I poveri, secondo il card. Matteo Zuppi

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Matteo Zuppi, vescovo di Bologna

In vista della Giornata dei poveri, la Caritas diocesana di Senigallia promuove un incontro con il vescovo di Bologna, card. Matteo Zuppi. L’evento si terrà martedì 10 novembre, alle ore 21.00, in modalità digitale, collegandosi con la pagina facebook LaVoceMisena/radioduomo, sull’omonimo canale youtube e sul sito diocesisenigallia.eu.

“La molta solidarietà, emersa a tutti i livelli, va fatta maturare in modo che diventi strutturale. In particolare, l’invito a ogni comunità parrocchiale è di mantenere un’attenzione costante alle iniziative concrete di ascolto e di vicinanza”. Lo scrive don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, nel numero di novembre di Vita pastorale, in prossimità della quarta Giornata mondiale dei poveri, che ricorre il 15 novembre. “Tutti sentiamo il bisogno di una mano tesa, tutti sperimentiamo povertà e fragilità. Nello stesso tempo tutti comprendiamo che possiamo essere portatori di speranza per gli altri”. Nella realtà di oggi, condizionata dalla pandemia, don Soddu segnala “il coinvolgimento delle comunità e l’attivazione solidale di fronte ai nuovi, crescenti bisogni, con un moltiplicarsi di iniziative”. “Sono cambiati o si sono adattati anche i servizi e gli interventi”. Altri hanno fatto registrare un “incremento di attività”, come nel caso della rete degli Empori della solidarietà in favore dell’emergenza alimentare, come pure la nascita o il potenziamento in molte diocesi di “fondi” gestiti dalla Caritas destinati a venire incontro a chi per la pandemia ha perso il lavoro o non riesce a trovarlo. “In ogni caso anche in questa situazione è stata decisiva la rete dei Centri di ascolto delle Caritas diocesane e parrocchiali, che pure nelle limitazioni del confinamento, sono stati segno di una Chiesa attenta e accogliente verso i bisognosi”.

Ricordando il tema della Giornata dei poveri (“Tendi la tua mano al povero”), il direttore di Caritas italiana ricorda che “tutto questo, cioè incrociare e incontrare le tante mani tese, deve essere costante e non legato solo all’emergenza. Non ci si improvvisa strumenti di misericordia, perciò è necessario un allenamento quotidiano”.

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