Dazi USA, terremoto per l’export delle Marche: imprese in crisi ma non mancano le opportunità

Tra annunci e pause, tra sparate e passi indietro, la politica di Trump con i suoi dazi imposti in modo unilaterale a tutto il mondo, sta avendo effetti negativi sull’economia e sta spaventando le imprese, anche quelle della nostra regione Marche. Molte, in attesa di capire cosa succederà, hanno fermato gli investimenti e bloccato anche metà delle produzioni data l’incertezza per quanto riguarda l’export verso gli Stati Uniti, uno dei principali mercati in cui le Marche esportano beni e prodotti. A che punto siamo e come se ne esce da questa situazione? Lo abbiamo chiesto a Massimiliano Santini, direttore Cna Ancona. L’intervista è in onda venerdì 11 aprile, alle ore 13:10 e alle 20; sabato 12, alle ore 20 e poi domenica 13 a partire dalle ore 16:50 (il terzo di tre contributi audio). Audio integrale che è disponibile anche qui, in questo articolo – basterà cliccare sul tasto play – assieme a un breve testo.
Un mercato cruciale in difficoltà
L’export marchigiano verso gli USA è sceso a 1,2 miliardi nel 2024. Un calo drastico che mette in ginocchio numerose piccole e medie imprese, cuore pulsante dell’economia locale. Settori chiave come l’automotive, con 90 aziende e 6.000 dipendenti solo nella provincia di Ancona, sono particolarmente vulnerabili. Altri settori che esportano negli States sono il manifatturiero, il farmaceutico, la meccanica, la moda e, ovviamente, l’agroalimentare.
Incertezza e nuove rotte
L’altalena di annunci e ripensamenti di Trump ha generato un clima di forte incertezza, rendendo difficile per le imprese pianificare il futuro. Di fronte a questo scenario, la CNA di Ancona lancia un appello alla diplomazia e alla negoziazione, ma invita anche le imprese a esplorare nuovi mercati. L’Africa, il Medio Oriente, l’India e il Sud America rappresentano potenziali sbocchi per l’export marchigiano.

Le proposte della CNA per sostenere le imprese
Per superare la crisi, c’è una serie di misure concrete che va dalla semplificazione burocratica agli incentivi agli investimenti e al sostegno all’export. Ma soprattutto bisogna guardare a questa crisi come a un’opportunità, diversificando i mercati e rafforzando la competitività del sistema produttivo regionale.
L’Europa come mercato catalizzatore di capitali
In questo scenario, l’Europa deve rafforzare la sua voce e porsi come un polo attrattivo per i capitali, promuovendo le transazioni in euro e adottando politiche comuni in materia di energia, immigrazione, demografia, infrastrutture e digitalizzazione.
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