Don Mario, il prete operoso

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E’ tornato nella casa del Padre il 6 gennaio 2020, accolto fra le braccia del Buon Pastore, lui che è stato il buon pastore di tante pecorelle, specie nella parrocchia del Borghetto di Montesanvito, dove, per tanti anni, ha costruito una “comunità” non sempre facile per il suo ambiente particolare.

Nato a Belvedere Ostrense il 10 agosto del 1935, dopo gli studi e la vita “severa” con mons. Macario Tinti – poi vescovo di Fabriano, che quando c’era qualcosa che non andava, convocava i seminaristi nell’aula magna, iniziando sempre con la frase “figlietti buoni” – è stato ordinato sacerdote il 18 marzo 1961. Dopo un passaggio a Ostra Vetere con l’abbate don Pietro Bonucci che attendeva uno che sapeva suonare (perché anche don Mario aveva frequentato la scuola popolare con il Bungart, sotto la guida del sottoscritto), passa alla parrocchia della Pace con il “pastore” di grande leva don Giuseppe Giraldi, per approdare – dopo poco tempo – alla parrocchia di Montemarciano alla scuola di don Stra-è zi, grande pastore ma innovatore pastorale con i “preti operai” che segnano una data storica nelle esperienze pastorali.

Con la nuova parrocchia del Borghetto fa il suo ingresso come “pastore” don Mario: uomo e prete di poche parole, ma di grandissimo animo pastorale, semplice, accogliente, sorridente, aperto tanto da seguire i suoi parrocchiani non solo nelle varie fasi della vita liturgica (messe, Catechismi, battesimi, prime comunioni, cresime, matrimoni…), ma anche nella vita comunitaria dell’Oratorio e del Campo sportivo: nuovo da lui attrezzato con tanti sacrifici, per cui non pensava mai a se stesso ma al bene della gente, soprattutto dei giovani che altrimenti lo avrebbero visto come uno “sconosciuto”, fino a fare l’arbitro e l’allenatore di calcio e passandoci proprio lì il resto della sua vita, fino a quando il Signore – nei suoi misteriosi disegni e per noi difficilmente comprensibili – non lo ha “obbligato” alla “pensione anticipata” presso l’Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia – una vera opera di “ospitalità” magnanima nel nome e nella beneficenza del Beato Pio IX – dal 18 ottobre del 2017, assistito amorevolmente da tutti, specie dal settore infermieri / infermiere e da suor Silvia – per la difficilissima e quasi impossibile comunicazione per l’Alzheimer. Finalmente in piena coscienza, avrà ascoltato la voce del Padre: “Vieni benedetto…a prendere possesso del Regno preparato per te fin dalla fondazione del mondo”, il 6 gennaio 2020.

La Messa , celebrata dal Vescovo, l’8 gennaio 2020, ha visto la partecipazione globale del Borghetto per il suo pastore indimenticabile. Il Signore lo ha ricompensato per la sua vita di “buon pastore”, proprio nella parrocchia alla quale ha dedicato quasi tutta la sua vita.

Giuseppe Cionchi

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