Filippo Neri, il santo dipinto

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A Scapezzano, all’interno della maestosa Chiesa Parrocchiale, ristrutturata alla fine del XVIII secolo in stile neoclassico e intitolata a San Giovanni Battista, è collocata un’interessante immagine del Patrono San Filippo Neri, che la comunità cristiana ricorda il 26 maggio di ogni anno.

L’Estasi di San Filippo, olio su tela, 1770, Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, Scapezzano di Senigallia

“L’Estasi di San Filippo”, una copia del celebre dipinto di Guido Reni, eseguita nel 1770 su commissione dell’allora parroco Don Antonio, è conservata nella sagrestia della chiesa, raggiungibile percorrendo il corridoio dei santi, mentre il dipinto originale, “La visione di San Filippo Neri”, realizzato nel 1614, è ancora collocato all’interno della chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma. Quest’opera del Reni – grande pittore, abbozzatore e acquafortista italiano attivo nel ‘600 tra Bologna, Roma e Napoli – ebbe un’ampia fortuna, tanto che generò nei secoli numerosissime copie tra le quali quella della chiesa di San Filippo a Fossombrone, della sagrestia della cattedrale di Toledo in Spagna o, appunto, la copia di Scapezzano.
L’invenzione iconografica del Reni, che rappresentò per la prima volta la devozione di San Filippo per la Vergine Maria, ebbe un successo così grande che il dipinto venne addirittura riprodotto anche in materiali diversi e su differenti supporti, come il mosaico nella cappella dedicata al santo nella chiesa di Santa Maria in Vallicella o come il piccolo dipinto su rame per la Villa Medicea del Poggio Imperiale.

L’opera, un olio su tela di carattere puramente devozionale, ci mostra San Filippo inginocchiato, con una veste sacerdotale riccamente decorata e le braccia aperte, che rivolge lo sguardo verso il cielo in direzione della Madonna. La Vergine si manifesta al di sopra di una grande nuvola, circondata da cherubini (quattro all’interno della nube e tre sopra il capo del Santo), con in braccio Gesù Bambino rappresentato nell’atto di benedire San Filippo. 
Ai piedi del Santo, sul pavimento a scacchi rossi e bianchi, colori che richiamano l’abito sacerdotale, è posto un giglio bianco, attributo di San Filippo e simbolo di purezza, castità e bontà.

Ma chi era San Filippo?
Filippo Romolo Neri nacque a Firenze nel 1515. La sua formazione religiosa avvenne nel convento dei Domenicani di San Marco dove si avvicinò al movimento del Savonarola, mantenendo però le distanze dai metodi e dalle scelte del famoso fra Girolamo. Dopo una breve esperienza lavorativa a Cassino, presso un suo zio commerciante, Filippo decise nel 1534 di trasferirsi a Roma. A trentasei anni, dopo aver ricevuto gli ordini minori, venne ordinato sacerdote e a Roma continuò l’intensa vita apostolica che lo aveva già caratterizzato da laico. Per i suoi metodi incentrati sulla meditazione, il dialogo spirituale e la preghiera, Filippo iniziò ad essere apprezzato e seguito da un numero sempre più nutrito di giovani sacerdoti e fedeli e ciò portò alla nascita della Congregazione dell’Oratorio, che venne ufficializzata da Papa Gregorio XIII nel 1575 con bolla papale, alla quale fece seguito l’affidamento a padre Filippo e agli altri preti della congregazione della piccola chiesa romana di Santa Maria in Vallicella. 
Qui, dopo aver ricostruito in dimensioni e bellezza la chiesa, vi trascorse gli ultimi dodici anni della propria vita, fino al 26 maggio 1595, quando si spense alla soglia dei suoi ottant’anni. San Filippo Neri venne canonizzato nell’anno 1622. 

Marco Pettinari

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