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Bruno Peverini: un “Partigiano della vita” tra resistenza, sindacato e incontri inaspettati

Bruno Peverini, staffetta partigiana

La recente festa della Liberazione del 25 aprile 2025 ha offerto un’occasione preziosa per riscoprire la figura di Bruno Peverini, staffetta partigiana, nato a Casine di Ostra nel 1927 e scomparso alla soglia dei 97 anni. Proprio in questi giorni è stato ripresentato a Ostra un volume del 2023 curato dal nipote Paolo Pirani, che ne ha ripercorso la vita ai microfoni di Radio Duomo Senigallia. L’intervista, in onda mercoledì 30 aprile e giovedì 1 maggio alle ore 13:10 e alle ore 20, sarà in replica anche domenica 4 a partire dalle 16:50, sempre sulla frequenza 95.2 FM. L’audio è disponibile anche qui, cliccando il tasto riproduci (= play) del lettore multimediale che accompagna questo testo.

“Partigiano della vita” racchiude lo spirito di resistenza di un uomo che ha vissuto i principali fatti del secolo breve. Peverini fu tra i fondatori di un nucleo di opposizione al regime fascista a Casine di Ostra. Ma si è poi evoluto, assumendo un significato più ampio, in linea con la visione gramsciana di chi si impegna costantemente per il bene comune, per la famiglia e per gli altri.

La sua biografia si snoda attraverso tre fasi significative. La prima giovinezza nell’ostrense, dove fondò anche nel 1948 del “Falco”, un’associazione tuttora attiva che promuove valori di amicizia al di là delle appartenenze politiche e sociali; la seconda fase come protagonista nel sindacato CGIL, ma anche nella commissione centrale che rappresentava l’unità sindacale con la CISL e la UIL. Passò 30 anni a difesa dei diritti dei lavoratori, in un periodo storico complesso, segnato anche dalla minaccia del terrorismo. Infine, dopo la carriera nell’Atac come conducente di autobus a Roma, aprì alcune attività ricettive con la sua famiglia, dimostrando una vitalità e una capacità di reinventarsi che lo hanno accompagnato fino alla fine.

Nell’intervista Pirani ci ha raccontato alcuni aneddoti, a partire dalla fermezza con cui ha sventato un tentativo di infiltrazione delle Brigate Rosse in una fabbrica romana, bloccando una giovane Adriana Faranda, ma anche incontri con personalità della cultura del calibro di Fellini, Pasolini, Picasso, o della politica come De Gasperi e Togliatti, fino a una giovanissima Elisabetta, futura regina d’Inghilterra.

Lungo tutta la sua vita, Bruno Peverini è sempre rimasto fedele a due principi. Il primo è la positività, la capacità di guardare al “bicchiere mezzo pieno“, di scorgere orizzonti di speranza anche nelle difficoltà; il secondo, ancora più cruciale, è il valore dell’amicizia e del rispetto reciproco, capaci di superare le differenze ideologiche e sociali. Un insegnamento quanto mai attuale, di fronte a episodi di intolleranza e negazionismo che le cronache ci raccontano ancora oggi, che ci arriva da un partigiano della vita.

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