dell’imponente Sala dell’Iliade.

Tornano a splendere il bianco dello stucco, le dorature, e gli smalti di uno dei massimi capolavori di Federico Brandani, maestro plasticatore urbinate che nella seconda metà del cinquecento è intervenuto sui soffitti del piano nobile di Palazzetto Baviera realizzando un intero ciclo decorativo sulla storia dell’umanità. Questa ultima fase del restauro è stata presentata nelle sale di palazzetto Baviera alla presenza delle autorità cittadine, della competente soprintendenza, e di Francesca, Stefania e Giovanni Fiorini, dell’azienda Fiorini che, con il loro essenziale contributo tramite l’ArtBonus, hanno reso possibile il recupero di questo ultimo imponente soffitto, restituendo uno dei tasselli fondamentali del patrimonio artistico e storico della città, aprendo così la strada al riallestimento della Casa Museo. La serata si concluderà con una visita guidata a cura del Prof. Marcello Mengucci del Gruppo Fai Senigallia, già membro del team progettuale incaricato dei lavori di restauro strutturale del complesso.

Registrati sul sito per leggere tutte le notizie e scarica l’app de La Voce Misena l’app da Google Play o da App Store.

Giovanni Schiaroli si racconta in tela

È ospitata a Palazzetto Baviera, fino a domenica 29 gennaio 2023, la mostra personale di Giovanni Schiaroli, realizzata per omaggiare i 50 anni di attività artistica del pittore senigalliese. L’esposizione racconta, attraverso 31 opere, la carriera artistica di Schiaroli, dalla prima mostra a Matelica, presso Palazzo Ottoni, nel 1972, dietro la spinta e la guida del fotografo Mario Giacomelli, fino alla capitale dell’Argentina, Buenos Aires, passando per tante città marchigiane, per il Festival dei Due Mondi di Spoleto, in cui per anni è stato protagonista, e per importanti città italiane ed europee.

La mostra “Giovanni Schiaroli – 50° Anniversario” si apre con due opere che caratterizzano i dipinti dell’artista: il tema della vita rurale, a lui tanto caro poiché nato nel 1949 a Filetto nella campagna senigalliese, che ritroviamo nel quadro “Campi di grano” del 1972, una delle primissime opere, e la sua inconfondibile firma, che utilizzerà per la prima volta nel dipinto “Contadino con camicia bianca” del 1978.

Da questa sala iniziale comincerà il viaggio alla riscoperta della vita artistica di Schiaroli, che si intreccia inevitabilmente con la propria vita privata e con la sua quotidianità. Ogni dipinto infatti è legato a una esperienza personale dell’artista e dietro a quei colpi di spatola che danno materialità al colore si nascondono sempre aneddoti e storie interessanti che, se dovesse capitarvi di incontrare il maestro in mostra, potrete avere la fortuna di ascoltare.

In un percorso tematico e non cronologico, è possibile ammirare accanto ai dipinti raffiguranti i vicoli della città di Foligno, dove espose nel 1977 presso la Sala della Quintana, o accanto alle Ande e al Parco di Pereira, che ebbe modo di conoscere nel 1991 in occasione della mostra presso il Palais de Glace di Buenos Aires e poi ancora nel 1998 per l’esposizione alla Galleria Museo Aguilar della capitale argentina, anche due importanti lavori su Manzoni e Leopardi. 

Della serie su Manzoni, esposta nel 2011 per i 150 anni dell’unità d’Italia al Grand Hotel Savoia di Cortina d’Ampezzo, ritroviamo alcuni dipinti che ritraggono scene tratte dal romanzo “I Promessi Sposi”, come l’illustrazione del paesaggio col quale si apre il racconto, “Quel ramo del lago di Como”, o certi personaggi come la Monaca di Monza o l’Innominato, nel cui ritratto, per creare un maggiore effetto materico, Giovanni utilizza degli indumenti strappati che incolla alla tela e fonde col disegno stesso.
Delle trenta opere appartenenti alla mostra “Le mete e i viaggi leopardiani”, esposizione itinerante che negli anni ha toccato città come Strasburgo, Grenoble, Parigi, Roma, Senigallia e Ancona, ritroviamo a Palazzetto Baviera forse quella che meglio può andare a rappresentare l’interpretazione artistica di Leopardi a seguito di uno studio sulla figura del poeta e sulle sue opere. In un passo dello Zibaldone è infatti possibile leggere ciò che Schiaroli ci mostra nitidamente sulla tela “Che cos’è la vita? Il viaggio di uno zoppo e infermo che con un gravissimo carico in sul dosso per montagne ertissime e luoghi sommamente aspri, faticosi e difficili, alla neve, al gelo, alla pioggia, al vento, all’ardore del sole, cammina senza mai riposarsi dì e notte uno spazio di molte giornate per arrivare a un cotal precipizio o un fosso e quivi inevitabilmente cadere”.

Presenti anche una selezione di dipinti a tema marino che richiamano la vivace produzione che  nel 2007 venne esposta alla Mondadori Multicenter di Bologna per la mostra “Visionismo istintivo” presentata da Vittorio Sgarbi e Stefano Papetti. In quell’occasione dodici delle ventiquattro opere in esposizione rappresentavano un paesaggio marino, tema, come quello della campagna, altrettanto vicino e sentito da Schiaroli nato e vissuto in una città, Senigallia, che ha con il mare un rapporto profondamente intimo.

