Un premio per conoscere le luci nel buio della Shoah

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Giovani che manifestano per la pace

A colloquio con RobertoMazzoli, giornalista di Pesaro, tra i fondatori del Premio nazionale ‘Luci nel buio della Shoah.

Cos’è e da dove nasce il premio ‘Luci nel buio della Shoah’?

Il premio viene bandito dal Comune di Mombaroccio in provincia di Pesaro ed è rivolto a tutte le scuole italiane. L’idea nasce dalla necessità di mantenere viva la memoria di quelle persone che, durante la seconda guerra mondiale, hanno messo a rischio la loro vita per la salvezza di chi era perseguitato dalle leggi razziali. In particolare a Mombaroccio avevano trovato scampo numerosi ebrei tra cui la famiglia di Alfredo Sarano, che era il segretario della comunità israelitica di Milano e che, prima di fuggire, era riuscito a nascondere le liste di 14mila ebrei milanesi. Un gesto eroico grazie al quale migliaia di persone riuscirono a salvarsi dai campi di sterminio. Infatti senza quelle liste i nazisti non riuscirono a rastrellare la comunità milanese come invece era accaduto a Roma. A Mombaroccio la famiglia Sarano fu protetta dai frati del convento del Beato Sante, da alcune famiglie di contadini e da un giovane comandante tedesco della Wehrmacht, Erich Eder, che scoperta l’identità degli ebrei scelse di non deportarla. Per questo gesto l’ufficiale bavarese è stato insignito nel 2021 del riconoscimento dei Giusti dalla fondazione internazionale Gariwo.

Tre edizioni non sono tante, ma già sufficienti per farsi un’idea: cosa hanno raccontato e restituito?

L’idea di avviare il concorso è stata condivisa insieme alla senatrice a vita Liliana Segre che ha firmato la prefazione al libro dal titolo “Siamo qui siamo vivi” che raccoglie il diario inedito che Alfredo Sarano aveva scritto durante la guerra. Il libro si apre con le sue parole: “Il racconto di un avvenimento è più importante dell’avvenimento stesso”. Una frase che ha colpito Liliana Segre che ha invitato a raccogliere anche quelle storie della Shoah che raccontano il bene che è esistito e che ha permesso in qualche modo di salvare l’umanità dall’abisso. Nel bando del premio gli studenti sono chiamati a rileggere storie più o meno note di quegli anni e cercare in ciascuna quella luce che ha illuminato il buio della Shoah. In queste tre edizioni le scuole hanno fatto emergere tanti piccoli frammenti di vicende quasi dimenticate che insieme compongono un puzzle ricco di speranza anche per il futuro.

Cosa c’è in cantiere per l’edizione 2022?

Purtroppo il perdurare della pandemia ha limitato le tante iniziative legate al premio. Il sogno sarebbe quello di riuscire a ripetere nel maggio del 2022 una premiazione in presenza con la famiglia Sarano. Ma in cantiere c’è anche la nascita di un museo multimediale al quale il Comune di Mombaroccio sta lavorando da tempo. Nella sezione multimediale del museo troveranno posto tutti gli elaborati prodotti dalle scuole in questi anni. Un catalogo di storie raccontate dai giovanissimi narratori da vedere e ascoltare nelle loro rispettive inflessioni dialettali. Una ricchezza unica nel suo genere che li rende nuovi testimoni della memoria.

a cura di L.M.

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