Quando lo sport è donna

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Proseguono i nostri incontri. In questa occasione abbiamo fatto quattro chiacchere con Elena Maria Viezzoli, nota imprenditrice locale che ci ha raccontato ed illustrato la sua passione per lo sport. Affrontando anche un tema importante ed attuale: il non sempre facile rapporto tra donne e sport, che a volte sfocia anche in un vero e proprio pregiudizio.

Elena Maria Viezzoli, al centro

Come e quando nasce la tua passione per lo sport?           
Nasce fin da piccolissima per due motivi principali: il primo perché mio padre, che era un grande sportivo, mi portava sempre con lui in barca a fare regate, il secondo è che essendo la terza figlia  di cinque, nata dopo i primi due maschi, ho sempre giocato con loro a tutti gli sport possibili tra cui anche il calcio. Prima di trovare la mia grande passione, ho provato tanti sport diversi tra cui  la danza classica, il pingpong, la pallavolo ed il pattinaggio, ma non mi piacevano. Per ottimizzare i tempi mia madre ci portava tutti a fare gli stessi sport per questo motivo ho iniziato a giocare a tennis ed è stato amore a prima vista, una grande passione da subito che poi si è trasformata nella mia motivazione primaria di vita per tantissimi anni.
Vi sono alcune discipline (come ad esempio il calcio, il rugby, molte tipologie di arti marziali e altre ancora…) che vengono considerate da esperti quasi solo ed esclusivamente idonee ad una pratica maschile.  Anche quella femminile, però, sta dimostrando sempre più che questo stereotipo è superato: ottenendo anche buoni riscontri a livello mediatico, oltre che sportivo. Quale il tuo pensiero su questo?
Sin da quando avevo quattro anni ho vissuto in tantissime città diverse nel mondo e d’Italia: tutte queste esperienze mi hanno aiutato a forgiare una mentalità molto aperta e flessibile, direi quasi in assenza di pregiudizio; conseguentemente credo che non esistano sport o altre attività che siano solamente adatte a uomini o a donne; credo fortemente che tutti possiamo fare qualsiasi sport a patto che se ne abbia il piacere, ci diverta e ci aiuti a socializzare stando in forma. Il mio consiglio è quello di provare e riprovare fino a quando non si trova lo sport che davvero ci piace e che si pratichi anche bene, qualunque esso sia: altrimenti come facciamo a scegliere? Questo consiglio è un consiglio trasversale applicabile a tutte le aree della nostra vita, alleniamo in primis la consapevolezza delle nostre scelte, solo così diventeremo adulti realizzati e responsabili.
Ho saputo che da giovane giocavi molto bene a tennis, ottenendo degli ottimi risultati; per poi lasciarlo intraprendendo la tua carriera imprenditoriale. Cosa ti piacerebbe raccontarci della tua passata esperienza tennistica? Quali i tuoi ricordi più belli legati ad essa?
Il tennis per me è stata ed è tutt’ora la mia grandissima passione oltre che un’importantissima scuola di vita. I suoi insegnamenti me li sono portati  sempre con me, in qualsiasi occasione personale o lavorativa. E’ vero, ho raggiunto dei buoni risultati nel tennis, fino ad arrivare ad indossare la Maglia Azzurra della Nazionale Italiana Juniores in vari tornei internazionali. Esperienze meravigliose. Porto con me, oltre agli insegnamenti di cui sopra, tantissimi ricordi: le tante e preziose amicizie nate sui campi da tennis che tutt’ora frequento e sento; la mia gioventù vissuta sempre lontano dalla famiglia e da casa, che mi ha reso indipendente ed autonoma sin da piccola (mi sono trasferita a vivere a Bologna all’età di 11 anni) ; ricordo i tantissimi viaggi in giro per il mondo a giocare i tornei insieme alla mia coach australiana Leslie Hunt; le tante estati passate in Florida all’Accademia di Nick Bollettieri dove ho conosciuto anche Raffaella Reggi, una grandissima campionessa italiana. Infine ricordo con grande emozione i mie mentori tennistici, colonne portanti del tennis italiano dei tempi, che hanno fatto per me la grande differenza: Ferruccio Bonetti, Orlando Sirola e Roberto Lombardi. Ricordo con grande piacere i Campionati europei Juniores dove tra i tanti giocatori presenti c’erano anche: Monica Seles, Stefi Graf, Arancha Sanchez, Goran Ivanisevic e le sorelle Maleeva. Praticamente ero insieme al “gotha” del futuro tennis mondiale. Ricordo infine, con grandissimo piacere, i vari titoli Italiani vinti sia di doppio che a squadre. Ho tutto nel cuore.
Hai progetti o ambizioni in futuro legati all’attività motoria?
Oggi oltre che continuare a giocare a tennis, per cui mi sto preparando ai campionati Nazionali a Squadre con  il Team di Pesaro, sto terminando l’iter per diventare Maestra di Tennis, un obiettivo che mi sono posta da tempo e che completa tutto questo percorso intrapreso ed accantonato, ma oggi pensato e rivisitato con occhi diversi. Aggiungo che essendo anche coach professionista non è escluso che in un prossimo futuro applicherò questo fantastico metodo agli atleti e tennisti, rientrando così nel circuito con nuove capacità. La mia missione da sempre è quella di vivere la vita il più intensamente possibile facendo attività che oltre ad avere un grande significato, mi divertano e siano allineate ai miei valori.

a cura di Edoardo Diamantini

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