Chiudiamo la presentazione della mostra a Palazzetto Baviera con il dipinto collocato nell’ultima sala, appartenente alla collezione realizzata in occasione del Grande Giubileo del 2000, intitolato “Isola Tiberina”. L’opera venne esposta nell’anno giubilare a Roma nei locali della Domus Carmelitana assieme a una ricca serie di dipinti con cui Giovanni Schiaroli, partendo dal ritratto di “Papa Giovanni Paolo II che apre la Porta Santa”, rappresentò in una mostra dal titolo “Roma vista da Giovanni Schiaroli” i più significativi scorci romani, da Castel Sant’Angelo a Piazza Navona, dal Pincio a Piazza di Spagna, passando anche per Campo de’ Fiori in cui troneggia il Monumento a Giordano Bruno dello scultore Ettore Ferrari.

Come scrisse anche il giornalista Walter Montanari, quelle di Schiaroli non sono cartoline ma nuove visione di una realtà che l’artista fa propria, che interpreta attraverso la sua pittura e che riconsegna a noi.

Marco Pettinari

Giornata nazionale dedicata alla vittime di abusi di minori e vulnerabili: incontro e preghiera.

Si celebra il 18 novembre la II Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. L’iniziativa coinvolge tutta la comunità cristiana nella preghiera, nella richiesta di perdono per i peccati commessi e nella sensibilizzazione riguardo a questa dolorosa realtà.
Il tema che accompagna questo appuntamento di consapevolezza e comunione è tratto dal Salmo 147: «Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite». Dal dolore alla consolazione. La consolazione, non atto formale ma imperativo per la comunità cristiana, diventa prossimità, accompagnamento, custodia, cura, prevenzione e formazione. Non si può distogliere lo sguardo davanti alle ferite provocate da ogni forma di abuso, né ci può essere guarigione senza la presa in carico del dolore altrui. Nella fiducia del conforto del Signore in ogni dolore, ciascuno è chiamato a sostenere questa nuova coscienza che matura e cresce nelle nostre Chiese.

Sabato 19 novembre 2022, alle ore 17.00, verrà presentato con un incontro pubblico presso la sala conferenze del Palazzetto Baviera di Senigallia il Sevizio diocesano tutela minori con un intervento della dott.ssa Chiara Griffini su “Cura e  tutela dei minori e delle persone vulnerabili nella chiesa oggi”

Fotografia, le nature morte di Christopher Broadbent in mostra a palazzetto Baviera

Ranunculus ZR (2020), fotografia di still life di Christopher Broadbent
Ranunculus ZR (2020), fotografia di still life di Christopher Broadbent

Dal 29 ottobre 2021 al 28 febbraio 2022, Senigallia la città della fotografia ospita la mostra Rimasto nell’Ombra, personale dedicata al fotografo di still life Christopher Broadbent. L’evento, a cura di Mario Trevisan, è realizzato in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi ed è allestito al piano terra di Palazzetto Baviera, in piazza del Duca.

La mostra è un excursus nell’opera fotografica di Christopher Broadbent dal 2000 a oggi: testimonia il lavoro di ricerca che Broadbent compie per creare un’atmosfera di sospensione, di attesa, nelle sue nature morte. Scrive Elena Pontiggia nell’introduzione al volume “Rimasto nell’Ombra” che accompagna la mostra: «Nelle sue nature morte – usiamo questo termine pittorico non per sottrarle al regno della fotografia, ma per riallacciarci all’espressione equivalente in lingua inglese e tedesca: “vite silenziose”, come amava dire anche De Chirico – c’è un insieme di elementi indagati con cura, come se l’artista non si accontentasse dell’approssimativo, del pressappoco, ma volesse rappresentare con esattezza la molteplicità delle cose, la complessità della natura. Perché nulla nell’universo è semplice, nulla è costruito al risparmio…»

Christopher Broadbent è un fotografo specializzato in still-life. Nato e cresciuto in Inghilterra, ha studiato cinematografia e fotografia a Parigi all’Institut des Hautes Etudes Cinèmatographiques. Dopo alcuni anni a Roma come aiuto regista, si è trasferito a Milano per lavorare nella fotografia pubblicitaria e editoriale. Premiato sia in Italia che negli Stati Uniti per i suoi lavori fotografici, da dieci anni si dedica alla sua ricerca intorno alla natura morta. Christopher Broadbent per le sue fotografie esegue stampe d’archivio a pigmento su carta di cotone in edizioni di tre o cinque esemplari. Costruisce da sé le scenografie che compongono i suoi set fotografici e usa di preferenza la luce naturale.

Il progetto Senigallia Città della Fotografia è realizzato con il contributo della Regione Marche. In occasione della mostra verrà presentato per la prima volta il nuovo volume dedicato all’opera di Christopher Broadbent “Rimasto nell’Ombra”, a cura di Mario Trevisan, pubblicato da Danilo Montanari Editore.

Info e prenotazioni
www.comune.senigallia.an.it
www.feelsenigallia.it
T. 366 – 679.79.42
circuitomuseale@comune.senigallia.an.it
Biglietteria elettronica www.ciaoticket.it

Orari
Mercoledì – venerdì 15-20
Sabato – domenica 10-13 / 15-20
Lunedì e martedì chiuso
Gli orari possono subire variazioni in base alle norme di contenimento Covid-19