Iter Suasanum: il turismo accessibile nel territorio della Diocesi di Senigallia – INTERVISTA AUDIO

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Il cammino e i luoghi del progetto "Iter Suasanum"

Iter Suasanum: alle radici del cristianesimo nella Diocesi di Senigallia”, il progetto per un turismo accessibile nei comuni di Castelleone di Suasa, Corinaldo e Mondolfo, è il tema dell’intervista di oggi. Per parlarne abbiamo chiamato Eros Gregorini, volontario della proposta fatta dalla Diocesi di Senigallia per aumentare la fruizione di beni storici, artistici e religiosi, aprendoli alle persone con disabilità fisiche, cognitive e sensoriali, in vista dell’imminente anno giubilare del 2025.

Per ascoltare le sue parole basterà cliccare sul tasto play del lettore multimediale, mentre chi preferisce leggere potrà proseguire con il testo qui sotto. Ricordiamo che l’intervista andrà in onda venerdì 10 e sabato 11 maggio alle ore 13:10 e alle ore 20 su Radio Duomo Senigallia-InBlu (95.2 FM), e in replica anche domenica 12 a partire dalle ore 16:50.

A chi si rivolge e quando nasce il progetto?
Nasce in occasione del giubileo del 2025. La Conferenza episcopale italiana sta lavorando, con “Giubileo for all”, al tema dell’inclusività, con percorsi accessibili a tutti, un modo per pensare un’accoglienza universale. E’ chiaro che il progetto non si esaurisce lì perché nel 2033 ci sarà il giubileo per il bimillenario della morte di Cristo. Una volta realizzato, il percorso sarà poi disponibile a tutti.

Quali beni e luoghi coinvolge nel nostro territorio?
Innanzitutto ha una duplice valenza, sia geografica che cronologica: interessa tre comuni su due province che fanno parte del territorio di un’unica diocesi. Però abbraccia anche un arco temporale molto ampio che va dall’epoca romana della città di Suasa, e arriva fino al ‘900 con la vicenda storica e religiosa di santa Maria Goretti. Proponiamo la visita a luoghi come la Madonna delle Grotte, la chiesa di san Giovanni evangelista e l’abbazia di san Gervasio di Bulgaria a Mondolfo (PU), gli scavi archeologici e il museo archeologico a Castelleone di Suasa (AN), e per Corinaldo la chiesa di santa Maria in Portuno, il santuario e la casa natale di santa Maria Goretti.

Perché non sono stati coinvolti altri comuni?
E’ un progetto in una fase iniziale, e anche un po’ sperimentale. Dobbiamo intervenire su molti luoghi e beni per aprirli a tutti: un conto è lavorare su 7-8 luoghi, un conto su 15 o 20. In prospettiva potrà essere aperto ad altri percorsi e località.

A che punto siamo?
Stiamo attendendo l’ufficializzazione del cammino con un riconoscimento da parte del ministero del turismo all’interno di una sorta di albo dei percorsi turistico-religiosi. Poi potremo partecipare ad alcuni bandi ministeriali e regionali per poter intervenire. A breve ci sarà un incontro tra Diocesi e Comuni per concordare azioni operative nell’ambito di un protocollo d’intesa già siglato. Tra cui anche il coinvolgimento concreto delle associazioni del territorio, perché poi le ricadute saranno molteplici, anche a livello economico, con varie opportunità per le realtà imprenditoriali locali.

C’è una sfida culturale alla base di questo progetto, quella di cambiare punto di vista, e non siamo abituati a farlo…
Questo è il punto fondamentale. Chi lavora in questo settore da anni e che ci sta accompagnando in questo percorso, ha dato alcune indicazioni per risolvere tanti problemi, come i gradini che impediscono l’accesso alle chiese. Non riguarda solo i giovani o solo le persone con disabilità, ma anche gli anziani che ancora avrebbero voglia di girare e conoscere il territorio e persino gli stessi sacerdoti che non riescono a salire sull’ambone. Ma ci sono varie disabilità, fisiche, cognitive e intellettuali, a cui dovremo saper rispondere con azioni concrete. Serviranno ovviamente buona volontà, risorse e la collaborazione di tutti.

Altre informazioni su Iter Suasanum sono disponibili nel sito www.itersuasanum.com, da cui è tratta l’immagine in evidenza.

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