Il nuovo governo cittadino

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Questa volta il cambio di governo a Senigallia è davvero radicale. La vittoria che ha portato Massimo Olivetti a diventare sindaco non è affatto paragonabile all’esperienza del 1998, quando, contro lo schieramento di centrosinistra, era stato eletto Fabrizio Marcantoni. Due sono le ragioni che marcano tale differenza: prima di tutto era ancora previsto, dalla legge nazionale, il fenomeno chiamato “anatra zoppa”, cioè al primo turno poteva vincere uno schieramento diverso dal sindaco che vinceva poi al secondo turno. Quindi la maggioranza in Consiglio comunale poteva essere diversa dallo schieramento del sindaco. Fabrizio Marcantoni, infatti, in Consiglio non aveva la sua maggioranza, ma quella dello schieramento avversario. Fu questa la ragione che fece durare soltanto due anni quel mandato. La seconda ragione è più profonda: Maurizio Marcantoni non ha mai rappresentato la destra, il substrato culturale, la giunta stessa, era sostanzialmente di sinistra. Ora invece si tratta di una vera e propria svolta. In questa tornata elettorale una coalizione di centro destra è arrivata al governo della città.

Si tratta di un evento unico per Senigallia. Le ragioni di questa svolta sono tante. La più semplice da individuare è sicuramente la vittoria del centro destra in Regione. Non piace a nessuno ammetterlo, ma, c’è sempre un tipo di elettorato che, per ragioni utilitaristiche, crede più “conveniente” avere coerenza amministrativa tra Regione e Comune. Altro elemento da considerare è che all’interno del centrosinistra si è consumata una divisione lacerante: Gennaro Campanile, assessore per più mandati, si è candidato contro Volpini. Si è trattata di una candidatura esplicitamente “contro”: una situazione, quindi, che poi difficilmente si riesce a sanare al secondo turno. Ma io credo che la ragione più profonda sia racchiusa in ciò che si potrebbe chiamare l’ “idea trainante” di una competizione elettorale. Chi vive per anni e anni in minoranza propone sempre l’idea del “cambiamento”. Chi governa da anni e anni deve essere molto bravo nel concepire un’idea trainante e nel saperla comunicare. Cosa è mancato al centrosinistra in questa occasione? Avanzo un’ipotesi: è mancato un metodo di lavoro. Bisogna onestamente riconoscere che di contenuti ce n’erano tanti: Senigallia in questi anni ha raggiunto una visibilità nazionale invidiabile e la proposta programmatica della coalizione di Volpini per i prossimi anni era la più completa, la proposta molto articolata.

Non credo che siano i contenuti ad aver determinato questa svolta. È mancato il metodo. Innanzi tutto persistere con l’idea che più liste si fanno e più voti si prendono può valere una volta (era accaduto cinque anni fa), ma non può essere considerato un metodo da replicare. È un criterio che non mira alla qualità, ma alla quantità: non ci si preoccupa di portare avanti un’idea, di entusiasmare l’elettorato su una “visione”, ma si scommette sul fatto che ciascun candidato si farà votare, un po’ perché ci crede e un po’ per ambizione. Se poi non si vince al primo turno, tutti i candidati, che miravano ad avere un posto di visibilità e sanno di non poterlo avere, non avranno più alcun interesse a continuare la campagna elettorale. In secondo luogo, è mancato un largo coinvolgimento di persone nell’elaborazione della strategia della campagna elettorale. Detta in modo molto schietto: bisogna prendere atto che a Senigallia la sinistra, da sola, non basta più. La coalizione di centro destra, oltre all’idea di cambiamento, che però è da tanti anni che ormai viene proposta, è riuscita a dare un’immagine di unità e, soprattutto, ha proposto un candidato capace di esprimere il carattere più moderato della coalizione. Fattore molto importante in una città che resta nella sua maggioranza, dal punto di vista culturale, di centrosinistra. La coalizione vincente riuscirà a governare questa città se terrà conto di questo elemento culturale. Al nuovo Sindaco, Massimo Olivetti, è affidato un compito difficile ed entusiasmante allo stesso tempo: conciliare le diverse anime della città, cambiare e nello stesso tempo dare continuità alle tante realtà positive che questa città porta con sé, anche grazie alla sua cultura di sinistra. Lo stile di governo passerà soprattutto attraverso il modo di interpretare la gestione del potere da parte del nuovo Sindaco. Gli facciamo un grande in bocca al lupo, perché Senigallia è una città molto complicata da governare, ma che sa anche regalare molte soddisfazioni.

Anna Gobbetti

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