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Genitori preoccupati per il futuro dei figli: internet, droga, violenza e salute mentale

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Otto genitori su dieci sono preoccupati che i propri figli possano divenire dipendenti da internet, smartphone e tablet. Sette su dieci si allarmano per le baby gang e la violenza giovanile anche sotto forma di cyberbullismo, mentre sei su dieci sottolineano consumi o abusi di alcol e droga e persino l’impoverimento del linguaggio negli adolescenti. Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine promossa da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e condotta dall’Istituto Demopolis. Dati presentati in occasione della giornata nazionale dell’ascolto dei minori istituita lo scorso anno e che si è celebrata per la prima volta ieri, 9 aprile.

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Focus dell’indagine sono le preoccupazioni dei genitori di figli tra 14 e 17 anni. Oltre ai temi già evidenziati, con percentuali in aumento negli ultimi anni, le famiglie temono anche per lo scarso apprendimento scolastico, la salute mentale, difficoltà relazionali soprattutto con i coetanei e l’isolazionismo degli adolescenti. 

E’ un quadro tutt’altro che sereno quello che le famiglie vedono dipinto per il futuro dei ragazzi e delle ragazze, a cui si aggiungono i più classici, se così vogliamo definirli, rischi come l’incidentalità stradale, le malattie gravi. Oggi, appena il 13% degli italiani dichiara di non aver mai sentito parlare di povertà educativa minorile. Il dato nel 2019 era di 20 punti più alto. Secondo la ricerca Demopolis-Con i Bambini, il 63% individua la povertà educativa come “limitato accesso ad opportunità di crescita”. Il 57% la assimila a bassi livelli di apprendimento scolastico, mentre il 56% cita il disagio sociale intorno al minore.

In generale, c’è poca fiducia nel futuro e nelle soluzioni finora prospettate. Le famiglie sentono che il Paese, il sistema Italia non riesce a dimostrarsi a misura di bambini/e e ragazzi/e: in assenza di adeguate politiche di perequazione sociale e di supporto allo sviluppo dei minori, si dilatano le distanze anche tra i più piccoli.

I dati dell’indagine «fotografano un’Italia preoccupata sul futuro degli adolescenti e dai rischi e dal disagio che riguardano ragazzi e ragazze – dichiara Marco Rossi-Doria presidente di Con i Bambini –, ma al contempo consapevole del fenomeno della povertà educativa e dell’importanza di intervenire in un’ottica di comunità educante. Per affrontare queste grandi sfide e ridare centralità ai giovani è necessario e indispensabile prestare loro ascolto, imparare ad ascoltare, dare fiducia e favorire il loro protagonismo».

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