La lavanda che profuma le nostre colline

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Sara Simonetti, titolare dell’azienda agricola Verde Naturale che gestisce anche il Lavandeto di Corinaldo, descrive le caratteristiche della lavanda, pianta aromatica dai mille usi e dalle antiche origini, la cui coltivazione è stata riscoperta e riproposta nel nostro territorio.

Sara, di cosa ti occupi?

Sono la titolare dell’azienda agricola “Verde Naturale” che sta a Corinaldo. Fra le varie attività gestisco il campo ormai famoso del Lavandeto di Corinaldo che ho ereditato, in affitto, dalla precedente gestione della Cooperativa Undicesimaora di Senigallia, con cui collaboro da anni in rete d’impresa. Loro hanno lasciato l’attività e sono subentrata io che sono sul territorio e che meglio riesco a gestire il terreno.

Come mai la lavanda viene coltivata nel nostro territorio?

Io direi: “come mai la lavanda è stata riscoperta adesso e per tanto tempo non se ne è sentito parlare?”. In realtà le Marche hanno una lunghissima tradizione di coltivazione di piante aromatiche e officinali. La lavanda fa parte di questo gruppo vegetale. Le Marche venivano considerate “il giardino d’Europa”, questo perché avevano una vocazione a tante coltivazioni specifiche di utilizzo sia ornamentale che di farmacologia antica. Per tornare più vicino ai nostri tempi, ad Appignano c’era una famiglia nobile che agli inizi del Novecento ha fatto della coltivazione delle piante aromatiche e officinali non solo il proprio sostentamento e business ma anche studio e ricerca. Diciamo che questa tradizione è stata poi spazzata via dal periodo del Fascismo e dalla Battaglia del grano portata avanti da Mussolini. La lavanda non è stata riscoperta in questo periodo ma è stata reintrodotta dopo una sospensione di qualche decennio, perché la nostra terra è veramente vocata, come tutto il bacino del mediterraneo. La tipicizzazione delle nostre valli è tale che queste coltivazioni vengono proprio bene.

Quali sono gli usi che se ne fanno?

La lavanda ha tanti utilizzi. Non scenderei troppo nel dettaglio perché per gli usi per esempio farmacologici e di cura non ho titolo per parlarne. Per fare un discorso in generale il nome lavanda viene dalla parola “lavar”, “lavare”, perché è una pianta che, oltre al profumo caratteristico e piacevole, ha delle proprietà disinfettanti, purificanti. La tradizione che viene dal nome stesso può essere tranquillamente dichiarata, senza timore di dire cose troppo specifiche. La lavanda ha questo fascino straordinario del colore, è una pianta rilassante per tutti i sensi: dal punto di vista visivo, da quello olfattivo… Immergersi in un campo di lavanda o nel suo profumo vuol dire attivare tanti canali sensoriali assopiti. Anche per questo motivo questa pianta viene utilizzata da sempre per il rilassamento. C’è chi la utilizza, per esempio, per togliere stati tensivi e il semplice mal di testa. Nell’utilizzo comune viene adoperata come semplice rimedio per i piccoli problemi. Ad esempio, se mettiamo su una sbucciatura una semplice goccia di olio di lavanda, otteniamo una disinfezione della superficie lesa e una più rapida cicatrizzazione. È veramente fantastica sulle scottature e sia l’olio essenziale che l’acqua, che è un sottoprodotto del processo di distillazione, sono molto efficaci sugli arrossamenti, per esempio quelli tipici del periodo estivo.

a cura di Barbara Fioravanti

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