Ucraina, lungimiranza nell’accoglienza dei profughi

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“Valutiamo positivamente queste misure, che sono frutto di un percorso condiviso tra le realtà del terzo settore, la Protezione civile, i Ministeri del Lavoro e dell’Interno. Per la prima volta vengono messe al centro le realtà del terzo settore come soggetti con i quali interloquire e attrezzare una accoglienza in emergenza come quella degli ucraini. C’è una co-progettazione e una co-gestione che vede tutti partecipare congiuntamente a questo sforzo”. Così Oliviero Forti, responsabile dell’area immigrazione di Caritas italiana, commenta le misure contenute nel ‘Decreto Ucraina’ relative all’accoglienza dei profughi ucraini nei territori, che ha ottenuto oggi la fiducia in Senato, dopo quella della Camera dei deputati.

Ad oggi sono 75.000 i profughi ucraini in Italia, di cui 5600 già inseriti nel circuito di accoglienza tradizionale (Cas e Sai). “Non sappiamo ancora se sarà necessario o meno attivare corsi di inserimento lavorativo o corsi di lingua intensiva perché dipende da come evolverà la situazione – osserva Forti -. Quindi proviamo a rispondere all’emergenza con uno strumento flessibile, ossia un sistema di accoglienza esterna complementare ai Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e ai Sai (Sistema accoglienza integrazione), che dovranno avere posti liberi per i migranti e richiedenti asilo che arrivano via mare”.

Le nuove normative prevedono anche, oltre alla protezione umanitaria temporanea per un anno rinnovabile per un altro anno, anche la possibilità…

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