Si è appena chiuso un anno complicato e doloroso, che ha messo ognuno di fronte a incertezze e precarietà in tutti i campi dell’esistenza. Il 2021 si è affacciato timidamente: un anno ponte, carico di speranze e buoni auspici.
Dal 25 ottobre 2020 i luoghi dello spettacolo dal vivo sono chiusi e non si sa per quanto lo saranno ancora; così durante il periodo natalizio non ci sono stati né concerti di capodanno con pubblico festante, né spettacoli circensi o i classici balletti che sempre ammaliano grandi e piccini, né le rappresentazioni della stagione di prosa che permettono di incontrarsi a teatro e vivere piacevoli e importanti momenti comunitari.
Ma se fisicamente un rito teatrale in presenza non è avvenuto, AMAT ha pensato in qualche modo di farlo accadere, immaginando nuove possibilità, differenti strumenti e un attento accompagnamento del suo amato pubblico.
Gilberto Santini, il direttore artistico di Amat, con tutto il suo valido staff hanno lottato affinchè il Covid con tutto quello che comporta non vincesse. E così il coronavirus non ha battuto la creatività, anzi l’ha stimolata a superarsi e a reinventarsi.
“Il periodo è molto difficile. Le chiusure dei luoghi dello spettacolo si stanno protraendo da ormai un anno. Stiamo provando a resistere, a adattarci a questa situazione, ma non possiamo essere indifferenti ai morti e alle sofferenze che questa pandemia sta portando all’intera comunità.
Insieme a quello della ristorazione, quello dello spettacolo e degli spazi culturali è stato il settore più colpito. Il 90% del calo dei consumi ne è la prova, un settore praticamente azzerato.
Le iniziative che stiamo portando avanti con spettacoli in streaming non sono la soluzione, sono una sorta di palliativo, perché il nostro mondo è fatto di pubblico e da remoto non è possibile impiegare tutte le persone che lavorano in questo mondo.
Abbiamo dimostrato da giugno a ottobre come il teatro e il cinema sono luoghi molto sicuri dove si sta seduti, con la mascherina e distanziati, quindi in realtà non capiamo perché può essere aperto un grosso centro commerciale dove le persone si muovono senza nessun tipo di controllo.
Stiamo forzando la mano per far sì che questo settore riparta.
I teatri sono un patrimonio della comunità e devo dire che su questo il Governo è stato attento garantendo fondi pubblici e di utilizzare tutte le forme di ristoro possibili. Non sarà facile riaprire perché credo che aumenteranno le misure per limitare il contagio, ma penso che bisognerebbe aprire il prima possibile per evitare che il pubblico si abitui alla fruizione dei prodotti in streaming.
A giugno eravamo preoccupati che il pubblico non rispondesse, invece il pubblico è tornato massiccio questo ci fa ci fa ben sperare perché lo stiamo vedendo adesso che quando non abbiamo più quelli che sono i momenti di tempo libero, quei momenti di semplicità, come mangiare una pizza o andare al cinema, siamo tutti un po’ più tristi.
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